L'Héritière de Dracula backdrop
L'Héritière de Dracula poster

L'HÉRITIÈRE DE DRACULA

Vampyros Lesbos

1971 DE
juillet 15, 1971

Linda, pour régler l'histoire d'héritage d'une comtesse italienne devenue orpheline, se rend à Istanbul avec son mari. Depuis quelque temps Linda souffre d'un mal étrange. Chaque nuit elle est comme envoutée par une mystérieuse femme brune qui ne cesse de l'appeler. Peu à peu Linda deviendra l'esclave de cette femme et obéira aux moindres désirs de cette dernière. Pour se changer les idées elle décide de passer une soirée avec son mari dans un cabaret. Lors d'un spectacle de striptease, Linda aperçoit la créature de ses rêves sur scène. Cette femme n'est autre que cette mystérieuse comtesse. Linda se rend seule sur l'île de la comtesse, qui est une vampire qui ne survit que de sang et de sexe. Elle souhaite initier Linda aux plaisirs lesbiens et la pousse petit à petit à devenir vampire à son tour... Linda réussira-t-elle à quitter l'île à temps ?

Distribution

Soledad Miranda, Ewa Strömberg, Dennis Price, Paul Müller, Heidrun Kussin, José Martínez Blanco, Michael Berling, Andrea Montchal, Jesús Franco, Beni Cardoso
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

FV

Francesco Villani

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Alice Gordon, impiegata in uno studio legale, ha un sogno ricorrente nel quale una figura femminile (che non riesce a identificare) la richiama irresistibilmente verso una strana villa. Le immagini oniriche si ripetono identiche ogni volta: uno scorpione, una farfalla imprigionata in una rete, un aquilone, una goccia di sangue che scivola su un vetro. Un giorno, recandosi sull’isola di Uskudar per trattare un affare legale, si ritrova faccia a faccia con la villa e le immagini sognate. Una leggenda narra che su quell’isola, un tempo, fu imprigionata una principessa condannata dal marito a morire d’inedia.. “Las Vampiras” rappresenta una delle pellicole migliori nella sconfinata produzione del prolifico Franco. Il film è conosciuto con una molteplicità di titoli differenti riconducibili sostanzialmente a due diverse versioni: quella tedesca (per lo più conosciuta come “Vampyros Lesbos”) che contiene la trama per così dire “originaria” ed è caratterizzata da un alto tasso di erotismo; e quella spagnola (“Las Vampiras” e altri titoli) pesantemente censurata, che è quella giunta in Italia sottotitolata. Nella versione spagnola in esame è stata drasticamente ridotta la componente omosessuale della pellicola originaria e sono state inoltre aggiunte alcune scene inedite. La conseguenza di questo processo di addizione-sottrazione è che alcune sequenze risultano irrazionali o poco chiare, tanto che si arriva quasi a parlare di due film diversi piuttosto che di differenze tra le varie versioni. La trama mescola una rilettura in chiave femminile del “Dracula di Bram Stoker” con elementi derivanti dal racconto “Carmilla” di Joseph Sheridan Le Fanu e altri originali sullo sfondo di un insolita ambientazione turca (il film fu girato tra Istanbul, Berlino e Alicante). La discreta fotografia enfatizza il senso di decadenza ed abbandono dei luoghi in cui si svolge il film, per lo più località balneari fuori stagione e palazzi fatiscenti. Ottengono lo stesso effetto anche la singolare scelta di ambientare la vicenda quasi sempre di giorno (in piena luce) e l’uso frequente di colori vivaci. Particolarmente riuscita è la sequenza del sogno di Alice: fascinosa e carica di simbolismi che si chiariranno in parte solo alla fine. Il film però dopo un inizio promettente, si perde progressivamente, trascinandosi un po’ stancamente fino alla catartica conclusione. Fortunatamente la straordinaria interpretazione di Soledad Miranda nei panni della Contessa vampira Diana di Uskudar riesce a sostenere tutto il peso del film, anche nei frequenti momenti lenti e meno riusciti di questo. L’attrice, morta poco tempo dopo a soli 27 anni in un tragico incidente automobilistico, domina interamente la scena con la sua presenza carismatica, magnetica e la sua malinconica bellezza fin dai titoli di testa. Lo stesso Franco rivelò che Soledad subiva quasi una trasformazione fisica durante le riprese. Il film purtroppo patisce qualche caduta trash tipica del regista spagnolo, ma nel complesso riesce a mantenere intatta l’atmosfera onirica e decadente dall’inizio alla fine, presentandosi come un prodotto anticonvenzionale e permeato da un delicato (almeno tale nella versione spagnola) erotismo.

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