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Marco Castellini
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Amity è una tranquilla località balneare che deve i propri guadagni quasi esclusivamente al turismo. Ma, all'improvviso, un grande squalo bianco prende possesso delle acque e uccide una ragazza. Il sindaco di Amity si chiede se è giusto sacrificare la cittadina e mandare i turisti verso altri lidi e così le spiagge non vengono chiuse...Tre uomini su una barca, appartenenti a tre differenti classi sociali, con una diversa esperienza di vita, uniscono le proprie forze alla ricerca del pericoloso animale..
Tratto da un romanzo di P.Benchley e diretto dal mago Spielberg, questo film è entrato nell’immaginario collettivo e risulta uno dei più citati, dei più copiati e dei più famosi di tutti i tempi.
Gioiello della tecnica e soprattutto del montaggio (per il quale vinse un meritatissimo Oscar, insieme a quello per la colonna sonora), "Lo squalo" presenta vari temi che ricorreranno nei film successivi di Spielberg: il maschilismo, la mancanza del padre, la rivincita dell'uomo comune.
Schedato dalla critica come film "commerciale", "Lo squalo" invece si presenta, sia dal punto narrativo che tecnico, come cinema allo stato puro e non semplicemente come un fumettone spettacolare. Pensiamo soltanto all'idea centrale del film: ciò di cui noi abbiamo più paura è l'imprevisto, qualcosa che non possiamo vedere, sentire, né tantomeno dominare, ma che esiste e ha la facoltà di colpire. Così Spielberg sceglie di non far quasi mai vedere lo squalo, ma di farcene comunque avvertire la presenza. Grande cinema!
Curiosità: "Lo squalo" è il terzo film di Steven Spielberg, all'epoca ventottenne, ed il suo primo grande successo. Il film rientra ancora nella lista dei primi dieci più visti nel mondo.
Lo squalo venne costruito in poliuretano, era lungo circa sette metri e pesava una tonnellata e mezzo. Affondò appena messo in acqua. I tecnici riprovarono una seconda volta: esplose. Dopo molti tentativi vinse il "modellino" Bruce, che costò circa tre milioni e mezzo di dollari (nel 1975!).