Kansas 2044. Il viaggio nel tempo non è ancora stato inventato ma trent'anni più avanti è divenuto una realtà di cui però è vietato l'utilizzo. Ovviamente il crimine non si occupa dei divieti e ne fa un uso molto specifico. Un'organizzazione guidata da un capo spietato 'trasferisce' le proprie vittime trent'anni indietro dove un killer (detto 'looper' traducibile in 'uomo che si occupa del cerchio') lo attende per eliminarlo e farne sparire il cadavere. Joe è un looper che risparmia ciò che guadagna in questo mestiere per alimentare il sogno di potersi trasferire in Francia. Ma dal futuro è iniziata una nuova campagna: tutti i looper ancora presenti sul territorio nel 2074 vanno spediti trent'anni indietro perché vengano uccisi. Un giorno Joe si vede arrivare davanti se stesso, con trent'anni in più.
Registi
Rian Johnson
Cast
Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis, Emily Blunt, Paul Dano, Noah Segan, Piper Perabo, Jeff Daniels, Pierce Gagnon, Xu Qing, Tracie Thoms
Nel 2074 uccidere facendola franca è diventato pressoché impossibile e cosi la malavita si serve dei viaggi nel tempo per far eliminare i propri rivali, inviandoli nel passato. Ad aspettare i malcapitati nel 2044 troviamo i looper, killer che uccidono gente proveniente dal futuro facendone quindi sparire corpi e permettendo cosi agli affari delle bande mafiose di fare il loro corso. L'unico inconveniente per i looper è che quando un loop viene chiuso i killer hanno trent’anni di tempo per godersi tutto il denaro accumulato ma poi vengono eliminati con la medesima tecnica, dunque inviati nel passato dove un killer specializzato dovrà farli fuori.
Un giorno il looper Joe si trova però faccia a faccia con se stesso da vecchio da uccidere ma se lo lascia scappare, dovendo cosi non solo rincorrere il suo doppio ma trovandosi anche a fuggire dalla malavita locale.
Nonostante il genere fantacientifico sia sempre stato affascinato dai viaggi nel tempo era da un po' che non ci venivano proposti film su questo argomento, l'ultimo dei quali è forse da ricercare nell'ottimo "Source Code" di Duncan Jones; ma a rimediare a questa mancanza arriva Rian Johnson con “Looper”.
Il film in questione ci presenta subito un lontano futuro per poi portarci a un lontano presente, dove la possibilità di viaggiare attraverso il tempo è realtà. Il futuro delle persone in “Looper” è già scritto, già vissuto ed è destinato e forzato a ripetersi all'infinito in un loop continuo e dal quale non se ne dovrebbe uscire mai.
Iniziamo subito con lo specificare che “Looper” è si un vero e proprio film action ma che il carattere psicologico e la riflessione che ne deriva risultano sicuramente più rilevanti delle comunque immancabili e spettacolari sparatorie e degli inseguimenti. Quello che il film mette però in scena è una vera e propria riflessione sulla voglia (o sulla necessità?) di uscire dagli schemi prefissati, di avere il controllo sulla propria esistenza anche a scapito di quella di altri, stravolgendo le regole della società anche se ciò non risulta di certo semplice.
In questo film il senso del tempo si perde completamente, si parla di flashback per alcuni personaggi e di flashfoword per altri in un intricato ma funzionante labirinto dal quale sembra impossibile uscire. Il film in questo senso non risparmia neanche i bambini infatti la missione del personaggio
interpretato da Bruce Willis – che per salvare il proprio futuro (ma non solo) deve trovare nel passato colui che diventerà il boss della criminalità in "versione" bambino ed ucciderlo – è qualcosa che difficilmente vediamo in un film hollywoodiano.
Durante il film si segue e si tifa per ogni personaggio che ha una propria forte motivazione per agire ma fino ad un certo punto; poi il concetto di "cosa giusta", di buono e cattivo, si perde ed un turbine di emozioni, di sentimenti contrastanti e di smarrimento ci pervade fino ad un finale forse scontato ma per nulla forzato.
Nonostante ciò “Looper” non è di certo un film perfetto ed anche se non manca di eleganza si incorre durante la sua durata ad alcune piccole cadute di stile come la sparatoria alla "Die hard" di Willis o come le eccessive (per non dire quasi inutili) dimostrazioni di poteri paranormali che tanto fanno fumetto Marvel. Ci sono inoltre delle piccole cose che non tornano del tutto come la gratuita uccisione della moglie orientale di Willis quando fin dall'inizio ci spiegano quanto sia impossibile eliminare qualcuno nel futuro o come il poco
costruito rapporto sentimentale tra il protagonista e la madre del bambino che protegge.
Il cast, dal canto suo, calza a pennello a partire da Joseph Gordon-Levitt ("50/50", "Hesher è stato qui") che dal post "Inception" ha iniziato a comparire in un'infinita serie di pellicole quasi sempre convincenti, per andare a Bruce Willis che fa il suo ricalcando un po' il protagonista de "L'esercito delle 12 scimmie" per finire con un ottimo Paul Dano ("Un perfetto gentiluomo") nella parte del primo looper fuggiasco e di un Jeff Daniels ("Scemo e + scemo") nella parte del villain che evita gli stereotipi e che inquieta e convince grazie alla sua calma e alla sua professionalità. Emily Blunt ("i Guardiani del destino") è invece forse quella che risulta un po' fuori parte rispetto agli altri palesandosi a volte forzata ma regalandoci comunque una dignitosa prestazione.
In sostanza il filone "psicologico-fantascientifico" che ultimamente sembra aver preso piede nel quale la fantascienza è più votata ad un'analisi della società e della psicologia umana che ad un fine prettamente action e "caciarone" continua con quest'ottimo “Looper”.
Consigliato.
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