May backdrop
May poster

MAY

2003 US
aprile 11, 2003

May è una giovane e strana ragazza che ha avuto un'infanzia molto difficile e che non conosce il significato dell'amicizia e dell'amore. Lavora in una clinica per animali e vive da sola con la sua unica vera "amica", una bambola che la madre gli regalò quando era ancora piccola. Quando ancora una volta i tentativi di conquistare l'uomo dei suoi sogni andranno falliti, deciderà di costruirselo da sola l'uomo perfetto, usando le parti delle sue vittime.

Cast

Angela Bettis, Jeremy Sisto, Anna Faris, James Duval, Nichole Hiltz, Kevin Gage, Merle Kennedy, Chandler Riley Hecht, Rachel David, Nora Zehetner
Dramma Horror Commedia
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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May è una ragazza sola e introversa, lavora come assistente veterinario in un piccolo ambulatorio, si diletta con il cucito e ha un rapporto speciale con Lucy, una bambola di porcellana che le è stata regalata da sua madre quando era una bambina. Un giorno May si innamora di Adam, un ragazzo che incontra spesso in lavanderia e comincia una relazione con lui, ma gli atteggiamenti un po’ eccentrici della ragazza fanno si che Adam si allontani da lei. A questo punto May comincia a ricambiare le attenzioni omosessuali della sua collega Polly, che però dimostra ben presto di essere interessata solamente a un’avventura. Il già fragile equilibrio mentale di May comincia a rompersi e la ragazza, stanca della sua perenne condizione di solitudine, decide di fabbricarsi un amico da se, con ago, filo e membra umane. L’esordio cinematografico di Lucky McKee è di quelli fulminanti che sempre più raramente si incontrano nel cinema horror degli ultimi tempi. Il giovane regista americano, che in seguito continuerà a seguire una personalissima poetica della solitudine femminile, comincia la sua carriera esplorando i meandri della mente di una giovane disadattata che fa di tutto per farsi accettare dal mondo che la circonda, senza risultati positivi se non tramite pratiche “poco ortodosse”. La sensibilità, l’amara ironia, l’incredibile caratterizzazione psicologica della protagonista fanno di “May” un gioiellino dell’horror contemporaneo. Ma parlare di horror tout court è riduttivo quando ci si riferisce a “May”, dal momento che in primis il film di McKee è un dramma psicologico che si contamina spesso con i toni leggeri della commedia, un ordinato mix di generi che aiuta a sottolineare la funzionalità cinematografica nella narrazione di un ego ferito, sensibile e irrimediabilmente schizofrenico. Così, come da tradizione del cinema dei freaks, anche in “May” il punto di vista è quello del mostro, un mostro umano, però, per il quale si tende a parteggiare e con il quale è impossibile non immedesimarsi. In fin dei conti non c’è un po’ di “May” in ognuno di noi? Una ragazza introversa e osteggiata dalla comunità semplicemente per la sua voglia di affetto manifestata in maniera eccentrica, che poi non è altro che il risultato dell’allontanamento subito dalla ragazza fin da bambina per una semplice anomalia fisica (un occhio pigro) che la rendeva una bambina speciale e perciò incline all’isolamento. Una vita da vittima che improvvisamente muta in una vita da carnefice, una novella Frankenstein che nell’elegante delirio splatter finale dona un’aura diabolica al personaggio preservando del tutto il tono di delicata ricerca di affetto che percorre l’intero film. May è uno di quei personaggi per i quali è molto facile provare empatia, una perdente in un mondo di mediocri che riesce a trovare la propria dimensione solo attraverso una regressione nell’interiorità. Non a caso la migliore amica di May è Lucy, una bambola che “vive” in una teca di vetro, un chiaro alter ego della protagonista, emotivamente fragile come la porcellana e isolata dal mondo esterno. A mano a mano che l’equilibrio mentale di May si incrina, la teca di Lucy mostra delle crepe: i due simulacri di rancore e rabbia si infrangono nella dimensione dell’orrore in cui l’essere umano e la bambola finiscono per coincidere completamente nel macabro e grottesco pupazzo di carne e stoffa che rappresenta il vero amico definitivo di May, l’unico capace di sfiorarle delicatamente il volto in un gesto di sincero amore. Si tratta di Amy, che non a caso è anagramma di May, il colpo di coda che dona un tocco di surrealtà al film con un amarissimo finale mascherato da happy end. A dare corpo a May c’è una bravissima Angela Bettis (“La Casa dei Massacri”, “Carrie”), attrice feticcio di McKee (tornerà nell’episodio dei “Masters of Horror” da lui diretto, “Sick Girl”) capace di rendere un personaggio tanto strambo e sui generis con naturalezza, disinvoltura e umanità. Il resto del cast è formato da una brillate Anna Faris post “Scary Movie” e da un Jeremy Sisto (“Wrong Turn”; “436 – La profezia”) un po’ monocorde. “May” è un particolarissimo e piacevole horror assolutamente da recuperare, un’intelligente film d’orrore intimistico ben scritto e ben interpretato che ingiustamente è stato sottovalutato dalla distribuzione nostrana.