GG
Giuliano Giacomelli
•La giovane Christie ha subito un duro colpo dopo la morte del padre, apparentemente affogato in piscina, ed ora è soggetta a frequenti incubi e stati di sonnambulismo. Da questo momento in poi scoprirà di essere seguita e spiata da una misterioso e tetro individuo incappucciato che tenterà, una notte, persino di aggredirla. Chi sarà mai quel misterioso individuo? Cosa cerca dalla giovane Christie? La ragazza, con l’aiuto del suo fidanzato, cercherà di scoprirlo finché verrà a capo di un orribile verità.
“Mortuary – Obitorio” è un esempio, non tanto riuscito, di thriller/horror della prima metà degli anni ’80 (1983 per esattezza) che, pur essendo realizzato per una regolare diffusione cinematografica (anche se da noi è approdato solamente nelle videoteche), annovera uno stile abbastanza povero e televisivo.
Purtroppo, il film, non può vantare un soggetto particolarmente intrigante e ben escogitato poiché è impossibile non notare una magrezza di contenuti che, oltre ad essere un po’ troppo vacillanti, risultano anche assemblati in maniera poco professionale e poco convincente. Nella poco riuscita di “Mortuary” sicuramente gioca una carta chiave la debole sceneggiatura scritta da Howard Avedis (intento a portare avanti anche la regia) che non riesce a ricreare bene i tempi narrativi così da mostrare profonde carenze sotto diversi aspetti. Il più rilevante difetto sceneggiativo forse, è quello di non riuscire ad approfondire con sufficienza alcune situazioni che in un primo momento sembrano svolgere un ruolo essenziale per la conclusione del film e invece, successivamente, verranno totalmente abbandonate o, comunque, poco approfondite (è questo il caso delle sedute spiritiche sostenute nei seminterrati dell’obitorio). Altri problemi sceneggiativi sono riscontrabili in una costruzione narrativa che eccede in qualche lentezza (ma mai sconfinando nella noia) e nella poco felice decisione di rendere nota l’identità e il movente del killer da metà film in poi e, così facendo, si genererà una mancanza di tensione o suspance e si corre il rischio di perdere l’interesse dello spettatore.
Molto efficace, però, risulta essere la resa estetica dell’assassino che, grazie ad una semplice maschera bianca e indumenti lugubri e tetri, riesce ad emanare un buon senso di inquietudine risultando particolarmente adatto per la realizzazione di una pellicola horror. Azzeccata e innovativa è l’arma usata dal killer per compiere i suoi delitti, ossia un lungo e acuminato aspiratore del sangue…uno di quelli usati, negli obitori, per imbalsamare i cadaveri. Peccato, inoltre, che i delitti seppur mai lasciati al fuori campo (il che è un bene) siano poco sanguinosi poiché un uso più spensierato di sequenze sanguinarie avrebbe senz’altro giocato a favore del risultato complessivo.
Buono il cast composto da attori più che validi come un bravissimo Christopher George (“Paura nella città dei morti viventi”, “Grizzly – l’orso che uccide”) e un giovanissimo e ancora alle prime armi Bill Paxton (“Frailty”, “Twister”).
In conclusione questo “Mortuary – Obitorio” è un film di poco conto e caratterizzato da molteplici pecche ma che, tutto sommato, riesce ad intrattenere e a non dispiacere.
Notevole e inaspettato l’enigmatico finale.