Sympathy for Mister Vengeance backdrop
Sympathy for Mister Vengeance poster

SYMPATHY FOR MISTER VENGEANCE

복수는 나의 것

2002 KR
mars 29, 2002

Ryu est un ouvrier sourd et muet, dont la sœur est en attente d'une opération chirurgicale. Son patron, Dongjin, est divorcé et père d'une petite fille. Young-Mi, la fiancée de Ryu, est une activiste gauchiste. Lorsque Ryu perd son emploi et voit diminuer les chances d'opération de sa sœur, elle lui propose de kidnapper la fille de Dongjin. La rançon obtenue servirait à pouvoir soigner la sœur de Ryu. Mais le plan parfait tourne à la catastrophe…

Distribution

Song Kang-ho, Shin Ha-kyun, Bae Doona, Im Ji-eun, Han Bo-bae, Lee Dae-yeon, Ki Joo-bong, Kim Se-dong, Lee Yoon-Mi, Ryoo Seung-bum
Drame Action Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

MP

Marco Pitzalis

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Lo sfortunato Ryu decide di rapire una bambina, ma questa accidentalmente muore. Il padre, che dopo la morte della figlia rimane completamente solo (la moglie lo aveva lasciato quando gli affari andavano male), in preda alla rabbia e alla disperazione, medita vendetta. E' la sola unica cosa che può "soddisfarlo". Ma avrà pace dopo averla ottenuta? "Mr. Vendetta" è il primo episodio della Trilogia della Vendetta del regista coreano Park Chan-wook. Lo spettatore è spiazzato e non sa per chi parteggiare. Tutti hanno ragione... e tutti hanno torto. Una cosa sola è certa: le loro azioni, giuste o cattive che siano (dipende dal nostro punto di vista, dalla nostra coscienza) si pagano con il sangue. Questo è un film lento, ma ciò non costituisce essenzialmente un difetto. E' un film tutt'altro che frenetico, come magari potrebbe apparire "Old Boy", secondo capitolo della trilogia; piuttosto si tratta di un film ragionato, più riflessivo e più delicato, si sofferma molto sulla bellezza delle immagini (Park Chan-wook ci sa fare: nei suoi studi giovanili può vantare corsi di estetica, e guardando questa pellicola capirete come il regista sappia maneggiare con cura la macchina mostrando allo spettatore immagini meravigliose, un piacere per gli occhi, pura poesia). La violenza? Non mi sento di dire che questo sia un film violento. Dopo decine e decine di film horror, qualche tagliuzzo con un coltello, sprangate in testa, sangue che schizza a metri da una giugulare perforata e una tortura con elettroshock, sicuramente non impressioneranno più di tanto lo speattatore. La cosa che potrebbe invece apparire disturbante più della tortura è la violenza psicologica, quella sì, l’esposizione dei sentimenti di rabbia, dolore, sofferenza, disperazione, impotenza di fronte alla sfortuna di una condizione economica tutt'altro che agiata. Probabilmente è più straziante osservare la faccia del padre che vede il cadavere della propria bambina, sua unica ragione di vita... o il fratello che vede la sorella soffrire atrocemente e non sa come aiutarla... piuttosto che la violenza esplicita. In questo senso "Mr. Vendetta" è un film che colpisce lo spettatore più volte nello stomaco, senza mostrare troppo sangue, e l'esposizione di questi sentimenti avvicina affettivamente lo spettatore ai disperati protagonisti. Si tratta di un film complesso tanto quanto "Old Boy": se quest'ultimo, a mio avviso, è un puzzle, con pezzi che pian piano si riuniscono, questo "Mr. Vendetta" può essere considerato un domino, con azioni legate una all'altra, con la vendetta come filo unico conduttore, violenza che causa altra violenza, morte che semina morte, e così via: tutti vengono investiti da questa furia cieca e distruttrice, la vendetta probabilmente non è la cura migliore, ci viene da pensare. Ma forse è un "diritto" di fronte a tanta sofferenza. Un sentimento che affascina. Il fascino perverso che avvolge questo sentimento oscuro rapisce e coinvolge. Alcuni punti rimangono oscuri allo spettatore. Non sono punti salienti, per carità, ma qualche interrogativo rimane sospeso. Come ha fatto Ryu a rapire la bambina? Come ha fatto al polizia a capire che Ryu è il colpevole? Come riesce il papà della bambina a trovare il nascondiglio di Ryu? Sono domande che non trovano risposta, forse è un film che va visto più volte, comunque non sono domande fondamentali al fine di comprendere il senso del lavoro di Sua Maestà Park Chan-wook. Ultimo avviso: ripeto per l'ennesima volta che il regista sacrifica l’azione alla psicologia dei personaggi e alla drammaticità della vicenda; scordatevi quindi l'adrenalina di "Old Boy"!