Non Aprite quel Cancello backdrop
Non Aprite quel Cancello poster

NON APRITE QUEL CANCELLO

The Gate

1987 CA
aprile 21, 1987

Due ragazzini, Glen e Al, insieme al loro amico Terry scoprono nel giardino della loro casa una bizzarra buca profonda. Da quel momento strani eventi ed omicidi accadranno intorno a loro.

Registi

Tibor Takács

Cast

Stephen Dorff, Christa Denton, Louis Tripp, Kelly Rowan, Jennifer Irwin, Deborah Grover, Ingrid Veninger, Linda Goranson, Scot Denton, Sean Fagan
Fantasy Horror
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nel cortile della casa del piccolo Glen, un albero colpito da un fulmine viene sradicato e portato via da alcuni operai, lasciando una voragine nel terreno. Il ragazzino, insieme all’amico Terry, comincia a fantasticare sulla possibilità che quel buco sia in realtà un passaggio attraverso il quale alcuni demoni potrebbero giungere sulla Terra e schiavizzare l’umanità. Ma le ipotesi dei due ragazzini non sono del tutto fantastiche poiché, dopo che Terry ha letto una formula magica su un suo libro di occultismo, le forze demoniache si scatenano davvero e assaltano la casa di Glen in cerca di due vittime da sacrificare al Principe delle Tenebre per poter consentire il suo ritorno sulla Terra. Datato 1987, “Non aprite quel cancello” è uno dei più noti horror dei tardi anni ’80 a trattare orrori infantili inquadrati secondo un’ottica del tutto infantile: protagonisti della vicenda sono due ragazzini e la sorella di uno di loro adolescente, la minaccia è rappresentata da demoni e creature infernali che provengono dal sottosuolo, l’azione si svolge tra goliardate bambinesche, paure ataviche e risoluzioni fantasiose e sempre strettamente legate all’universo pre-adolescenziale. Visto sotto quest’ottica, “Non aprite quel cancello” rivela fin da subito le sue caratteristiche di ingenuo prodotto d’intrattenimento destinato ad un pubblico di teen agers strettamente “d’epoca”, ma se osservato con piglio interno al sottofilone, non si può far altro che notare che questo film rappresenta uno dei più riusciti e felici connubi tra horror e infanzia appartenenti a quegli anni. Fra “Trols”, “Ghoulies”, “L’occhio del gatto”, “La bambola assassina” e molti altri, gli anni ’80 sono stati contraddistinti da un vero e proprio sottofilone che faceva dei bambini i protagonisti di cattivissime storie, spesso tendenti al fantasy, in cui veniva esplorato, il più delle volte con una superficialità disarmante, l’universo delle paure infantili, mettendo su delle storie che rappresentavano a forza di cose un immancabile metaforico passaggio dallo stato infantile ad una maturità interiore causata dall’esperienza traumatica. In “Non aprite quel cancello” non abbiamo un bambino difficile ed introverso come capita nella maggior parte di questi film (attenzione, si è pensato di introdurre ugualmente questo personaggio, ma non nel ruolo di protagonista!), ma un ragazzino amato e senza alcun problema psicologico, destinato però ad uscire con forza dal guscio protettivo in cui è rinchiuso per potersi confrontare con i problemi esterni, qui rappresentati da demoniaci invasori. E per far ciò vengono esplorati un po’ tutti i topoi che rappresentano le paure infantili: la solitudine e, soprattutto, la perdita dei cari; l’armadio e il “sotto il letto” come luoghi in cui si annidano le minacce; la morte di un animale domestico come motivo di dolore e funesto presagio; il mondo onirico e inconscio (non a caso il film si apre con un incubo del piccolo protagonista). L’uso degli effetti speciali in questo film è fondamentale e la resa estetica che hanno i demoni, creati con una riuscitissima stop motion, è tra i più alti vertici raggiunti in questo campo: i demoni lillipuziani che fuoriescono dalla voragine sono spaventosi e allo stesso tempo estremamente affascinanti, il gigantesco demone lovecraftiano che si mostra nel finale anche ha una resa stupefacente. Non c’è una considerevole dose di gore, ma francamente sarebbe stata intrusa in un’opera di questo tipo, più dedita alla creazione dell’atmosfera. Tra gli interpreti si può riconoscere un giovanissimo Stephen Dorff (“Blade”, “Paura.com”) nel ruolo di Glen. La regia è del bravo Tibor Takacs che sa dosare con efficacia una prima parte di presentazione, più riflessiva e con buoni momenti di suspance, e una seconda frenetica e dedita ai facili spaventi e agli effetti speciali. Ricordiamo che Takacs oltre “Non aprite quel cancello” ha diretto nel 1989 una terrificante e riuscitissima storia di amore e follia con “Sola in quella casa” per poi perdersi inesorabilmente tra le produzioni direct to video (suo è il recente e brutto “Rats”). Esiste anche un “Non aprite quel cancello 2”, sempre diretto da Tibor Takacs, in cui il personaggio di Terry diventa protagonista assoluto della vicenda, ma è un film difficile da reperire e davvero pessimo.