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Marco Castellini
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A causa di una seduta spiritica Nosferatu, sepolto a Venezia durante la peste del 1700, resuscita e semina il panico tra gli aristocratici discendenti della sua antica amante. Il film, seguito non ufficiale del “Nosferatu” di Herzog, non presenta particolari spunti di interesse. Buone le interpretazioni del “folle” Klaus Kinski e del sempre bravo Donal Pleasence, ed ottima la scenografia veneziana, ma poco altro. “Nosferatu a Venezia” ebbe non pochi problemi in fase di produzione: in un primo tempo la regia del film era stata affidata a Mario Caiano, che però abbandonò il set a causa delle intemperanze di Kinski che (come lo stesso Cozzi ci ha confidando nell’intervista che ha rilasciato in esclusiva per HorrorCult) sfociarono addirittura in un attacco violento, con il lancio di uno specchietto per il trucco in faccia al regista! Dopo l’abbandono di Caiano la regia passò a Caminito ma in realtà - come ancora Cozzi ci ha confermato - fu proprio lui a portare a termine il progetto (merito suo è ad esempio l’ottima sequenza della decomposizione di un cadavere, o ancora il volo di Nosferatu sopra Venezia). Non un capolavoro ma un dignitoso b-movie adatto agli amanti del genere.