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PULSE

Octane

2003 LU
mai 16, 2003

Una jeep viaggia su una autostrada, di notte; Senga Wilson è al volante, stanca, tesa. Sua figlia Nat è accanto a lei, Senga si sta addormentando. In una sosta, Nat invita una ragazza a salire, ma poco dopo scompare. È solo l'inizio dell'incubo...

Réalisateurs

Marcus Adams

Distribution

Madeleine Stowe, Norman Reedus, Bijou Phillips, Mischa Barton, Jonathan Rhys Meyers, Leo Gregory, Martin McDougall, Gary Parker, Amber Batty, Jenny Jules
Horror Thriller Mistero
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nat è in viaggio con sua madre Senga, con la quale ha da qualche tempo un rapporto molto conflittuale, probabilmente a causa del recente divorzio che la donna ha affrontato. A causa di un rallentamento causato da un incidente, madre e figlia decidono di fermarsi in una stazione di servizio aspettando che sia liberata la strada. Le due fanno la conoscenza di una ragazza che chiede loro un passaggio, ma arrivata a destinazione, l’autostoppista scompare nel bosco. Nat e Senga continuano il viaggio ma, in seguito ad una litigata, Nat fugge via e la madre fa appena in tempo a vederla salire su un pulmino insieme all’autostoppista di poco prima. Da qual momento la donna si metterà alla ricerca della figlia. Inizio promettente: un incidente mortale sull’autostrada con l’unico superstite che tenta di venir fuori dalle lamiere; arrivano i soccorsi ma quelli che ad un primo momento sembrano della polizia stradale, si rivelano dei misteriosi assassini in divisa. Il prologo è dunque interessante, con un accattivante déjà-vu che riporta alla mente il “Crash” cronenberghiano; ma pochi minuti dopo i titoli di testa si comincia già ad intuire che non tutto va per il meglio. I personaggi principali di “Octane” sono una madre e una figlia in conflitto, un conflitto dato dall’eccessivo senso di protezione della madre e alimentato dal suo recente divorzio dal marito, al quale la figlia era molto attaccata. Una situazione, questa, che ormai è stata proposta e riproposta nel cinema di genere (e non) in tutte le salse e ormai comincia seriamente a diventare un fastidioso luogo comune per descrivere rapporti familiari vacillanti ma prevedibilmente destinati a risaldarsi. Con il passare dei minuti, “Octane” perde continuamente colpi, si mostra ripetitivo all’inverosimile, costantemente incentrato sull’andirivieni sull’autostrada delle due donne, il che mostra un’evidente pochezza del soggetto e soprattutto una sceneggiatura debole. Oltre alla ripetitività dell’azione, la sceneggiatura di Stephen Volk (“Il bacio del terrore”; “L’albero del male”) non presenta una sufficiente caratterizzazione dei personaggi che oltre alle stereotipate protagoniste, mette in scena un villain anonimo e inconsistente e un coprotagonista inutile. Le protagoniste sono interpretate da Madeleine Stowe (“We Were Soldiers”), nel ruolo della madre, e Misha Barton (il serial tv “The O.C.”) in quello della figlia, affiancate da un inadatto Jonathan Rhys Meyers (“Match Point”) nel ruolo del malvagio di turno, più simile ad un modello di una campagna pubblicitaria Calvin Klein piuttosto che ad un sadico capo clan. Piuttosto intruso risulta poi il personaggio interpretato da Norman Reedus (“Masters of Horror: Cigarette Burns”; “Balde 2”), messo lì per dare spiegazioni su ciò che accade, spiegazioni che risultano comunque confuse e frammentarie. La regia di Marcus Adams (“Long Time Dead”) è piuttosto curata, però il frequente montaggio da videoclip, la fotografia così fastidiosamente edulcorata e la colonna sonora quasi esclusivamente composta da pezzi dance rendono la confezione piuttosto indigesta. Visto il cast di giovani bellocci, l’aspetto formale e le musiche impiegate e la completa assenza di scene “forti”, si può intuire che il target medio di questo prodotto siano ragazzine appartenenti alla nuova mtv generation, peccato però che “Octane” risulti anche dannatamente noioso, allontanando così in parte anche il pubblico più giovane in cerca di intrattenimento. Insomma, “Octane” è un film brutto a tutto tondo, difficile da consigliare a chiunque.