Passengers backdrop
Passengers poster

PASSENGERS

2008 CA
septiembre 26, 2008

Un avión se estrella pero hay supervivientes. La joven terapeuta Claire, una brillante psicóloga, deberá ayudar a los supervivientes a superar el trauma. Pero, poco a poco, éstos empiezan a desaparecer misteriosamente... o a no aparecer en la sesiones. Nada está claro, ni siquiera qué pasó en el accidente. Además, entre los supervivientes está Eric, un pasajero que parece no necesitar terapia.

Directores

Rodrigo García

Reparto

Anne Hathaway, Patrick Wilson, Andre Braugher, Dianne Wiest, David Morse, William B. Davis, Ryan Robbins, Clea DuVall, Don Thompson, Andrew Wheeler
Drama Suspense Misterio Romance
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Dopo un misterioso incidente aereo, i pochi sopravvissuti vengono affidati alle cure psicologiche della giovane Claire Summers. Ma le sedute di gruppo vanno avanti tra molte difficoltà e le contraddizioni dei pazienti che spingono Claire a pensare che sia in atto una strategia di copertura sui motivi del disastro da parte della compagnia aerea. Tra i vari pazienti, colui che maggiormente attira l’attenzione della psichiatra è Eric, un ragazzo introverso che si rifiuta di partecipare alle riunioni e con il quale instaura un forte legame sentimentale. I pazienti di Claire però cominciano misteriosamente a sparire e la ragazza decide di indagare a fondo sulla vicenda. Non c’è cosa peggiore in un film che si costruisce sul colpo di scena finale che la prevedibilità. “Passengers – Mistero ad Alta Quota” è il classico mistery creato direttamente partendo dalla fine, un po’ come si fa con alcuni gialli in cui prima si pensa al colpevole e al suo movente e poi si va a ritroso per cucirne attorno una storia e un’indagine. Solo che il punto d’arrivo di “Passengers” è un po’ il punto di partenza dello spettatore standard che abbia alle spalle un bagaglio cinematografico mediamente corposo che si appresta a guardare un film del genere con un minimo di cognizione di causa. Il regista Rodrigo Garcia e lo sceneggiatore Ronnie Christensen sbagliano quindi il bersaglio di diversi metri, ma il fallimento di un thriller come “Passengers” non è solamente attribuibile al grave difetto della prevedibilità, ma riunisce in se una marea di altre macroscopiche pecche. Iniziamo col dire che il film ha i tempi completamente sballati. La vicenda ci mette decisamente troppo a partire tanto che per circa cinquanta minuti è perfino difficoltoso tracciare un filo narrativo, ma si procede con il criterio dell’accumulo di piccoli eventi ridondanti e spesso irrilevanti per l’economia della narrazione. Da quel momento il film decide timidamente di uscire allo scoperto ma, con perplessità del pubblico che era andato a vedere “Mistero ad Alta Quota”, “Passengers” si rivela una poco coinvolgente storiella romantica tra medico e paziente, con tutti i crismi che derivano dal trauma di lui e i tormenti sulla deontologia professionale di lei. Quando ormai è troppo tardi, si è ampiamente capito che “al cuore non si comanda” e il film sta per giungere ai 90 minuti, ci si ricorda che c’è da sbrogliare una matassa legata ad un “mistero”, ed ecco allora che, in modo fin troppo sbrigativo e improbabile, si cambia registro appiccicando al tutto quel finale preconfezionato che in qualche occasione fa anche a pugni con la “logica”. Quindi il ritmo altalenante si fa sentire fin troppo e soprattutto l’esitazione con cui si arriva al fulcro della vicenda fornisce una sensazione di “brodo allungato” decisamente fastidiosa. Le piccole parentesi investigative sono tutte dannatamente mosce e poco coinvolgenti, così come gli elementi di complotto appaiono tutti forzati e poco credibili. E’ un peccato, poi, che il regista abbia completamente trascurato il phatos che in un film dall’anima thriller è comunque indispensabile, anche per tenere vivo l’interesse dello spettatore (e “Passengers” in particolare ne avrebbe avuto bisogno), onde inserire in modo quasi ridicolo qualche “bus” con l’intento di far saltare lo spettatore dalla poltrona immotivatamente. Il cast di primissimo ordine appare decisamente sprecato in un filmetto dimenticabile come questo. Nei ruoli principali troviamo Anne Hathaway (“Il diavolo veste Prada”; “Bride Wars”) e Patrick Wilson (“Hard Candy”; “Watchmen”), zelante ma vistosamente poco convita la prima e completamente smarrito il secondo; mentre in ruoli di contorno appaiono David Morse (“Il miglio verde”; “Disturbia”), Andre Braugher (“The Mist”; “Live!”), la poco utilizzata Clea Duvall (“The Grudge”; “Zodiac”) e Dianne Wiest (“Ragazzi perduti”; “Mi chiamo Sam”). La regia del televisivo Rodrigo Garcia (tanta gavetta in “Carnivale” e “Six Feet Under”) è fredda e distaccata, così come lo spettatore coinvolto nella visione di questo film. In conclusione, “Passengers” è un film sbagliato in partenza, incapace di catturare l’attenzione dello spettatore, altamente prevedibile e perfino superficiale nel trattare i temi che affronta. Non è escluso che qualcuno in vena di romanticherie new age possa gradire, ma il ricordo che può tracciare nella memoria è sottile come il filo della tela di un ragno.