Paura backdrop
Paura poster

PAURA

2012 IT
juin 13, 2012

Ci sono occasioni nella vita che sarebbe meglio non cogliere. Marco, Simone e Ale sono amici da un sacco di tempo, vivono tutti in un quartiere nella periferia di Roma dove non succede mai niente. I ragazzi si ritrovano in mano le chiavi di una bellissima villa fuori città. E' la villa del Marchese Lanzi, che sarà via per tutto il fine settimana. Il Marchese è un tipo strano, un ricchissimo collezionista d'auto d'epoca, cliente dell'officina dove lavora Ale. I tre ragazzi non resistono e si tuffano senza limiti nel lusso della villa. Ma c'è un'unica cosa che non dovrebbero fare: andare in cantina..

Réalisateurs

Antonio Manetti, Marco Manetti

Distribution

Peppe Servillo, Francesca Cuttica, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele, Claudio Di Biagio, Paolo Sassanelli, Claudia Genolini, Massimo Triggiani
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Alessandro lavora in un'officina meccanica a Roma e quando viene a sapere che un suo ricco cliente, il Marchese Lanzi, sarà via per tutto il weekend per un raduno di auto d'epoca in Svizzera, decide di organizzare una festa proprio nella villa del Marchese, coinvolgendo in primis i suoi due migliori amici Marco e Simone. I tre riescono a intrufolarsi nella villa grazie a un mazzo di chiavi che Alessandro ha trovato nell'auto del Marchese e cominciano a spassarsela tra alcool e videogames, in attesa che arrivi la folla di loro amici per il party. Nel frattempo, Simone scende nei sotterranei nella villa e sentendo uno strano rumore provenire da dietro una porta chiusa, si accorge che dentro casa c'è qualcun'altro. I Manetti Bros. sono diventati negli anni una garanzia di buon cinema di genere, tra i pochi autori nel nostro Paese capaci e vogliosi di cimentarsi con tanti differenti generi solitamente considerati di “serie B” e non sostenuti dai produttori nostrani. Solo qualche mese fa abbiamo potuto vedere la loro riuscitissima incursione nella fantascienza con "L'arrivo di Wang" e ora già possiamo ammirare la loro ultima fatica, un horror puro che ha l’esplicativo titolo "Paura 3D". Questo nuovo film dei Manetti ha il primato di essere il primo horror italiano girato in stereoscopia ad approdare nelle sale e possiamo dire che si tratta anche di un ottimo 3D, sia in quanto a realizzazione tecnica che per la reale utilità della terza dimensione ai fini del film stesso. Un 3D utilizzato per lo più a favore della profondità e curiosamente riesce a sfruttare molto bene i diversi livelli percettivi pur essendo ambientato soprattutto in interni, creando un notevole senso di claustrofobia. 3D a parte, “Paura”, che in origine doveva chiamarsi più appropriatamente “L’ombra dell’orco” e ancor prima “La stanza dell’orco”, è un buon divertissment horror che riporta la mente dello spettatore affezionato a certe produzioni italiane anni ’80, con pregi e difetti del caso. Se da una parte abbiamo una sceneggiatura a tratti scricchiolante, dall’altra una serie di motivi per consigliare questo film. Cominciamo proprio da questi ultimi. “Paura 3D” ruota attorno alla storia di una segregazione che per tanti aspetti ricorda il celebre caso dell’austriaca Natascha Kampusch, i Manetti, però, non si limitano a riproporre una storia di cronaca e costruiscono attorno a questa vicenda un horror ad hoc che peschi tanto dal torture porn (in maniera maggiore) che dallo slasher movie, senza tralasciare una serie di elementi splatter e morbosi a tratti davvero insoliti. In questo zibaldone horror che procede tra fucilate in pieno volto, forconate, capezzoli strappati e decapitazioni, quello che colpisce di più è il malsano rapporto che si crea tra vittima e carnefice e che raggiunge il suo apice nella notevole scena della rasatura, che più di ogni altra riesce a mettere a disagio lo spettatore. Il serial killer con evidenti tendenze pedofile preserva il candore infantile delle sue vittime rasandole, negando lo sviluppo fisico proprio di quei particolari che primariamente indicano il passaggio alla pubertà e, in seguito, alla maturità. I meccanismi psicologici che muovono questo comportamento non sono mai urlati e lasciano un inquietante quanto affascinante sotto testo che trova nell’epilogo del film più di un’interpretazione. Il lato negativo di “Paura 3D”, come si diceva, è rappresentato da qualche elemento della sceneggiatura poco convincente. In primis notiamo un giocare con il clichés dell’horror che a tratti si fa decisamente banale, si accentua il comportamento poco realistico dei personaggi positivi con continui espedienti per farli separare e renderli, dunque, più vulnerabili ai colpi all’assassino. Una volta ci può stare, due già comincia a puzzare, ma tre e poi quattro sanno quasi di presa per i fondelli e infatti ad un certo punto non si coglie se l’intento dei Manetti è ironizzare su questa improbabile caratteristica o il tutto sia un macchinoso e poco riuscito espediente per far crescere la tensione. Anche la caratterizzazione dei tre ragazzi protagonisti è banalmente legata agli stereotipi dei “bad guys” da horror americano, personaggi poco simpatici e descritti in modo tale da far parteggiare lo spettatore per il cattivo della situazione, con il tentativo di creare empatia giusto con il più “sensibile” del gruppo. Al di là di questi appunti che tendono a rendere meno fluida una narrazione altrimenti ricca di ottimi spunti, “Paura 3D” è un film che nel complesso convince, ben diretto e con un lotto di attori molto bravi, dal cattivo Peppe Servillo (“Into Paradiso”), musicista prestato al cinema, al buon Lorenzo Pedrotti (“Imago Mortis”; “Krokodyle”). Su tutti spicca comunque Francesca Cuttica (“L’arrivo di Wang”) in un ruolo intenso e realmente difficile. Completano il cast Domenico Diele, già protagonista di “A.C.A.B.” e Claudio Di Biagio della web serie “Freaks!”.

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