Piegée à l'intérieur backdrop
Piegée à l'intérieur poster

PIEGÉE À L'INTÉRIEUR

Pro-Life

2006 US
novembre 24, 2006

Alors qu’ils s’en vont en voiture vers la clinique dans laquelle ils travaillent, Alex et Kim passent près de percuter une jeune fille qui semble s’être égarée. Étant sous le choc, la jeune fille est amenée à la clinique par le couple qui décide de vérifier si elle n’a rien. Ils apprennent alors qu’elle est enceinte d’un démon et qu’elle veut avorter.

Réalisateurs

John Carpenter

Distribution

Ron Perlman, Caitlin Wachs, Emmanuelle Vaugier, Mark Feuerstein, Biski Gugushe, Lisa Bunting, Stephen Dimopoulos, Ashley Whillans, Grace Bauer, Bill Dow
Horreur Thriller Téléfilm
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Il dottor Alex O’Shea e la sua assistente Kim investono accidentalmente con l’auto Angelique e la portano nella clinica per aborti in cui lavorano per accertarsi che la ragazza non si sia fatta nulla. Ma Angelique era diretta proprio alla clinica perché intenzionata a liberarsi del feto nato in seguito a una misteriosa violenza sessuale subita solo pochi giorni prima. La ragazza dice di essere stata stuprata dal diavolo e in effetti la velocità con cui prosegue la gravidanza ha dell’incredibile. Nel frattempo il padre di Angelique, accompagnato dagli altri tre suoi figli, assalta la clinica per recuperare sua figlia. Il signor Burcell, infatti, è molto devoto alla religione ed è fermamente contrario all’aborto, inoltre l’uomo dice di essere stato incaricato dalla stessa voce di Dio di fare qualunque cosa per far portare a termine la gravidanza della ragazza. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Dopo l’ottima prova data nella prima stagione di “Masters of Horror” con il bellissimo “Cigarette Burns – Incubo Mortale”, John Carpenter ci riprova e realizza un altro episodio di qualità. Con “Pro Life – Il seme del male” non ci troviamo agli altissimi livelli qualitativi dell’episodio precedente, ma siamo comunque in territorio puramente carpenteriano, ricco di atmosfere e tematiche care al regista di “Halloween – La notte delle streghe”. Se “Incubo Mortale” ricreava magnificamente le atmosfere lugubri e surreali del “Seme della follia”, in “Il seme del male” Carpenter tenta nuovamente la carta dell’auto-citazione mescolando le suggestioni mistico-blasfeme del “Signore del male” con la classica situazione/azione d’assedio derivata da “Distretto 13: le brigate della morte” e puntualmente riproposta in molte altre celebri opere del regista. Ciò che maggiormente risulta interessante in questo film è la voglia sempre presente in Carpenter di parlare a modo suo (anarchico e politicamente scorretto) di tematiche di grande rilevanza sociale; questa volta, al di là di una sceneggiatura non proprio impeccabile e spesso un po’ troppo “facile”, la tematica principale è l’aborto e la battaglia ideologica che da più di 30 anni divide i pro-life (i contrari all’aborto) e i pro-choice (i favorevoli). Carpenter sceglie di raccontare la storia con un piglio decisamente “di parte”, descrivendo il rappresentate dei pro-life come un bigotto estremista religioso che non esita a uccidere e torturare pur di obbedire alla sua ideologia (e qui una dura critica ai vari credi religiosi con una sottile riproposta di un cristianesimo “medievale”). Dalla parte opposta abbiamo coloro che praticano aborti e lavorano nella clinica, personaggi (quasi) razionali che tentano di risolvere il problema da un punto di vista scientifico, malgrado gli evidenti segni di un intervento soprannaturale. Malgrado Carpenter sia un democratico progressista convinto, dalla sua descrizione i personaggi che invece ne risultano più affascinati e sfaccettati sono proprio la famiglia di repubblicani conservatori che “sentono la voce di Dio”, capeggiati da un sempre carismatico Ron Perlman (“Hellboy”, “Blade 2”), novello Abramo che trascina i suoi figli a morire per la soddisfazione del volere divino. I due abortisti, interpretati da Mark Feuerstein (“Regole d’onore”, “Abandon”) ed Emanuelle Vaugier (“Cacciatori di zombie”; “Saw II”), sono invece poco approfonditi e incapaci di coinvolgere lo spettatore. Come spesso accade per gli episodi di “Masters of Horror”, la violenza e lo splatter abbondano, stavolta rappresentati da teste che esplodono, ripugnanti parti con abbondanza di liquidi e un dolorosissimo aborto praticato su un uomo (!!!). Buoni gli effetti speciali realizzati dal fidato team di Berger e Nicotero, che stavolta si sbizzarrisce a ricreare “alla vecchia maniera” demoni cornuti e raccapriccianti feti aracnoidi che tanto ricordano le creature apparse in “La Cosa” (altra auto-citazione). Insomma, “Il seme del male” è divertente, ritmato e scabroso al punto giusto, a parere di chi scrive l’episodio migliore della seconda stagione di “Masters of Horror”. Merita senz’altro mezza zucca in più.