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Pulse poster

PULSE

回路

2001 JP
February 3, 2001

In the immense city of Tokyo, the darkness of the afterlife lures some of its inhabitants who are desperately trying to escape the sadness and isolation of the modern world.

Cast

Kumiko Aso, Haruhiko Kato, Koyuki, Kurume Arisaka, Masatoshi Matsuo, Shinji Takeda, Kenji Mizuhashi, Shun Sugata, Ken Furusawa, Teruo Ono
Horror Thriller Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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In una cittadina del Giappone iniziano a manifestarsi strani eventi: molte persone scompaiono senza lasciare traccia, altri ricorrono al suicidio e un misterioso sito internet, mostrante stanze scure con immagini non ben focalizzate e seguito dalla domanda “Vuoi incontrare un fantasma ?”, si diffonde rapidamente nei computer della cittadina nipponica. A seguito di questi strani eventi il giovane Michi, con l’aiuto di un altrettanto giovane esperta di informatica, inizia ad indagare su ciò che sta accadendo e verrà a scoprire che dietro tutto si cela la minaccia di una forza ultraterrena che si diffonde tramite pc ed è intenzionata ad estinguere l’umanità. Siamo nel 2001 quando in Giappone, dalla mente di Kiyoshi Kurosawa, prende vita questo piccolo horror che in brevissimo tempo riesce ad impossessarsi del titolo di “cult” e che sembra voler essere un vero e proprio capolavoro della cinematografia nipponica. Kurosawa scrive e dirige un film insolito, un horror estremamente pretenzioso che decide di auto-esaltarsi nascondendosi dietro tematiche filosofiche; infatti il film in questione cerca di essere una profonda riflessione sulla solitudine e su ciò che essa può arrecare, mostrando il singolo uomo come un piccolissimo ed insignificante essere inserito e disperso in una società che non offre grandi capacità di interazione; inoltre vuole fornire anche una pesante critica alla tecnologia che viene vista come minaccia assoluta e come fonte di distruzione per l’uomo. Ma si capisce sin da subito che tali tematiche sono state inserite solo per innalzare il prodotto a film “serio” (specialmente l’argomento “solitudine”) e risultano essere decisivamente fuori luogo in quanto Kurosawa sembra essere in difficoltà nel trattare tali argomenti “filosofici”, tanto che il tutto sarà giusto accennato verbalmente in qualche scena ma niente si riesce a comunicare visivamente. Dunque come deve essere considerato “Kairo” ? Dobbiamo adattarci al comune vociferare e considerare anche noi questo film un vero capolavoro della cinematografia giapponese adattandoci a quella corrente di pensiero che tende a ritenere qualunque film orientale nato tra il finire degli anni novanta e gli inizi del duemila un capolavoro (qualunque siano i veri risultati raggiunti dall’opera)? Forse sarebbe più onesto valutare questo “Kairo” per ciò che è in realtà e cioè un film eccessivamente sopravvalutato che con molta difficoltà riesce ad essere digerito dallo spettatore medio. Infatti siamo di fronte ad una pellicola estremamente lenta (ma potremmo utilizzare tranquillamente l’aggettivo “noioso”) e che malgrado la sua notevole durata (quasi due ore) non riesce mai ad entrare nel vivo della situazione; ma il lavoro peggiore ci viene offerto dalla disastrosa sceneggiatura che appare troppo confusa, pasticciata e adornata da tanti buchi e trovate frettolose poco appropriate. Altri lati negativi della pellicola possono essere riscontrati nei dialoghi banali (ma ciò potrebbe essere causa di un adattamento italiano), nella totale assenza di tensione o suspance e nella resa estetica dei fantasmi che, contrariamente a quanto sanno fare gli orientali nei loro film, qui appaiono per nulla spaventosi o inquietanti anzi appaiono ridicoli e poco riescono ad integrarsi con il paesaggio circostante a causa di effetti digitali datati. Ma la pellicola non è esente da pregi, infatti gode di una storia sicuramente originale ed intrigante (ma purtroppo mal sviluppata) e un buon uso delle scenografie, specialmente nella seconda metà del film in cui assistiamo ad una tipica città giapponese totalmente disabitata, un vero e proprio scenario post-apocalittico sicuramente di grande impatto visivo. Il film in questione, “Kairo”, è rimasto inedito in Italia fino all’uscita quest’estate del suo remake di stampo americano, “Pulse”; la pellicola di Kurosawa ha così fatto una fugace apparizione nelle sale italiane per un solo fine settimana nel finire del mese di agosto ed è stato recentemente distribuito in home video dalla Mediafilm sotto il nome “Pulse – l’originale”.

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