The Lost Boys backdrop
The Lost Boys poster

THE LOST BOYS

1987 US
July 31, 1987

When an unsuspecting town newcomer is drawn to local blood fiends, the Frog brothers and other unlikely heroes gear up to rescue him.

Directors

Joel Schumacher

Cast

Jason Patric, Corey Haim, Dianne Wiest, Barnard Hughes, Edward Herrmann, Kiefer Sutherland, Jami Gertz, Corey Feldman, Jamison Newlander, Brooke McCarter
Drama Horror Comedy Thriller Romance
HMDB

REVIEWS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Dopo aver divorziato, Lucy si trasferisce con i suoi due figli Michael e Sam nella cittadina californiana Santa Carla con la speranza di trovare un po’ di riposo e mettere un po’ di ordine nella sua vita. Una sera, in cerca di svago per le strade affollate della cittadina, Michael e Sam si imbattono in Stella, una misteriosa ragazza del quale Michael si innamora immediatamente. Determinato ad andare sino in fondo, Michael viene trascinato da Stella al cospetto di David, carismatico leader di una banda di motociclisti metallari e…vampiri. Santa Carla non si rivelerà proprio il posto ideale per chi è alla ricerca di un po’ di serenità. Portato alla luce da Joel Schumacher durante la seconda metà degli anni ’80, questo film potrebbe essere considerato senza troppi impedimenti il testamento culturale americano che gli anni di Ronald Regan lasciano al nuovo decennio che sta per entrare. Un testamento sintesi di tutto quello che, nella buona e nella cattiva sorte, gli anni ottanta hanno apportato e di tutto quello per i quali sono soliti essere ricordati e menzionati. Musica pop e new wave, acconciature punk, i motori roboanti delle motociclette, vistosi abiti con spalline…ecco, tutti questi sono i veri protagonisti dell’opera e la vera storia che Schumacher intende raccontare al grande pubblico sembra essere più quella del mitico decennio anziché quella dei vampiri che scorrazzano a Santa Carla. Per tutte queste ragioni non sarebbe sciocco considerare “Ragazzi Perduti” una pellicola di ‘valore’ in quanto si presenta ai nostri occhi come un sincero e genuino affresco di un intero decennio e di tutte quelle generazioni alle quali ha dato seguito, un perfetto mosaico culturale capace di immortalare con dovizia la società yankee di quegli anni. Ma per le stesse identiche ragioni “Ragazzi Perduti” potrebbe correre il rischio di essere considerato un film invecchiato male, fastidioso per il suo look smaccatamente ’80 e dunque incompreso da tutte le nuove generazioni alle quali potrebbe apparire eccessivamente schiavo degli anni in cui è nato e difficile da decontestualizzare. Ma poco importa se il glamour di quegli anni è sin troppo ostentato perché a conti fatti “Ragazzi Perduti” risulta essere un film che funziona, una piacevolissima opera che riesce ad unire, con naturalezza e spirito d’inventiva, due anime in un solo corpo…l’horror e la commedia. Non è certo la prima volta che questi due generi vengono a convivere in un film di vampiri, basti pensare (tra i tanti esempi fornibili) che solo due anni prima Tom Holland ce ne aveva data un’ottima dimostrazione con il suo “Ammazzavampiri”, ma nonostante tutto il film di Schumacher riesce comunque a godere di una propria freschezza senza risultare in alcun momento eccessivamente derivativo verso qualche cosa realizzato in precedenza. Gran parte della riuscita del film è sicuramente dovuta al divertito e allo stesso tempo divertente modo con cui il film osserva l’universo giovanile con la sua voglia di emergere ed affermarsi all’interno di una società in cui l’omologazione è all’ordine del giorno. Un’omologazione che non può far altro che condurre inevitabilmente alla perdita totale dell’identità, del proprio io, qui rappresentata metaforicamente con la soggiogazione del vampirismo. Ma in questa società in balia del conformismo, in cui i giovani tendono ad uniformarsi l’uno all’altro secondo mode e stilemi di vita non possono certo mancare i disadattati, i reietti…coloro che non accettano l’omologazione e si ribellano così al sistema. È il caso di Sam, fratellino di Michael, che rifiuta di unirsi alla ‘massa’ e preferisce combatterla unendosi ai due strambi Fratelli Ranocchio, due ragazzini gestori di una fumetteria che come lavoro part-time fanno gli ammazzavampiri. Ma la lettura sociologia che traspare dalle immagini di “Ragazzi Perduti” non si arresta certo qui, interessante è il discorso concernete la crisi interna che pervade l’istituzione familiare nella società moderna. Una famiglia che manca ormai di compattezza (Lucy, madre di Michael e Sam, è reduce da un divorzio) e incapace di adempiere correttamente a tutti i compiti che le competono in qualità di prima istitutrice. Ed è proprio nel rapporto tra genitori e figli che si possono evincere le maggiori difficoltà familiari, difficoltà che emergono dall’incapacità/menefreghismo di instaurare un adeguato dialogo da parte dei primi o l’eccessivo e spesso prematuro impulso di ottenere indipendenza da parte dei secondi. Allo sgretolarsi della famiglia primaria corrisponde la nascita di “seconde famiglie” acquisite, prive di una vera struttura coniugale, più assimilabili ad una comunità (come la celebre famiglia sorretta da Charles Manson) e che qui ci viene rappresentata dal covo di David e dalla sua banda di vampiri-punk alla quale vorrebbe fare accesso l’incauto Michael. Al di là di tutto ciò, “Ragazzi Perduti” si presenta come un degno prodotto anche sotto il profilo tecnico. Schumacher, nel trasportare per immagini quella che era una sceneggiatura “leggera” ma efficace, utilizza ottimi movimenti di macchina caratterizzati spesso da un sapiente uso del carrello e della flycam. Si poteva far di meglio per ciò che riguarda la caratterizzazione dei personaggi poco omogenea: mentre Michael e suo fratello Sam ricevono una delineazione molto buona, sono destinati a rimanere un po’ troppo in secondo piano tutti gli altri…in particolar modo David e tutta la sua banda. Ad una caratterizzazione dei personaggi magari non sempre riuscita, corrisponde però un buon cast che vede i volti di Jason Patric e Corey Haim che rispettivamente sono Michael e Sam; Kiefer Sutherland, in una delle sue prime esperienze cinematografiche, è il carismatico David e Corey Feldman impersona uno dei due Fratelli Ranocchio, personaggi grotteschi ed eccessivamente sopra le righe che malgrado tutto rappresentano la vera ragion d’essere del film. Ineccepibile la colonna sonora, ricca di indimenticabili brani anni ’80 capaci di accompagnare magnificamente le immagini e fornire maggior enfasi alla storia narrata. Le sue capacità di essere un simpaticissimo teen movie e al tempo stesso un divertente horror sui vampiri ne fanno indubbiamente un film riuscito.

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