Resident Evil: Retribution 3D backdrop
Resident Evil: Retribution 3D poster

RESIDENT EVIL: RETRIBUTION 3D

Resident Evil: Retribution

2012 CA
settembre 12, 2012

ll film inizia dove il capitolo precedente si era concluso, con Alice e gli altri prigionieri dell'Arcadia attaccati dal plotone Umbrella, capitanato da Jill Valentine. Alice spara al pilota di uno degli aerei, che fa precipitare l'aereo sull'Arcadia: l'impatto è piuttosto forte e Alice cade in acqua, priva di sensi.Alice pare risvegliarsi in una tranquilla casetta della periferia americana, dove vive sposata con Carlos, dal quale ha avuto una figlia, Becky. Ma gli zombie bussano alla porta o, per meglio dire, l’abbattono. Alice riesce a fuggire ma la attende un secondo risveglio, questa volta all’interno di un quartier generale della Umbrella. Evadere è tanto pericoloso quanto necessario.

Registi

Paul W. S. Anderson

Cast

Milla Jovovich, Sienna Guillory, Michelle Rodriguez, Aryana Engineer, Li Bingbing, Boris Kodjoe, Kevin Durand, Johann Urb, Robin Kasyanov, Ofilio Portillo
Horror Azione Fantascienza
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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In seguito al combattimento sulla nave Arcadia, Alice è stata catturata da Jill Valentine e portata in un centro della Umbrella Corporation situato sotto i ghiacci. Svegliatasi nuda e disarmata, Alice riceve una comunicazione dal suo nemico Albert Wesker che le dice che un'unità di soccorso sta arrivando a salvarla: è stato lo stesso Wesker a mandarla per sottrarre la donna dalla prigionia della Regina Rossa, l'intelligenza artificiale che ha preso il controllo della Umbrella e che vuole eliminare in tutti i modi Alice, unico suo progetto sfuggito al controllo della Corporation. Ormai la saga cinematografica di "Resident Evil" sembra essere diventata una serie tv: ogni capitolo inizia precisamente dove era terminato il precedente e finisce con un cliffhanger che annuncia il successivo! Non sfugge alla regola il quinto episodio della saga, "Resident Evil: Retribution", che dopo il fortunato exploit al botteghino del precedente "Resident Evil: Afterlife" conferma alla regia il padrino di tutta la serie Paul W.S. Anderson e l'utilizzo di un massiccio 3D che va a braccetto con le numerose scene spettacolari. I fan del videogioco Capcom da cui tutto ebbe inizio sanno che con la saga cinematografica non c'è trippa per gatti e che di capitolo in capitolo si è virato verso un cinema action fracassone piuttosto che in direzione horror (e anche la saga su console ne ha risentito pericolosamente), a questo dato siamo abituati. Ma "Resident Evil: Retribution" conferma quel trend iniziato proprio con "Afterlife" in cui l'azione ha un fastidioso sopravvento su tutto il resto e per 90 minuti lo spettatore si ritrova stordito da una sequela ininterrotta di esplosioni, sparatorie e combattimenti corpo a corpo. Proprio come accadeva nel capitolo precedente, praticamente non c'è una storia da seguire e il tutto sembra un enorme spot pubblicitario, ultrapatinato e stiloso all'inverosimile. Se vogliamo, un piccolo miglioramento in confronto a "Resident Evil: Afterlife" è stato fatto perchè le scene d'azione sono più varie e meglio coreografate. Seppur si abbondi in ralenty, si decide fortunatamente di abbandonare lo smodato uso del bullet time di matrixiana memoria in favore di combattimenti più fantasiosi che si avvalgono di una buona varietà di locations e nemici/mostri. Anche a livello visivo c'è un miglioramento, dal momento che si fa un utilizzo più sapiente del green screen per la costruzione dei backgrounds, sempre massiccio ma meno evidente, anche grazie a una cura fotografica con effetto meno "color correction virata in grigio/marrone". Ahinoi, i personaggi che compaiono in "Retribution" sono come al solito l'ombra di un'ombra di un personaggio non caratterizzato, come purtroppo accade con fermezza dal secondo capitolo in poi e continua anche la puntuale distruzione/negazione dei personaggi caratteristici del videogame. Dopo aver buttato nel calderone senza un vero perchè Claire Redfield, Jill Valentine e soprattutto il pessimo Chris Redfield interpretato da Wentworth Miller, stavolta si gettano dentro Leon Kennedy, Ada Wong e Barry Burton, che i seguaci del videogioco ben conoscono. Se Ada ha una pertinenza figurativa con il personaggio originale (anche se c'è da dire che conciata in quel modo stona decisamente con il contesto del film), Leon e Barry sono due tra tanti, facenti parte della squadra di soccorso che va a recuperare Alice e privi di qualsiasi tipo di caratterizzazione. Curiosa la struttura che costruisce il film, all'inizio inutilmente complessa, composta su diversi piani che presto scopriamo essere comunque unificati. Si parte con una lunga sequenza d'azione montata al contrario e rallentata che serve da collegamento con "Afterlife" e anticipa il consueto riepilogo delle puntate precedenti affidato al voice over di Alice (qui supportato da immagini). Risolto il problema delle connessioni con il passato, ci troviamo uno straniante contesto che richiama in modo fin troppo sospetto l'inizio di "L'alba dei morti viventi", una lunga e bella sequenza a dire il vero, che ci riporta in scena molti personaggi visti nel passato della saga e deceduti: il Carlos Olivera di Oded Fehr, la Rain Ocampo di Michelle Rodriguez e perfino One, il caposquadra del primo "Resident Evil", sempre interpretato da Colin Salmon. Poi si procede come se ci si trovasse davvero in un videogame d'azione, con la divisione in livelli, i nemici da abbattere e i boss da superare per passare al quadro successivo. In questa struttura filmica verticale troveremo scenari sempre differenti che si rifanno a città del mondo (New York, Tokyo, Mosca...) e nemici caratteristici, come gli immancabili zombi (anche in una variante soldato russo armato e motorizzato!), gli enormi boia chiodati visti in "Resident Evil: Afterlife" e nel videogame "Resident Evil 5" e un gigantesco licker che sembra fare il verso al T-Rex di "Jurassic Park". Ovviamente se si spegne il cervello... anzi lo si manda proprio in coma vegetativo... ci si diverte pure, però si ha la sensazione che Anderson non avesse la più pallida idea di che cosa raccontare. Un accumulo di azione, sempre più spettacole, sempre più esagerata, sempre più elaborata che va a riempire un blocco unico narrativo che non esiste e che funge quasi da raccordo verso il gran finale del prossimo film. Milla Jovovich è regina indiscussa del film e del franchise, qui affiancata da una valida Sienna Guillory nel ruolo di Jill Valentine in versione cattiva e da una Michelle Rodriguez sottotono e vistosamente svogliata. Completano il cast Johann Urb ("Dirt"; "Eastwick") che interpreta un anonimo Leon Kennedy fisicamente più simile al Sawyer di "Lost" che al personaggio del videogame, Li Bingbing ("Il ventaglio segreto"; "Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma") che è una Ada Wong fin troppo caricaturale, Kevin Durand ("Real Steel"; "Smockin Aces") nei panni di Barry Burton e l'inespressivo Boris Kodjoe che torna a interpretare il giocatore di basket Luther West, qui promosso misteriosamente a soldato ammazzasette. Il 3D fa un buon lavoro di profondità e rilievo, con frequenti momenti in cui proiettili e ogni sorta d’arma viene scagliata verso lo spettatore. Il film, a conti fatti, è evanescente come un fantasma, intrattenimento allo stato puro che scorre veloce e non lascia granché. Sicuramente farà felici i fan di Milla Jovovich e i più accaniti sostenitori della saga cinematografica di “Resident Evil”, tutti gli altri possono passare la mano, consapevoli però che un sesto (e forse ultimo) film è già stato annunciato. Togliete assolutamente mezza zucca.

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