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Riding the Bullet poster

RIDING THE BULLET

2004 CA
October 15, 2004

In 1969, while studying at the University of Maine, artist Alan Parker becomes obsessed with death. Believing he is losing his girlfriend, he tries to commit suicide on his birthday but his friends manage to stop him. He receives news that his mother has had a stroke and decides to hitchhike to visit her at the hospital.

Cast

Jonathan Jackson, Erika Christensen, David Arquette, Cliff Robertson, Nicky Katt, Matt Frewer, Barbara Hershey, Barry W. Levy, Jackson Warris, Jeffrey Ballard
Drama Horror Thriller
HMDB

REVIEWS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Maine 1969. Lo studente Alan Parker si prepara a recarsi, con i suoi amici, all’attesissimo concerto di John Lennon che lascia presagire il riformarsi della famigerata band “Beatles”, quando all’improvviso arriva una spiacevole telefonata che lo informa che la madre ha appena preso un ictus ed è stata ricoverata con urgenza in ospedale. Alan non può più andare al concerto con i suoi amici e, sprovvisto di automobile, decide di mettersi subito in cammino verso il lontano ospedale sperando di trovare qualcuno che possa offrirgli un passaggio. Durante la notte, mentre Alan attraversa le desolate campagne e la luna piena brilla alta nel cielo, qualcuno decide finalmente di dare un passaggio al ragazzo: è George Staub, un misterioso giovanotto di ventuno anni che mostrerà sin da subito uno strano atteggiamento che farà capire ad Alan che salire a bordo di quell’auto non è stata affatto cosa buona. L’estate del 1969 è appena passata ed è ormai divenuta leggenda. Più di ottocento mila giovani si radunano attorno ad una fattoria del Betel (a 80 Km da New York) per trascorrere tre giorni di musica rock, pop e folk all’insegna della pace, delle droghe, il libero amore e il superamento di qualsiasi tabù; la guerra in Vietnam continua imperterrita già da otto anni e molti sono i movimenti pacifisti che nascono in protesta a tale guerra; i figli dei fiori dominano il panorama sociale mettendo in pratica i propri ideali fondati sulla pace e sull’uguaglianza tra popoli. Ecco, è questo il panorama in cui prende vita questo “Riding the Bullet”, adattamento cinematografico dell’omonimo racconto scritto dal re del brivido Stephen King. Mick Garris ( “I sonnambuli” ) scrive produce e dirige un film particolare ma affascinante, che alterna la commedia nera (che domina per tutta la prima parte del film) ad un secondo tempo horror caratterizzato da elementi soprannaturali tipico delle opere dello scrittore. Gli elementi “kinghiani” ci sono davvero tutti : abbiamo il ricordo (ad opera del protagonista) di un infanzia felice da una parte ma terribilmente amara dall’altra, paure legate al ricordo infantile, il senso di colpa, i “colloqui” con la propria mente materializzata, il ritorno dal mondo dei morti e persino la buon vecchia Castle Rock. Molte sono le citazioni ai precedenti lavori di King: abbiamo un’automobile molto simile alla famosa Christine, un incidentato stradale ferito alla testa che tanto ricorda quello di “Cimitero vivente”, un cattivo che sembra uscito fuori da “A volte ritornano” e che ha il nome usato frequentemente da King come pseudonimo per i suoi romanzi, ecc.; frequenti poi sono gli omaggi a capolavori del genere come “La notte dei morti viventi” (in una scena viene pronunciata la frase “Stanno venendo a prenderti Barbara”). A questi simpatici omaggi si affiancano (per rendere il tutto ancora più gradevole) anche idee piuttosto originali e simpatiche ma che, purtroppo, vengono fin troppo sfruttante da Garris risultando, alla fine del film, ripetitive e prevedibili, come accade per i frequenti “ritorni alla realtà” del protagonista. Sicuramente il film funziona maggiormente nella prima parte che riesce con molta disinvoltura a trascinare lo spettatore in quelli che erano i mitici anni ’60, facendogli rivivere con molto piacere e nostalgia quei magnifici anni. È questo infatti l’aspetto che maggiormente affascina del film ed è per questo che nel secondo tempo la pellicola perde qualche colpo, cioè dal momento in cui si decide di mettere da parte la componente “commedia nera anni ‘60” (affascinante ed insolita) per dedicarsi con più attenzione alla componente horror e da questo momento il film inizia a perdere quella “freschezza” che lo caratterizzava precedentemente e diviene un po’ troppo ripetitivo in alcune sequenze e poco innovativo. Oltre all’ottima idea di far rivivere gli anni passati, il film ha i suoi punti di forza nella bellissima colonna sonora formata da brani indimenticabili di quel periodo e nell’ottima prova recitativa degli attori, tra questi si distingue un bravo Jonathan Jackson ( “Venom” ) nei panni del protagonista Alan, ragazzo riservato che nasconde una personalità abbastanza lugubre, e David Acquette ( la saga “Scream” ) nei panni del malvagio George Staub. In conclusione, “Riding the Bullet” risulta essere un film particolare, molto al disopra dei tanti altri mediocri/pessimi prodotti da home video, che riesce a coinvolgere sin dai titoli di testa (accompagnati ottimamente dal brano “Time of the season” degli Zombies) lo spettatore. Un film da vedere soprattutto se siete amanti dello scrittore poiché difficilmente resterete delusi. Curiosità. Il racconto da cui è tratto “Riding the bullet” è stato il primo esperimento da parte di Stephen King di diffondere uno dei suoi scritti inediti tramite internet nel formato e-book. Scritto nel 2000 e pubblicato on line l’anno successivo con notevole successo ( 400 mila persone hanno scaricato l’opera solo nel primo giorno di pubblicazione ), il racconto è stato conseguentemente inserito nell’antologia ( pubblicata in forma cartacea ) “Tutto è fatidico”.