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EN LA PUERTA DE CASA

Right at Your Door

2006 US
enero 23, 2006

Como cada mañana, Brad (Rory Cochrane) se despide de su mujer Lexi (Mary McCormack), que se marcha a trabajar. Al poco rato una cadena de bombas explosiona en la ciudad, y los medios adjudican el acto a una acción terrorista. Las bombas generan una nube de gas tóxico y las carreteras y otras comunicaciones quedan absolutamente inutilizadas. El Gobierno obliga a sellar las casas y aconseja no salir a la calle a nadie para no contagiarse. En medio del miedo y el aislamiento, Brad decide ir en busca de su mujer.

Directores

Chris Gorak

Reparto

Mary McCormack, Rory Cochrane, Tony Perez, Scotty Noyd Jr., Max Kasch, Jon Huertas, Will McCormack, Soledad St. Hilaire, Marisol Ramirez, Brian Bloom
Drama Suspense Ciencia ficción
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Los Angeles. Lexi è appena andata a lavoro quando suo marito Brad viene a sapere che in centro sono appena esplose delle dirty bombs, ovvero delle bombe dalla bassa carica esplosiva ma pregne di gas nocivo. Il centro di Los Angeles viene subito considerato una “zona rossa” e Brad, preoccupato per la moglie, si mette subito in macchina per andarle in contro. Tutte le strade sono sorvegliate da agenti con maschera anti-gas che non permettono a nessuno di entrare o uscire dalla zona radioattiva. Le autorità consigliano ai cittadini di rifugiarsi in casa e chiudere bene tutte le porte e finestre, non permettendo a niente e nessuno di entrare. Brad segue il consiglio e si barrica in casa, ma dopo un po’ ritorna Lexi, tutta coperta di cenere radioattiva. La donna implora il marito di farla entrare. Che fare? Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera invasione di pellicole che fanno proprio il tema del contagio, della catastrofe virale e della paura per improvvisi attentati terroristici. Una tale tendenza era inevitabile dal momento che l’11 Settembre ha offerto spunti di riflessione e storie da raccontare all’industria cinematografica, incidendo in buona parte sul genere fanta-horror. Ma se l’immediato post 11/09 era timido nel trattare tematiche che andassero a ledere gli animi ancora scossi di chi l’orrore l’ha vissuto realmente, nel tardo post 11/09, in cui ci troviamo tutt’ora, tale pudore sembra essere ormai sfatato e i film che raccontano in modo più o meno esplicito le paure della società americana (ma non solo) spuntano a vista d’occhio. Nel caso di “Right at your Door” non siamo propriamente nel campo dell’horror da contagio come in un “28 giorni dopo” o un “[Rec]”, anzi non siamo proprio in territorio horror, ma piuttosto ci muoviamo nel genere drammatico. “Right at your Door” è un incubo da camera, un piccolo film che non punta a far paura allo spettatore, piuttosto si concentra sulla paura che i personaggi protagonisti provano per una situazione di realistico pericolo. Tutto comincia con un frenetico e inquietante allarme bomba, la mobilitazione di un uomo che ha appena appreso la notizia di una catastrofe avvenuta proprio nel luogo in cui sua moglie si muoveva. L’agitazione, l’enfasi, il controllato isterismo di un uomo preoccupato è qui raffigurato in modo credibile, realistico, così come realistico è comunque l’intero andamento del film. Il ritmo è crescente, angoscioso, a tratti martellante, enfatizzato dall’onnipresente commento off della radio, fino alla situazione che rappresenta il fulcro della vicenda, l’idea dalla quale probabilmente il regista e sceneggiatore Chris Gorak è partito per costruire l’intero film. Far prevalere l’istinto di sopravivenza oppure l’affetto per una persona cara? Se inizialmente Brad è sicuramente mosso dall’amore altruista, con il passare dei minuti e con l’aggravarsi della situazione è proprio l’amor proprio che sembra prevalere e così comincia l’odissea a due di chi sa di essere spacciato e di chi si sente in colpa per non aver potere di salvezza sul prossimo. Una volta che l’idea vincente è stata messa in scena, però, ci troviamo di fronte a un blocco, a una di quelle situazione di stasi narrativa prolungata dal quale apparentemente non si riesce a trovare uno sbocco. A questo punto “Right at your Door” comincia a rallentare progressivamente il ritmo d’azione e narrativo, ripetendosi, accartocciandosi e facendosi a tratti perfino pesante. Fortunatamente Gorak dimostra di non avere solamente un fulcro narrativo vincente e chiude il film con un finale che ha dell’incredibile, una di quelle conclusioni che da sole valgono la visone del film. Chris Gorak è un factotum del cinema: ha rivestito il ruolo di art director per Terry Gillian, i Coen, David Fincher e perfino Spielberg; è stato attore, effettista e altro ancora, ma con “Right at your Door” esordisce alla regia e alla sceneggiatura. Il suo stile in questo film è minimalista e realistico, sia per quanto riguarda la messa in scena che la narrazione. Tutto avviene all’interno/esterno di un’abitazione e i personaggi coinvolti sono il minimo indispensabile. E’ difficile immaginare un film catastrofico senza scene di panico di massa e distruzione, eppure in questo caso non ci sono folle urlanti ne frontoni di palazzi che travolgono i passanti. L’orrore è sempre suggerito, descritto dallo speaker della radio che sembra emulare l’Orson Welles della “Guerra dei Mondi”, e proprio come in quel celebre caso mediatico, è lecito chiedersi se il pericolo sia reale o il tutto possa risolversi come un semplice caso di allarmismo preventivo. “Right at your Door” è un film che va visto soprattutto per fruire di un punto di vista differente sulla classica situazione cinematografica della catastrofe, è un prodotto anomalo all’interno di un filone fin troppo sfruttato e ormai in condizione di preoccupante omologazione.

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