Mort clinique backdrop
Mort clinique poster

MORT CLINIQUE

Right to Die

2007 CA
janvier 5, 2007

Cliff Addison, dentiste et mari infidèle, et sa femme Abby ont un accident de voiture. Cliff s'en sort indemne mais Abby est atrocement brûlée et est maintenue en vie artificiellement. Cliff entame une action pour qu'on la laisse mourir mais a une hallucination très réaliste de sa femme brûlée et apprend que celle-ci s'est déroulée pendant qu'Abby était en arrêt cardiaque.

Réalisateurs

Rob Schmidt

Distribution

Martin Donovan, Julia Benson, Robin Sydney, Anna Galvin, Corbin Bernsen, Xantha Radley, Derek Green, Norman Misura, Yvonne Myers, Bryan Elliot
Horreur Thriller Téléfilm
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

skull skull skull empty skull empty skull
Cliff e sua moglie Abbey stanno discutendo mentre percorrono in auto una strada in mezzo al bosco, ma una distrazione dell’uomo porta la vettura fuori strada con conseguente perdita di carburante e incendio. Cliff esce incolume dall’incidente mentre Abbey rimane terribilmente ustionata in tutto il corpo. La donna viene ricoverata ma si trova in condizioni gravissime, tenuta in vita dalle macchine. Durante il coma di Abbey, Cliff si rende conto che la moglie ha sviluppato il potere di distaccare il suo spirito dal corpo e grazie a questa facoltà ne approfitta per punire tutti coloro che le hanno fatto dei torti in vita. Il problema però interessa anche Cliff, dal momento che l’uomo non è mai stato un marito “modello”. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Per il nono episodio della seconda stagione di “Masters of Horror” viene chiamato a dirigere Rob Schmidt, talentuoso regista che si è fatto conoscere al pubblico dell’horror con l’ottimo slasher bucolico “Wrong Turn” e che sta per tornare con il thriller “The Alphabet Killer”. In questo caso Schmidt si è trovato a raccontare una classica storia di vendetta ultraterrena, condita però di sufficiente originalità e intrisa di una buona dose di cattiveria. Così come accade in “Pro-Life”, episodio di questa seconda stagione diretto da Carpenter, anche in “Right to Die” si tocca una tematica di attuale rilevanza politico-sociale, come esplicano efficacemente i titoli originali a dispetto dei meno efficaci adattamenti italiani. Carpentar, dal canto suo, ha affrontato con convinto piglio progressista la tematica dell’aborto, Schmidt invece si occupa di eutanasia, ma lo fa con meno enfasi e in modo meno critica del collega, dedicandosi con maggiore interesse verso la storia di orrore e vendetta che ha a disposizione. Il suo approccio alla tematica è comunque una sarcastica riflessione sull’egoismo che conduce gli uomini (i politici?) a prendere in pugno una situazione e battersi per essa onde dimostrare poi che il loro accanimento non ha nulla dell’interesse collettivo, ma è meramente strumentale e “ad personam”. La sceneggiatura di John Esposito (“La creatura del cimitero”; “Talos – L’ombra del faraone”) è strutturata piuttosto bene e riesce a concedere adeguato spazio sia alla delineazione psicologica dei personaggi, sia alle funzionali atrocità da horror/splatter di cui il film è farcito. Il personaggio di Cliff Addison, interpretato da un buon Martin Donovan (“Wind Chill”; la serie tv “Ghost Wisperer”), è un anomalo protagonista, un personaggio positivo che si rivela un arrivista “bastardo”, un voltafaccia pronto a battersi contro l’eutanasia semplicemente per preservare la sua incolumità dalle visite della moglie vendicativa sospesa tra la vita e la morte. La stessa Abbey, interpretata dalla formosa Julia Anderson (la serie tv “The Dead Zone”), è una dolce quanto letale mogliettina vittima di torti e tradimenti. Anche i personaggi di contorno, come l’avvocato di Cliff e la sua assistente/amante, seppure più fedeli allo stereotipo, hanno un adeguato approfondimento che permette loro di apparire meno banali di quello che avrebbero potuto essere. Qua e là il ritmo del mediometraggio rallenta, facendo apparire il film più lungo della sua effettiva durata, ma l’interessante evolversi della vicenda riesce a tenere ben desto l’interesse dello spettatore. Come per ogni episodio di questa serie tv, anche qui gli effetti speciali hanno una notevole rilevanza. In questo caso il team di Berger e Nicotero si è sbizzarrito in eccessi splatter che culminano in un realistico scuoiamento e nel make-up raccapricciante della Abbey ustionata, il cui macabro aspetto a metà tra Freddy Krueger e un cenobita di “Hellraiser” non la farebbe sfigurare come “boogeywoman”. L’amaro finale contribuisce a valorizzare quello che si dimostra uno degli episodi più riusciti di questa seconda stagione di “Masters of Horror”.