Ripper backdrop
Ripper poster

RIPPER

Ripper: Letter from Hell

2001 CA
août 8, 2001

Molly, unique survivante d'un massacre, intègre un groupe d'étudiants qui enquête sur un tueur en série agissant sur le campus. Les méthodes de ce criminel ressemblent étrangement à ceux de Jack l'éventreur...

Réalisateurs

John Eyres

Distribution

A. J. Cook, Bruce Payne, Ryan Northcott, Emmanuelle Vaugier, Claire Keim, Derek Hamilton, Daniella Evangelista, Kelly Brook, Jürgen Prochnow, Leanne Buchanan
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Molly Keller è l’unica sopravvissuta ad un massacro avvenuto su un’isola. Cinque anni dopo, la ragazza si trova a seguire il corso di criminologia del noto criminologo Marshall Kane e a far parte di un gruppo di studio che si occupa di stilare il profilo psicologico di un serial killer. Improvvisamente, i membri del gruppo di studio cominciano a morire uno dopo l’altro, uccisi secondo un macabro rituale che rimanda allo stile del primo serial killer della storia: Jack lo Squartatore. “Ripper – Lettera dall’inferno” può essere considerato il manifesto alla mediocrità dello slasher movie: tutto ciò che caratterizza questo film del 2001 rimanda immancabilmente a situazioni già viste in decine di altri film, i personaggi sono la copia carbone di dozzine di altri personaggi già descritti in altri slasher e davvero nulla in questo film può risultare di minimo interesse per lo spettatore medio di film horror. L’idea di mettere in scena un killer che si ispiri alle gesta di Jack lo Squartatore è l’unica scelta originale che, in pratica, fa da motore propulsore per l’intera pellicola, per il resto vengono esplorati i classici topoi dello slasher movie; così avremo una protagonista un po’ outsider con un evento traumatico alle spalle, un killer dall’identità misteriosa che agisce coperto da guanti neri e cappuccio, una serie di personaggi ambigui e un colpo di scena finale che non si faticherebbe a prevedere se si facesse un attimo il quadro della situazione. “Ripper” presenta una serie di omicidi ben coreografati ( tra tutti il primo omicidio nel rave party di chiara ispirazione argentiana ), ma che non si spingono mai verso lo splatter, lasciando lo spettatore voglioso di emozioni forti a bocca asciutta. La regia di John Eyres ( “Progettato per uccidere”; “Octopus – La Piovra” ) è diligente e nulla più, spesso dedita allo stile veloce da videoclip e accompagnata da una colonna sonora heavy metal non sempre gradevole. Anche il cast risulta mediocre: nel ruolo della protagonista c’è A.J. Cook ( “Wishmaster 3”; “Final destination 2” ), nel ruolo del professor Kane troviamo Bruce Payne ( “Warlock 3”; “Dungeons & Dragons” ), mentre nella parte del detective che indaga al caso c’è Jurgen Prochnow ( il Sutter Cane del “Seme della follia” ). Insomma, “Ripper” è mediocre in tutto: dalla storia al cast, dalla regia alla partecipazione emotiva dello spettatore; esiste anche un sequel, “Ripper 2: Letter from within”, distribuito in Italia con l’anonimo titolo “Death door – La porta dell’inferno”, dato lo scarso successo del primo capitolo. Trascurabile.

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