Rottweiler backdrop
Rottweiler poster

ROTTWEILER

2004 ES
décembre 1, 2004

La nature en a fait un animal. La science, un monstre... Laissé pour mort, un rottweiler particulièrement féroce se redresse sur ses pattes, transformé dans les laboratoires de l'armée en véritable cyborg. L'ossature blindée par des injections massives de calcium, la mâchoire naturelle remplacée par une prothèse d'acier et déjà doué de l'instinct du chasseur, il se jette sur les traces de Dante, un évadé qui ignore encore qu'il a le diable à ses trousses...

Réalisateurs

Brian Yuzna

Distribution

William Miller, Irene Montalà, Ivana Baquero, Paulina Gálvez, Cornell John, Lluís Homar, Paul Naschy, Lolo Herrero, Ilario Bisi-Pedro, Nicholas Aaron
Horreur Action Science-Fiction
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Dante, dopo essere stato catturato durante un’operazione di recupero clandestini, viene tenuto in un carcere di massima sicurezza sulla costa spagnola. Dopo circa un anno, Dante riesce a evadere e il suo primo pensiero è riuscire ad avere notizie della sua ragazza, catturata insieme a lui e della quale non ha più avuto notizie. Ma sulle tracce dell’evaso viene sguinzagliato un ferocissimo rottweiler, reso letale da una serie di protesi meccaniche impiantate sul suo corpo. Poteva risolversi come l’ennesimo clone di “Cujo”, invece il film di Yuzna si presenta come un maldestro e sconclusionato action movie infarcito di gore. L’idea è senza dubbio originale, ma viene sfruttata molto male a causa di una sceneggiatura approssimativa e, a tratti, confusa, farcita di flashback male inseriti e colma di buchi. Gli interpreti sono un altro punto dolente del film: il protagonista, un ignudo e sconosciuto William Miller, esibisce una gamma espressiva che va dalla A alla B e risulta anche inadatto, vista la fisicità gracilina, ad interpretare scene simil-“Rambo”. Una carta vincente è invece rappresentata dagli effetti speciali meccanici, con i quali sono rappresentate le scene con il cane, una versione animalesca di “Terminator”; medio bassa, ma non pessima la computer grafica, comunque usata molto raramente. Discreti anche gli effetti gore, che danno il meglio nei sanguinosi attacchi del cane ( da citare la scena in cui la donna viene sbranata sotto gli occhi della bambina ). Sicuramente questo film rappresenta un’ulteriore prova della fase discendente nella carriera di Yuzna, che dopo l’altrettanto deludente “Faust”, ci dona una nuova bruttura, mostrandoci che i tempi in cui ha realizzato “Society” e “Il ritorno dei morti viventi 3” sono ormai passati. Speriamo per una sua rinascita artistica per il futuro ( ma non si parla molto bene neanche del suo recente “Beneath Still Waters” ), ma la sua permanenza nella “Fantastic Factory” di Fernandez non lascia presagire bene.

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