Saint Sinner backdrop
Saint Sinner poster

SAINT SINNER

2002 CA
octobre 26, 2002

En 1815, Tomas Alcala, moine de son état laisse s'échapper accidentellement deux femelles succubes, Munkar et Nakir, vers un improbable XXIème siècle. Dieu le choisi alors pour voyager à travers le temps et arrêter les ravages de ces démons...

Réalisateurs

Joshua Butler

Distribution

Greg Serano, Gina Ravera, Mary Mara, Rebecca Harrell Tickell, Art Hindle, Antonio Cupo, Jay Brazeau, William B. Davis, Linda Darlow, Simon Wong
Fantasy Horror Fantascienza televisione film
HMDB

CRITIQUES (1)

FM

Francesco Mirabelli

All’inizio del diciannovesimo secolo, due giovani ed irrequieti sacerdoti, curiosando nei sotterranei del loro monastero, scoprono una misteriosa scultura sferica raffigurante due donne nude avvolte in un morboso abbraccio. Al contatto con il misterioso oggetto la mano di uno dei due sacerdoti viene risucchiata all’interno della scultura, fornendo linfa vitale per il risveglio delle due Succubi del Male sopra raffigurate: le sorelle Munkar e Nakir. Appena tornate in vita, attraverso la Ruota del Tempo nascosta anch’essa nei sotterranei del monastero, le due Succubi viaggiano fino ai nostri giorni per nutrirsi e iniziare la conquista del mondo degli uomini. Toccherà al sacerdote sopravvissuto inseguirle per vendicare la morte del fratello e per dimostrare di essere l’unico uomo santo e senza peccato che, secondo le antiche profezie, è in grado di ucciderle. E’ inutile perdersi in tanti giri di parole e ritardare le inevitabili conclusioni: “Saint Sinner” è un film brutto, inutile, a tratti talmente tirato via da innervosire anche il più volenteroso degli spettatori. Difficilmente riusciamo a spiegarci come mai uno scrittore di indubbio talento come Clive Barker, capace di regalare metafisici romanzi ai confini tra il sogno e l’incubo ai suoi fedeli lettori, nonché una buona dose di piacevoli pellicole cinematografiche (tra le quali ci piace ricordare il mitico “Hellraiser” e l’ambizioso e visionario “Cabal”), abbia potuto firmare un’oscenità cinematografica come questa. Il pensiero che la sua penna possa aver scritto un soggetto così banale e prevedibile, privo di qualunque pathos e di una minima coerenza narrativa, è così deprimente e fastidioso da farci sperare in una errata e incompetente interpretazione da parte di chi ha letto il soggetto originale per trarne una sceneggiatura (Doris Egan) e di chi, in seguito, ha letto la sceneggiatura per farne un film (Joshua Butler). Quale che sia la verità, la firma di Clive Barker in questo caso purtroppo rimane, e questo elimina di fatto qualunque giustificazione per un passo falso così clamoroso. Nello specifico “Saint Sinner” si trascina per un’ora e mezza senza uno spunto degno di interesse, frammentario, mal recitato, incongruente (basti pensare che nonostante un’inutile scansione temporale ci segnali l’ora ad ogni cambio di sequenza, si ha più volte l’impressione di essersi persi per strada qualche pezzo di film!). Inoltre tensione e atmosfere inquietanti sono completamente assenti (la gotica oscurità di “Hellraiser”, per interci, è lontana milioni di anni luce…), a tal punto che sembra di trovarsi di fronte più una sgangherata commedia che un vero e proprio film horror. Le due malvagie sorelle arrivano nel nostro mondo avvolte da una sorta di inspiegabile bava gelatinosa, che le accompagnerà per tutta la durata del film, semplicemente per diventare due prostitute dalla pelle piena di chiazze violacee e dall’aspetto decisamente poco piacevole (supportato anche da due attrici particolarmente brutte e indigeste) con l’intenzione di succhiarsi letteralmente vivi, attraverso una specie di cannuccia gigante (?) infilata nella nuca, i temerari clienti abbordati. E la minaccia al mondo dov’è finita? L’apocalisse che l’arrivo delle Succubi avrebbe generato che fine ha fatto? Mistero assoluto… Anche il protagonista si dimostra poi totalmente fuori luogo: come si può scritturare un attore bellissimo con un fisico ultrapalestrato scolpito nella roccia per interpretare un giovane monaco dell’800? Mah… Potremmo continuare all’infinito, citando la gravidanza di una delle due sorelle che genera una specie di insetto-polipo comparso in una delle ultime sequenze del film senza peraltro rivestire alcun ruolo all’interno della storia, oppure citando il modo grossolano e risibile con cui è trattato il dilemma morale del monaco che si sente troppo poco santo e molto peccatore (basti pensare che a inizio film guarda il seno di una giovane lavandaia mordendo una mela: che ardita metafora!), oppure ancora citando le tante incongruenze che si susseguono per tutta la pellicola. Ma preferiamo fermarci qui, anche perché se svelassimo adesso tutte le situazioni tragicomiche del film, che gusto rimarrebbe poi a noleggiarlo? Un consiglio, però: guardatelo soltanto se avete davvero intenzione di passare una serata con gli amici e farvi quattro grasse e sane risate. Perché se lo noleggiate aspettandovi un horror piangerete parecchie lacrime amare.