Saw III backdrop
Saw III poster

SAW III

2006 US
October 26, 2006

Jigsaw has disappeared. Along with his new apprentice Amanda, the puppet-master behind the cruel, intricate games that have terrified a community and baffled police has once again eluded capture and vanished. While city detectives scrambles to locate him, Doctor Lynn Denlon and Jeff Reinhart are unaware that they are about to become the latest pawns on his vicious chessboard.

Directors

Darren Lynn Bousman

Cast

Tobin Bell, Shawnee Smith, Angus Macfadyen, Bahar Soomekh, Donnie Wahlberg, Dina Meyer, Leigh Whannell, Mpho Koaho, Barry Flatman, Lyriq Bent
Horror Thriller Crime
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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L’Enigmista è in fin di vita a causa del tumore che gli sta crescendo nel cervello e così fa rapire dalla sua assistente Amanda la dottoressa Lynn Denlon, affinché lo tenga in vita il tempo necessario per portare a termine il suo ultimo e sadico gioco. Stavolta, protagonisti del piano del folle Enigmista sono Jeff e la stessa Lynn. Il primo è un uomo afflitto dal dolore per aver perso il figlio e voglioso di vendetta verso colui che glielo ha portato via, costretto ad affrontare una serie di prove in cui dovrà decidere se salvare o meno delle persone di sua conoscenza; a Lynn è stato applicato un collare esplosivo collegato al battito cardiaco del suo aguzzino: se la dottoressa non riuscirà a tenere in vita l’Enigmista fino alla fine del tragitto di Jeff, la testa di Lynn esploderà! Siamo arrivati ad un punto cruciale nella storia del cinema horror; il secondo lustro del primo decennio del ventunesimo secolo verrà ricordato come l’epoca del cinema sadico e dedito al gore estremo, non ci sono dubbi! Se gli anni ‘70 sono stati contraddistinti da una verve sanguinolenta che mostrava i malesseri della società attraverso un cinema fatto di metaforiche macellazioni e simbolici squartamenti (spesso solo suggeriti allo spettatore), la nuova strada che l’horror sta percorrendo in questi ultimi anni è tornata a rituffarsi nei medesimi pozzi di sanguinolento sadismo, solo che questa volta davvero poco si lascia al fuoricampo, per stordire lo spettatore con rombanti motoseghe e insozzargli il volto con copiosi schizzi di sangue caldo. La moda dello splatter e del gore estremo era già stata rilanciata con prodotti europei di nicchia quali “Alta tensione” e “Dog soldiers”, ma hanno avuto la consacrazione con la saga di “Saw”, “Hostel” e il prequel di “Non aprite quella porta”, arrivando alla mera spettacolarizzazzione del dolore inferto e subito. Leatherface ci era andato giù pesante nel film che racconta la sua genesi, ma anche l’Enigmista non scherza, così da essere messi di fronte a quasi due ore di sofferenza fisica, psicologica e ferite in bella mostra. Ed è proprio nei più morbosi istinti voyeuristici dello spettatore che “Saw 3” trova la sua strada maestra, dal momento che James Wan e Leight Whannel, sceneggiatori di questo terzo episodio e creatori della saga, architettano strumenti di tortura di una fantasia e di una crudeltà unica! Tra catene che ledono le carni, trappole che aprono letteralmente la gabbia toracica, morte per congelamento, annegamenti in viscere di maiali putrefatti e macchine di tortura in grado di stirare muscoli e girare le ossa, ce n’è abbastanza da giustificare la notizia dei malori che hanno colto alcuni spettatori anglosassoni durante la visione del film. Fin qui appare dunque chiaro che il film ci va pesante con la violenza gratuita e non è evidentemente un prodotto adatto agli stomaci deboli, ma c’è da dire che “Saw 3”, pur rappresentando il terzo capitolo di una saga che si sta tentando di sfruttare al massimo in tempi ristrettissimi (un capitolo all’anno e un quarto già in fase di pre-produzione), sembra non aver ancora mostrato segni di cedimento, dal momento che si arriva a questa terza puntata senza fiatone e con una serie di ottime trovate narrative che innalzano qualitativamente questo prodotto in confronto alla media dei sequels. I ritmi si fanno, a sorpresa, più lenti in confronto all’altrettanto buono capitolo due e si cerca così di approfondire i personaggi (questo era il gran limite di “Saw 2”!) e i rapporti che intercorrono tra di loro: John, l’Enigmista, e Amanda vengono caricati di valori che fino ad ora non erano emersi. L’Enigmista appare più cinico del solito, anche se la sua lucida follia segue sempre un’ineccepibile logica calcolatrice; Amanda appare invece l’incarnazione della passione, dell’impulsività, ma sprigiona anche la sua natura latente di psicopatica, dando vita ad un personaggio dalle mille sfaccettature sicuramente molto affascinante. Il film, come i capitoli precedenti, è incentrato su un capovolgimento finale che appare un tantino meno “geniale” dei film che l’hanno preceduto, ma dalla sua parte ha una serie di flashback che hanno la funzione di chiarire molti punti rimasti insoluti nei due film precedenti, dando così un gratificante senso di completezza all’intera opera. Una menzione particolare, oltre che ai due bravi protagonisti negativi Tobin Bell (l’Enigmista) e Shawnee Smith (Amanda), va anche alla regia sicura e asciutta di Darren Lynn Bousman, già artefice di “Saw 2” e presto al lavoro con “Saw 4”. Si sconsiglia la visione di “Saw 3” a chi non abbia già visto i due precedenti film, dal momento che si faticherebbe non poco di stare dietro alla vicenda e, soprattutto, ci si rischierebbe di rovinare i colpi di scena su cui si reggono i primi due episodi. Il voto è stato arrotondato per difetto.

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