Saw V backdrop
Saw V poster

SAW V

2008 US
October 23, 2008

Following Jigsaw's grisly demise, Detective Mark Hoffman is commended as a hero, but Agent Strahm is suspicious, and delves into Hoffman's past. Meanwhile, another group of people are put through a series of gruesome tests.

Directors

David Hackl

Cast

Tobin Bell, Costas Mandylor, Scott Patterson, Betsy Russell, Julie Benz, Meagan Good, Mark Rolston, Carlo Rota, Greg Bryk, Laura Gordon
Horror Thriller Crime
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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L’agente Strahm è stato intrappolato dal detective Hoffman, il discepolo dell’Enigmista, ma riesce ad evitare la morte e viene tratto in salvo dai suoi colleghi. Dopo un brevissimo periodo di convalescenza, Strahm si mette ad indagare proprio su Hoffman, trovando indizi che confermano la sua devozione al defunto John Kramer. Nel frattempo cinque persone sono intrappolate in un edificio e sottoposte ad una serie di prove mortali che cercano di testare la loro lealtà. Ormai quello con “Saw” è diventato un appuntamento fisso che, volenti o nolenti, ci si trova ad affrontare periodicamente almeno una volta all’anno. C’è chi l’ha presa bene e gongola all’annuncio della data d’uscita di ogni nuovo capitolo della saga, e chi l’ha presa a noia e fa finta di non sapere a che numero sono arrivati. Fatto sta che il botteghino dà ragione a quelli della Lionsagate e se il loro ennesimo episodio è capace di guadagnare più di 30 milioni di dollari nel primo weekend di programmazione con a monte un budget che sfiora a malapena i 10 milioni, c’è da star sicuri che il fantasma dell’Enigmista infesterà ancora a lungo gli schermi cinematografici. Ma questo “Saw V” cosa ha da offrire? La critica d’oltreoceano l’ha massacrato, alcuni fan sono rimasti tiepidini, eppure all’interno della saga questo quinto capitolo non si posiziona all’ultimo posto della classifica qualitativa, poiché, malgrado il minaccioso numero a caratteri romani che si porta dietro, qualche cosa da dire ce l’ha. In realtà il merito maggiore di “Saw V” è la parziale riabilitazione della saga dopo un numero quattro non troppo ispirato, in cui si facevano sentire tutti i limiti fino ad allora nascosti dalla saga, ovvero la ripetitività narrativa e l’inserimento di inutili “colpi di scena” imposti solo per allungare il brodo. “Saw V” per forza di cose deve proprio ripartire da alcuni dei quei colpi di scena, ma ha il pregio di riuscire a mettere ordine al confuso “stream of consciousness” che si stava venendo a creare dando un perché ad alcuni personaggi introdotti nel quarto capitolo e chiarendo, immancabilmente, nuovi aspetti dell’agire dell’Enigmista, tornando però stavolta, con un balzo temporale, al suo obiettivo primario: punire chi non sa apprezzare la propria fortuna, redimere i peccatori. Gli sceneggiatori Marcus Dunstan e Patrick Melton (gli stessi del capitolo precedente) cercano dunque di creare un tutt’uno con il film precedente e far combaciare il più possibile molti degli elementi disseminati nell’arco dell’intera saga, aggiungendone però alcuni che verranno sviluppati nei capitoli che verranno. Per far ciò costruiscono un plot che somiglia in più punti a quello del secondo capitolo, in cui lo sviluppo investigativo del protagonista si alterna e si fonde con un gruppo di persone intrappolate in un luogo angusto e messe alla prova in un percorso a ostacoli che ricorda quasi un videogioco. Il livello di crudeltà è sempre piuttosto altro, anche se lo spettacolo gore è forse un po’ calato rispetto ai due capitoli precedenti e le stesse trappole appaiono meno fantasiose del solito. Compare però una trappola/tortura, il pendolo, che sicuramente rimarrà bene impressa nelle menti degli spettatori e rappresenta una delle più impressionanti messe fino ad ora in scena nell’intera saga. Il testimone della regia passa da Darren Lynn Bousman a David Hackl, regista della seconda unità dei capitoli tre e quattro, ma il cambiamento non si nota minimamente, tanto da confermare ormai che la regia in questa saga conta ben poco ed è subordinata al lavoro del direttore della fotografia, del montatore, dello scenografo e ovviamente degli sceneggiatori. Attori principali sottotono, i volti bovini di Costas Mandylor (il detective Hoffman) e Scott Patterson (l’agente Strahm) appaiono davvero poco convinti e convincenti, un po’ meglio Julie Benz (“John Rambo”; “la serie tv “Dexter”) qui nelle grinfie dell’Enigmista, mentre ormai una garanzia l’icona della saga Tobin Bell. Insomma, si procede arrancando, si aggiungono elementi al puzzle, si cerca di far quadrare l’ancora semi cerchio, ma alla fine ci si diverte abbastanza malgrado la saga abbia cominciato a puzzare già da un paio di capitoli. Numero cinque comunque godibile. Togliete mezza zucca al voto finale.