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Roberto Giacomelli
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Sean è un giovane e sportivo in vacanza alle Hawaii che, durante una pausa tra surf e motocross, diventa il testimone involontario dell’omicidio di un esponente della politica statunitense. I sicari si mettono immediatamente sulle tracce del testimone ma l’FBI affida la sua protezione a Nelville Flynn che dovrà scortare Sean da Honolulu a Los Angeles. Ma il volo 121, su cui con massimo riserbo dovranno viaggiare il poliziotto e il testimone, sarà teatro di morte, dal momento che i sicari hanno disseminato l’aereo di oltre 200 razze di serpenti velenosi e iperstimolati.
Si avvisano gli spettatori/ viaggiatori del volo 121 della Pacific Air che è necessario scollegare il cervello per circa un ora e quarantacinque minuti prima di avventurarsi nella visione di “Snakes on a plane”. Già dal plot appare evidente che lo spettatore che ha scelto di cimentarsi con questo strambo action/ thriller contaminato con il beast movie deve necessariamente munirsi di tanta propensione all’incredibile – improbabile e al baracconesco per potersi godere appieno il film di David R. Ellis. Se si cerca un prodotto che sia intrattenimento al 100% allora “Snakes on a plane” non mancherà di divertire lo spettatore, grazie ad un uso massiccio di azione – tensione e all’originale improbabilità della trama e di tante trovate già entrate di prepotenza nell’universo del trash cult. All’insegna del cattivo gusto e del politicamente scorretto assisteremo a scene in cui i serpenti azzannano occhi, lingue, capezzoli femminili e membri maschili ( da segnalare la scena in cui una donna disturbata dalle turbolenze si appresta a vomitare nell’apposito sacchetto, ma un serpente le morde la lingua! ) e nessuno viene risparmiato, bambini gonfi di veleno, tizi di colore morsi alle chiappe e un odioso chiwawa gettato in pasto ad un anaconda. Di tutto e di più in questo strambo film, dichiaratamente e fieramente di serie B.
Ciò che maggiormente potrebbe destare l’interesse comunque è la genesi di “Snakes on a plane”. Nato da una semplice frase ( snakes on a plane, appunto ) che lo sceneggiatore Josh Friedman aveva usato nel suo blog per descrivere in poche parole un progetto sul quale si intendeva lavorare, si è poi sviluppato un accorato interesse da parte degli appassionati di b-movies verso questo ipotetico film ( e questa ipotetica trama ), tanto che i produttori del film hanno deciso di inserire nella sceneggiatura di “Snakes on a plane” tutti i suggerimenti degli utenti del blog, a partire dallo stesso cafonissimo titolo ( inizialmente il film avrebbe dovuto avere l’anonimo titolo “Pacific Air Flight 121” ) fino alla gran parte delle scene gore e osè. Parte del merito va poi anche allo stesso protagonista della pellicola, il mitico Samuel L. Jackson, che ha creduto nel progetto e l’ha sostenuto fin dall’inizio, poiché “Snakes on a plane” rappresentava il tipo di film che lui da spettatore avrebbe voluto vedere ( sono parole sue! ). La fase di produzione di “Snakes on a plane” è dunque un qualche cosa di davvero innovativo, può essere considerato il primo esempio di film fatto dagli spettatori e probabilmente è stata anche la ragione del suo grande successo in patria, dove è già diventato un piccolo cult.
David R. Ellis da la conferma che dietro la macchina da presa non se la cava affatto male ( suoi anche “Final destination 2” e il meno riuscito “Cellular” ), “Snakes on a plane” è un action/ thriller impeccabile, ha ritmo da vendere, ottimi momenti di tensione e degli effetti speciali di buona fattura. Naturalmente la sceneggiatura non è il punto forte, poiché strizzando così l’occhio al b-movie e all’exploitation in generale, si finisce spesso nel cadere nella facile spettacolarità da action ad alta quota e nel trash più becero, però nel complesso la storia ha una sua compattezza e non manca di autoironia ( da notare l’invettiva di Jackson contro i fottuti serpenti che infestano il fottuto aereo ) e poco importa se la credibilità scende sotto zero e i personaggi sono appena abbozzati, poiché il lungometraggio riesce nell’unico obiettivo che si era prefissato: divertire dannatamente lo spettatore.