Chiller backdrop
Chiller poster

CHILLER

1985 US
May 22, 1985

A wealthy industrialist arranges for his body to be kept on ice in a high-tech cryonic chamber. When the instructions are not followed properly, he emerges from the frozen crypt as an empty, soulless creature with an appetite for destruction.

Directors

Wes Craven

Cast

Michael Beck, Beatrice Straight, Laura Johnson, Dick O'Neill, Paul Sorvino, Alan Fudge, Craig Richard Nelson, Jill Schoelen, Anne Seymour, Russ Marin
Horror Fantascienza televisione film
HMDB

REVIEWS (1)

MS

Marco Soldati

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Miles a causa di un tumore al fegato entra in coma epatico e sua madre, pur di non perderlo, decide di farne ibernare il corpo, in attesa di una futura operazione che possa restituirlo ai suoi cari. Dopo una decade di sonno criogenico, qualcosa di straordinario si verifica; infatti, in seguito ad un guasto del sistema, Miles viene risvegliato e presenta una normale attività celebrale e delle condizioni gravi ma operabili. Dopo un difficoltoso intervento Miles viene riportato alla vita, ma appare diverso sia fisicamente che caratterialmente; prima era un ragazzo gentile e un buon capo, ora si mostra scontroso, algido, crudele e senza alcuna pietà. Col tempo il suo atteggiamento continua a peggiorare e alcune delle persone che lo circondano cominciano ad avere misteriosi incidenti. Cosa ha trasformato Miles in un essere privo di sentimenti e pietà? Fino a che punto si potrà spingere nella sua sete di potere e controllo? “Sonno di ghiaccio” (Chiller) viene considerato uno dei lavori minori di Wes Craven, autore di capolavori del genere come “Le colline hanno gli occhi”, “Nightmare” o “Il Serpente e l’arcobaleno”, ma, nonostante alcuni difetti, risulta essere un film abbastanza interessante e comunque vedibile. La storia è sicuramente il pezzo forte del film; ha una sua logica e coerenza, non ci sono sbavature ne errori grossolani; presenta qualche punto in comune con il romanzo “Il varco di satana”, ma mantiene, in fondo, una sua identità. La parte migliore è decisamente quella iniziale che, grazie ad alcune felici intuizioni (accenni a possibili spiegazioni della metamorfosi caratteriale di Miles), mantiene alto l’interesse dello spettatore; poi purtroppo, nel secondo tempo, si scioglie progressivamente, ripetendosi e finendo per essere quasi prevedibile. I dialoghi sono accettabili, ovvero non appaiono risibili ne sciocchi, benché alcuni nella seconda parte potessero essere evitati perché superflui e non funzionali allo sviluppo della storia. La figura del protagonista, interpretato da un bravo, e decisamente in parte, Michael Beck (già visto nel cult metropolitano “The warriors – I Guerrieri della notte” o nel thriller “Partita con la morte”), viene ben tratteggiata, anche se il contrasto tra la sua personalità, prima e dopo il coma, e il suo nuovo “status” potevano essere resi decisamente più incisivi mediante dei flashback o altri accorgimenti funzionali a tal fine; il resto del cast è decente, senza infamia ne lode. Interessante la fotografia dai toni spenti e spesso virati al grigio. Il maggior difetto del film va ricercato nel suo ritmo lento, in alcuni momenti si rasenta davvero la staticità (inoltre, si riscontra, in tali frangenti, una certa tendenza a dilungarsi su particolari ed elementi inutili ai fini della storia); altro difetto è la totale mancanza di suspance nel secondo tempo, abbastanza piatto, a differenza della prima parte che è meglio costruita e presenta una certa suspance almeno nei primi trenta minuti. Il finale vorrebbe essere ad effetto ma risulta scontato, ed è un vero peccato perché la storia permetteva sicuramente altre soluzioni, e molti altri risvolti; Craven poteva pensare a qualche cosa di meglio, magari di maggiore presa. “Sonno di ghiaccio” risulta essere un b-movie abbastanza atipico, vista la totale mancanza di sangue (non ne viene mostrata nemmeno una goccia) e di intermezzi comici o comunque leggeri; ha un tono forse troppo serio che se all’inizio può incuriosire alla fine può anche facilmente stancare. Sicuramente qualche elemento “sanguinario” avrebbe potuto giovare al film, magari l’esplicitare gli omicidi e le violenze commessi da Miles poteva essere, in tal senso, una possibile soluzione.