Spectre backdrop
Spectre poster

SPECTRE

Regreso a Moira

2006 ES
September 27, 2006

After the sudden death of his wife, Tomás, a successful elderly writer who has been out of Spain during the last forty years, unexpectedly receives an old tarot card which seems to have for him a disturbing meaning, so he decides to return to the small village where he grew up.

Directors

Mateo Gil

Cast

Jordi Dauder, Juan José Ballesta, Natalia Millán, José Ángel Egido, David Arnaiz, Miguel Rellán, Adrián Marín, Victoria Mora, Joserra Cadiñanos, Walter Prieto
Drama Horror Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

skull empty skull empty skull empty skull empty skull
Tomàs torna nel suo paese natale dopo oltre 40 anni perché tormentato dallo spettro di Moira, una donna matura che lo ha iniziato al sesso quando era solo un adolescente. Moira era considerata da tutti i paesani una strega, inoltre era mal vista per i suoi costumi libertini che le avevano donato una cattiva fama. In barba alle dicerie, Tomàs si innamorò finché la gelosia lo costrinse a separarsi da lei. “Peliculas para no dormir” è una serie di sei film per la tv prodotti dalla spagnola Telecinco in associazione con la Filmax di Julio Fernandez. I sei film, della durata media di poco più di un’ora ciascuno, possono essere considerati la risposta spagnola agli americani “Masters of Horror”, dal momento che portano in scena una manciata di brevi storie dell’orrore dirette da noti registi attivi nel genere. I sei registi coinvolti sono: Alex De La Iglesia, Jaume Balaguerò, Enrique Urbizu, Paco Plaza, Chicho Ibanez Serrador e Mateo Gil. Il titolo di questa serie può considerarsi una citazione di una serie tv spagnola andata in onda saltuariamente dal 1964 al 1982 con 31 episodi complessivi: “Historias para no dormir”. Non tutte le ciambelle riescono col buco, stavolta è il caso di dirlo, dal momento che l’ottima serie di tv movie spagnola “Peliculas para no dormir” presenta uno degli elementi deboli del sestetto, “Regreso a Moira”. Dietro la macchina da presa troviamo il giovane Mateo Gil, sceneggiatore e aiuto regista di Alejandro Amenabar (“Tesis”, “Apri gli occhi”, “Mare dentro”) che qui si cimenta con la regia con risultati un po’ scarsi. “Regreso a Moira” ha due importanti difetti che lo intaccano soprattutto a livello narrativo: mancanza di originalità e assenza di coinvolgimento spettatoriale. La trama percorre in modo insicuro la classica vicenda da romanzo di formazione in cui viene posta in contrapposizione la spensieratezza adolescenziale e i conseguenti problemi della crescita, segue l’attrazione per ciò che è proibito, l’amore contrastato e l’abusato espediente dell’antitesi eros/thanatos per accompagnare l’ingresso al mondo degli adulti del protagonista. Insomma, tutti elementi letti e riletti, visti tante di quelle volte da perdere di efficacia se non affrontati con dovere; cosa che a Mateo Gil non riesce, dal momento che utilizza ognuna di queste componenti narrative nel modo più prevedibile e banale che si possa immaginare. Zero guizzi e zero sorprese, dunque, anche nel pre-epilogo un po’ alla “Nightmare” in cui la giustizia privata a base di genitori infuriati e fiaccole purificatrici va ad innestarsi in modo quasi obbligato per la necessità di un elemento catalizzatore inserito troppo tardi. Ciò che poi proprio non funziona è il ritmo narrativo della vicenda, eccessivamente e inutilmente dilatato. L’andamento lento, quasi soporifero, della storia dà l’impressione che l’idea di base si prestasse malamente alle tempistiche del lungometraggio, infatti le ripetizioni e la struttura a flashback sanno troppo di “brodo allungato” e incidono sull’incapacità di creare tensione drammatica ed emotiva, che latita praticamente per l’intero film. L’intera vicenda si incentra sui due personaggi di Moira e Tomàs. La prima, interpretata da una brava Natalia Millàn, cavalca il confine dell’ambiguità, un personaggio costantemente sospeso tra colpa e vittimismo; il punto di vista ce la mostra decisamente più vittima che colpevole, ma il dubbio è sempre e comunque presente, delle sue presunte pratiche esoteriche e sul suo rapporto con il maligno non sappiamo nulla, dobbiamo fidarci o meno delle voci che girano in paese, popolato da gente bigotta e superstiziosa, dunque non affidabile. Eppure lo status di “ritornante” in cui la donna sembra versare alimenta il dubbio e ne fa un personaggio affascinante e complesso. Di contro abbiamo Tomàs, interpretato dal poco convincente Juan Josè Ballesta (da giovane) e dal poco convinto Jordi Dauder (da anziano), un protagonista scialbo e antipatico con il quale si trova difficoltà a immedesimarsi. Molto buona l’atmosfera calda e sognante, un po’ nostalgica, che fa molto Tornatore; del tutto anonima invece la regia di Gil, troppo televisiva nella piattezza della messa in scena e nel ritmo. “Regreso a Moira” è dunque un passo falso per “Peliculas para no dormir”, un dimenticabile e noioso dramma che presenta timidamente qualche elemento orrorifico solo per destare l’attenzione dello spettatore. Mancava una storia solida alle spalle e si vede. Pelicula para dormir. Merita mezza zucca in più.

Where to Watch

Rent

Amazon Video Amazon Video
Google Play Movies Google Play Movies

Buy

Amazon Video Amazon Video
Google Play Movies Google Play Movies