Stay Alive backdrop
Stay Alive poster

STAY ALIVE

2006 US
March 24, 2006

After the brutal death of a friend, a group of friends find themselves in possession of a video-game called "Stay Alive," a blood-curdling true story of a 17th century noblewoman known as the Blood Countess. After playing the game when they know they shouldn't, however, the friends realize that once they die in the game — they die for real!

Directors

William Brent Bell

Cast

Jon Foster, Samaire Armstrong, Frankie Muniz, Sophia Bush, Jimmi Simpson, Adam Goldberg, Wendell Pierce, Milo Ventimiglia, Billy Slaughter, Nicole Oppermann
Fantasy Horror Thriller Science Fiction Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

skull empty skull empty skull empty skull empty skull
Il giovane Hutch rimane scosso dopo aver saputo dell’improvvisa morte del suo amico Loomis. Durante il funerale, Hutch riceverà, dalla sorella di Loomis, una valigetta contenente tutti gli averi del fratello; tra i vari oggetti c’è uno strano videogioco dal titolo “Stay Alive”. Hutch, non appena lo scopre e invogliato da un altro suo amico, decide di organizzare una rimpatriata fra amici e passare una serata giocando al videogioco. Ma “Stay Alive” non è un semplice videogioco horror ma qualche cosa di molto più pericoloso; infatti i ragazzi inizieranno a notare che, chi muore nel videogioco, morirà nello stesso modo anche nella realtà. Ormai inizia a diventare una vera e propria moda introdurre nel panorama cinematografico horror tecnologie d’ogni genere e così “Stay Alive” decide di rendere terrificante quello che è il tanto amato mondo dei videogiochi. Quello di William Brent Bell (regista del film) non è il primo esempio di pellicola che decide di effettuare un accostamento tra horror e mondo videoludico; infatti, già in passato avevamo avuto il soddisfacente “Brainscan – Il gioco della morte” o, più recentemente, altri esempi di horror/ludici possono essere riscontrati nei disastrosi “Il mostro oltre lo schermo” e “Devour – Il gioco di Satana”. Stando a ciò si può dedurre che sono pochi i casi in cui si è riusciti con successo ad effettuare questo accostamento e dunque si sperava che almeno “Stay Alive” potesse portare a qualche cosa di buono risultando una pellicola tutto sommato gradevole. Se le aspettative sono queste ci si sbaglia di grosso poiché anche “Stay Alive” risulta essere un prodotto di bassa qualità che non porta nulla di nuovo e di buono al nostro genere. Primi e fondamentali difetti sono riscontrabili proprio nel plot di base, un plot decisivamente poco originale che cerca di mischiare tematiche ed elementi tratti dai classici horror nipponici con i soliti e triti teen horror che tanto vanno di moda negli States in questi ultimi anni. Come negli horror nipponici, anche qui è riscontrabile la classica, e ormai logora, storia della maledizione che si tramanda mediante un supporto tecnologico (quando una videocassetta, quando un telefono cellulare qui è la volta di un videogame) e proprio come negli horror asiatici anche in “Stay Alive” molte delle figure maligne sono rappresentate come delle giovani ragazze con i capelli lunghi che rantolano sul pavimento (un po’ di immaginazione in più avrebbe senz’altro giovato al prodotto finale); mentre dai classici teen horror che tanto tirano in america in questi ultimi tempi abbiamo l’intera struttura narrativa, il fatto che i protagonisti altri non sono che il solito gruppetto di ragazzetti deficienti messi lì solo per fare una brutta fine e il fatto che si preferisce dare maggior attenzione al fattore “balzo dalla poltrona” piuttosto che curare i contenuti dell’intera vicenda. Già da ciò, è facilmente intuibile che con “Stay Alive” si ha a che fare con un prodotto la cui originalità è pari allo zero, ma la mancanza di originalità sarebbe tranquillamente potuto essere un problema di poco conto se solo l’intero progetto fosse stato realizzato con maggiore attenzione. Tra i tanti problemi riscontrabili, quello che maggiormente grava alla pellicola è la disastrosa sceneggiatura adornata da diversi buchi, passaggi frettolosi e poco chiari e molteplici soluzioni del tutto fuori luogo che sembrano dettate dalla fretta nello stendere la sceneggiatura finale. Nulla si fa neanche per accontentare i fan del genere poiché, malgrado il film abbia avuto il vieto ai 14 anni, non vi è la presenza di una sola goccia di sangue in quanto gli omicidi vengono lasciati, il più delle volte, ad un fastidiosissimo fuori campo. Poi viene fatto un uso eccessivo della computer graphic che, anche se a tratti può risultare uno degli unici aspetti positivi del film (le scene ambientate nel videogioco sono ben realizzate e innovative), risulta per altri aspetti fin troppo abusata e dunque dannosa. Anche il cast non rappresenta certo un punto di forza del film, poiché è popolato da attori poco noti o, come da buon horror che si rispetti in questi tempi, da volti provenienti da serie tv (da citare su tutti un giovane Frankie Muniz, il famoso “Malcom” della tv, qui nei panni di uno dei tanti ragazzetti alle prese con “Stay Alive”). In conclusione, questo “Stay Alive” è un horror di pochissimo conto che poteva tranquillamente essere destinato al solo mercato dell’home video. Si lascia guardare senza troppe difficoltà, ma risulta talmente poco incisivo che si dimentica ancor prima di abbandonare la sala. Meriterebbe mezzo voto in più ma resta comunque un prodotto insufficiente.