MC
Marco Castellini
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Una giovane donna si ritrova al centro di strani avvenimenti: il suo corpo viene martoriato da strane ferite senza che né lei né altri gliele abbiano inflitte e spesso viene colpita da strani spasmi simili ad attacchi epilettici al termine dei quali non ricorda più nulla. La ragazza decide così di affidarsi alle cure mediche, che però paiono non sortire alcun effetto. Nel frattempo, a causa di un articolo sul giornale, il suo caso comincia a destare interesse nell’opinione pubblica, così la curia decide di mandare un prete, specializzato nello studio dei fenomeni paranormali, ad indagare sulla vicenda. Il padre capisce subito di essere di fronte ad un caso di possessione, diverso però dagli altri, infatti qui pare che il Diavolo non c’entri… qual’è allora lo spirito che possiede il corpo della poveretta? A parte qualche inevitabile tributo che la pellicola deve pagare nei confronti del capolavoro di Friedkin “L’Esorcista” ed il solito scontatissimo “happy end” (la versione che avrebbe voluto il regista prevedeva un finale molto più originale, peccato che, al solito, la produzione abbia deciso di intervenire “costringendo” Wainright a cambiarlo) “Stigmate” rimane sicuramente un buon film. Coinvolgente ed in alcuni punti perfino terrorizzante, ha i suoi punti di forza nei due ottimi protagonisti, Patricia Arquette (Strade perdute", "Bringing Out the Dead") e Gabriel Byrne ("I soliti Sospetti", "End of Days") e nell’ottima fotografia di Anthony Stabley che grazie ad un particolare effetto detto “salto della sbianca” altera leggermente i colori, dando maggiore intensità ai toni bianchi e neri, creando l’impressione che il film sia stato girato con poca luce naturale ed accentuando così l'atmosfera misteriosa della vicenda. Un montaggio frenetico in puro stile videoclip e una regia particolarmente ispirata fanno il resto. Decisamente consigliato.