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BESOS DE VAMPIRO

Vampire's Kiss

1989 US
junio 2, 1989

Un agente literario de Nueva York, empieza a comportarse de forma muy extraña, a raíz de la visita de una misteriosa joven. Está obsesionado con la idea de que la joven es un vampiro y que ésta le ha mordido. A medida que las visitas se repiten, aumentan sus trastornos.

Directores

Robert Bierman

Reparto

Nicolas Cage, María Conchita Alonso, Jennifer Beals, Elizabeth Ashley, Kasi Lemmons, Robert Lujan, Jessica Lundy, Johnny Walker, Boris Lyoskin, Michael Knowles
Fantasía Terror Comedia Crimen
HMDB

RESEÑAS (1)

AC

Andrea Costantini

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Peter Loew è un ragazzo di successo. E’ direttore di una casa editrice, è pieno di soldi, indossa abiti eleganti ed è circondato da molte donne, una diversa ogni sera. Ma qualcosa nella sua vita non va, non è soddisfatto ed è sull’orlo di un esaurimento nervoso. Tutte le sue certezze crollano una sera, durante un appuntamento, quando un pipistrello entra nel suo appartamento da una finestra aperta. Dopo quell’avvenimento, la sua vita sarà in declino e la goccia che farà traboccare il vaso sarà una sexy ragazza che durante un loro amplesso lo morderà sul collo e darà la convinzione a Peter di essere un vampiro. Forse non tutti sanno che Nicolas Cage, agli inizi della sua lunga carriera che vanta oltre sessanta film, non era il protagonista dei blockbuster d’azione con budget stellari che tutti conosciamo. Era un giovane attore con la fortuna di essere nipote di un importante regista. Un indizio per capire chi è questo celebre zio lo si trova nel vero nome dell’attore, Nicholas Kim Coppola. Ha preso parte a film importanti in cui recitava in ruoli seri come “Rusty il selvaggio”, “Peggie Sue si è sposata” e “Cotton Club” dello zio Francis Ford ma anche in altri cult degli anni ‘80 come “Arizona Junior” e “Stregata dalla luna”. Decisamente un buon interprete. Nel 1988 Cage prende parte ad un progetto strano. Il titolo del film in questione è “Vampire’s Kiss”, tradotto in “Stress da vampiro”, ed è il film dell’esordiente Robert Bierman, rimasto esordiente negli anni a venire in quanto questo è stato il suo unico lavoro per il cinema. L’idea di partenza del film però non è di quelle del tutto da scartare, anche perché viene dallo sceneggiatore Joseph Minion, colui che scrisse per il grande Scorsese il capolavoro “Fuori orario”. E per un certo verso i film si assomigliano pure. Sono entrambi un viaggio verso la follia dopo aver passato una notte senza ritorno. Prendete un giovane di successo, direttore di una casa editrice che, pressato dal lavoro e dalle donne, ha un esaurimento nervoso piuttosto insolito che si manifesta con i classici sintomi del vampirismo: fotofobia, terrore delle croci e una incontrollabile voglia di sangue. Ma perché mai un uomo dovrebbe comportarsi in questa maniera? Da una buona idea di partenza, abbiamo uno sviluppo altrettanto interessante in cui assistiamo alla lenta discesa nella follia dello yuppie, interpretato da un Nicolas Cage esagerato, fuori dalle righe ma perfettamente nella parte (dimostra ottime doti recitative che si appiattiranno nel corso degli anni) che impazzisce letteralmente a causa di alcuni avvenimenti del tutto normali ma che gli faranno compiere il passo oltre la barricata, superando il punto di non ritorno: un incontro fortuito con un pipistrello, una donna che durante l’amplesso lo morde sul collo e un contratto di lavoro andato perduto. Come un Nosferatu moderno si aggira per i locali notturni della città con la testa incassata nelle spalle, gli occhi spalancati e, munito di posticci denti simili a quelli che si trovavano nelle patatine, emulerà il conte Max Schrek facendo un danno dietro l’altro. In realtà Peter Loew è un ragazzo solo, afflitto dal successo e dalla Grande Mela, coprotagonista imponente del film. Questi elementi più grandi di lui lo schiacciano giorno dopo giorno in una ingigantita metafora del declino mentale di un uomo alle prese con le responsabilità del successo. Inoltre la figura femminile è un elemento chiave per comprendere la discesa verso l’inferno di Peter. E’ circondato da donne che non lo appartengono e che utilizza solo per i suoi scopi, come la sua amante Jackie (Kasi Lemmons), innamorata di lui ma che viene trascurata ad ogni occasione oppure la psicanalista Glaser (Elizabeth Ashley), utile solo a dargli consigli che non verranno seguiti o ancora la sua segretaria Alva (Maria Conchita Alonso), che tormenta giorno e notte, vessandola con ogni tipo di sopruso verbale e fisico. Paradossalmente l’unica donna a cui è interessato, nonostante la moltitudine di femmine che lo circonda, è l’unica che non potrà mai avere, Rachel (Jennifer Beals), vampira frutto della sua immaginazione. Non contento di tutto ciò, nel delirante finale la soluzione ai suoi problemi sarà immaginarsi una quinta donna, Rachel, uguale a Peter in tutto e per tutto. Un film interessante, sconosciuto al grande pubblico ma con una bella idea, un ottimo protagonista sulla cui recitazione si basa tutta la pellicola. L’esagerazione della vicenda alla lunga stanca e risulta ripetitiva ma nel complesso resta un buon b-movie che gli appassionati di cinema (e di horror anche se non si tratta di un vero e proprio horror) dovrebbero vedere.

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