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LA COSA MALDITA (MASTERS OF HORROR SERIES) (TV)

The Damned Thing

2006 CA
octubre 27, 2006

Años 80. Durante la fiesta de cumpleaños del pequeño Kevin, su padre (Brent Stait), al ver una mancha oscura en el techo, enloquece y asesina a su esposa (Georgia Craig). También intenta asesinar al niño, pero una misteriosa fuerza acaba antes con él. Veinte años después, Kevin (Sean Patrick Flanery) es el sheriff de la ciudad y trata de rehacer su matrimonio con Charity (Carter) con quien tiene un hijo de corta edad. En vísperas del aniversario de la muerte de sus padres, una serie de extrañas muertes hace temer a Kevin que se repita el episodio de su niñez. Primer capítulo de la segunda temporada de Masters of Horror.

Directores

Tobe Hooper

Reparto

Sean Patrick Flanery, Marisa Coughlan, Brendan Fletcher, Alex Ferris, Brent Stait, Georgia Craig, Ryan Drescher, Ted Raimi, Tracy Waterhouse
Dramma Horror televisione film
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nella cittadina di Cloverdeal cominciano a verificarsi strani eventi: un uomo si prende a martellate il volto fino a morire, una madre tenta di uccidere il proprio figlio, un prete sfonda il cranio a un suo concittadino mentre si sta confessando. L’unico che sembra conoscere il motivo di queste strane e improvvise azioni è lo sceriffo Reddle, protagonista, da bambino, di un evento simile che coinvolse i suoi genitori. Mentre l’uomo cerca di scavare nel suo passato per trovare una soluzione, in paese si scatena l’isteria di massa e la furia omicida/suicida delle persone aumenta ad ogni minuto che passa. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Tobe Hooper dà il via alla seconda stagione di “Masters of Horror” e dal Richard Matheson di “Dance of the Dead” passa ad Ambrose Bierce per “The Damned Thing”, tenendo come comune denominatore Richard Christian Matheson (figlio del celebre autore di “Io sono leggenda”) in veste di sceneggiatore. In verità, dopo gli infimi risultati raggiunti con “Dance of the Dead”, episodio della prima stagione di questa serie, sentire ancora i nomi di Hooper alla regia e Matheson Jr. alla sceneggiatura mi ha fatto sudare freddo, ma ogni allarmismo è stato eccessivo perché “The Damned Thing” (in Italia ribattezzato “Discordia”) si fa guardare con piacere e si posiziona tra gli episodi gradevoli di questa seconda stagione dei maestri dell’orrore. Rapportarsi con Tobe Hooper in questi ultimi anni è cosa assai ardua, poiché l’ex regista prodigio di “Non aprite quella porta” e “Il tunnel dell’orrore” ha avuto un tracollo artistico tale da collezionare una serie di filmetti che giudicare guardabili equivale a complimento. Se si esclude la collaborazione con Stephen King per “The Mangler”, saranno almeno 20 anni (se non di più) che il regista texano non dirige una pellicola che si assesti sulla sufficienza, ora con questo “Discordia” giunge un po’ di redenzione. Il mediometraggio in questione non è nulla di eccezionale, sia ben chiaro, trattasi di opera per lo più anonima e priva di guizzi di genio, però la storia e il ritmo sanno intrattenere piacevolmente e l’alto tasso di emoglobina tiene ben desta l’attenzione dello spettatore splatterofilo. L’idea di base viaggia su territori che potrebbero essere definiti dylandoghiani, tanto riesce questo episodio a ricreare atmosfere e situazioni che spesso si sono viste nelle pagine del fumetto creato da Tiziano Sclavi: paesino di provincia dove si scatena la follia degli abitanti che fino al giorno prima erano persone rispettabilissime, l’orrore che viene dal passato, si annida nel sottosuolo e funge da catalizzatore per l’odio e la violenza umana, prendendo perfino la forma di un mostro vischioso. Voler dare una forma al rancore e alla violenza repressa è un'idea non originale ma comunque apprezzabile, capace qui di sviluppare la tematica dell’inevitabilità della negativa istintività umana in modo efficace e mai gratuito o compiaciuto. L’essere umano è descritto come un individuo col volto coperto da una maschera: la quotidianità e le regole del vivere in società indicano il giusto comportamento da seguire, ma basta un’energia negativa, qui battezzata “energia maledetta”, che attraversi le coscienze degli uomini per far cadere quella maschera e tirar fuori il peggio da ognuno. Così l’istinto di conservazione, l’empatia e ogni freno morale scompaiono e l’essere umano si trasforma in una creatura priva di cuore e di cervello, capace di fare e farsi del male come unico mezzo di espressione. L’utilizzo dell’effetto splatter per scuotere lo spettatore è una scelta discutibile, sicuramente di grande impatto (“Discordia” insieme a “Istinto animale” è l’episodio più splatter di questa seconda stagione) ma in alcuni casi anche sfacciatamente gratuita. Tra insistiti sbudellamenti e amenità varie, tutte ottimamente realizzate dal team di Berger e Nicotero, si ha la sensazione di voler distogliere l’attenzione dello spettatore dalla mediocre caratterizzazione dei personaggi e da qualche passaggio un po’ superficiale. Il compito è comunque svolto egregiamente sotto tutti i fronti e a fine visione, seppur incapace di lasciare il segno, “Discordia” può soddisfare.