The Eye backdrop
The Eye poster

THE EYE

見鬼

2002 HK
May 9, 2002

A blind concert violinist gets a cornea transplant allowing her to see again. However, she gets more than she bargained for when she realizes her new eye can see ghosts. She sets out to find the origins of the cornea and discover the fate of its former host.

Directors

Danny Pang Phat, Oxide Pang Chun

Cast

Angelica Lee Sin-Jie, Lawrence Chou Chun-Wai, Candy Lo Hau-Yam, Edmund Chen, Yut Lai So, Chadatirud Lertaveesin, Yin Ping Ko, Florence Wu Wing-Han, Wisarup Annuar, Yuet Siu Wong
Horror
HMDB

REVIEWS (1)

SM

Simone Matano

Una ragazza non vedente riacquista la vista subendo un trapianto di occhi appartenuti ad un’altra ragazza, deceduta precedentemente, la quale aveva facoltà di vedere spiriti di persone defunte, nonché di prevedere ciò che sarebbe accaduto di li a poco. Quando la protagonista si rende conto che grazie alla donatrice, oltre che la vista ha acquisito anche le sue capacità paranormali, si ritroverà ad indagare sulla storia di questa ragazza che rivendica la scoperta della verità sulla sua morte e sulla sua sofferta vita, con un finale inaspettato. Nel periodo di uscita di questo film il panorama cinematografico internazionale ha visto emergere in breve tempo diverse pellicole provenienti dal Sol Levante, le quali hanno tentato di farsi strada tra i pluriblasonati kolossal statunitensi, che da decenni monopolizzano innegabilmente il mercato in questione. La partenza non era stata negativa, ma ad oggi sembra che tutto sia stato solamente un fuoco di paglia. Il film porta alcune interessanti innovazioni nel genere horror, immettendo una trama avvincente che coinvolge lo spettatore fin dall’inizio, ricca di colpi di scena ed una storia ( pur se altamente irrazionale ) che ha un filo logico solido e scorrevole. A tratti investigativo, a tratti commovente ed avvincente, il prodotto risulta comunque completo in ogni sua parte e gradevole da seguire per tutta la sua durata. Gli effetti speciali sono ben curati, i registi, dal talento constatabile sin dalle prime scene, hanno saputo immettere numerosi passaggi nei quali lo spettatore “sobbalza” sulla poltrona e sente, sulla schiena, quel brivido tanto caro agli amanti del genere, grazie anche ad una sapiente gestione del sonoro che accompagna le immagini. Tra le pecche, tuttavia, si deve annoverare ( per chi ritenga ciò un difetto ) lo stile di recitazione vistosamente nipponico da parte degli attori, che seppure inevitabilmente in parte influenzato da quello che è l’occidente, rimane molto composto e le espressioni degli attori sono spesso artefatte e “preparate”, in pieno stile Japan; ma ciò toglie poco o nulla ad una pellicola che rimane comunque di un livello molto buono sotto gli aspetti di regia, di fotografia, di sceneggiatura e di trama. Se avessero continuato a preparare prodotti di questo livello dalle parti di Tokyo, probabilmente i registi a “stelle e strisce” avrebbero dovuto presto rimboccarsi le maniche e dovuto competere con una realtà che offriva una validissima alternativa ai loro kolossal.