The Graveyard backdrop
The Graveyard poster

THE GRAVEYARD

2006 US
junio 27, 2006

Sei amici vanno al cimitero di Placid Pines per giocare a nascondino nelle tombe. Quando uno scherzo "innocuo" finisce con la morte accidentale di uno dei membri del gruppo, il burlone va in prigione. Cinque anni dopo gli amici si ritrovano al cimitero per risolvere i problemi di quella notte fatale. Quando i membri del gruppo iniziano a essere assassinati uno alla volta, si rendono conto che questa volta non è uno scherzo.

Directores

Michael Feifer

Reparto

Natalie Denise Sperl, Lindsay Hugghins, Erin Reese, Trish Coren, Eva Derrek, Patrick Scott Lewis, Markus Potter, Christopher Stewart, Leif Lillehaugen, Brett Donowho
Terror
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un gruppo di adolescenti si reca di notte nel cimitero di Placid Pines per giocare a nascondino, ma a causa di uno stupido scherzo, uno di loro rimane ucciso e solamente Bobby viene accusato di omicidio e condannato al carcere. Cinque anni dopo, approfittando della libertà provvisoria concessa a Bobby, sua sorella Michelle, anch’essa presente la notte della tragedia, organizza una rimpatriata per tutti gli ex amici perduti di vista dopo quella tragica notte. La riunione è stata organizzata in una baita nei boschi, proprio vicino al cimitero di Placid Pines, ma presto i ragazzi cominceranno a cadere vittime della furia omicida di un misterioso assassino mascherato. Che lo slasher fosse un genere ripetitivo e altamente prevedibile ormai è cosa nota, però è raro imbattersi in un concentrato di luoghi comuni e ingenui colpi di scena come accade in “The Graveyard”, ultima fatica distributiva dell’italianissima Gargoyle Video. “The Graveyard” non è altro che un esile slasher a basso budget che saccheggia a piene mani tutto il saccheggiabile possibile dal passato più glorioso dello slasher movie: si parte da un prologo che si rifà in modo piuttosto evidente a “Non entrate in quella casa” ( poi riproposto in parte, con le dovute varianti, in “So Cosa hai fatto”), con l’eccezione che nel film di Paul Lynch sono dei più plausibili ragazzini a giocare a nascondino e poi causare l’incidente, mentre in “The Graveyard” sono dei poco credibili e piuttosto stupidi ragazzotti sulla ventina. Poi si prosegue rubando location e soluzioni narrative che provengono direttamente dalla saga di “Venerdì 13”: dalla baita in montagna agli inseguimenti nel bosco, dalle coppiette in fregola ai personaggi introdotti semplicemente per essere trucidati. Si conclude questa fiera del dejà vù con un killer che indossa inspiegabilmente una maschera identica a quella di Leatherface di “Non aprite quella porta” e una soluzione finale di una prevedibilità disarmante ( è possibile intuire non solo l’identità, ma anche il movente dell’assassino a venti minuti dall’inizio del film! ). Come da tradizione, i personaggi sono stati caratterizzati con l’inchiostro simpatico, tanto sono evanescenti e superficiali, ma in questo caso lo sono a tal punto da non rappresentare neanche i classici stereotipi del genere, ma solo semplici figure messe lì per essere macellate dall’assassino. E giungiamo così all’altro punto dolente del film: gli omicidi. Un film così sciatto e poco originale come “The Graveyard”aveva come unica ancora di salvezza mettere in scena una serie di omicidi originali e sanguinolenti, scusante adottata da diverse recenti produzioni che si sono trovate nelle stesse condizioni; ma questo film non riesce neanche a sfruttare la soluzione splatter-gore, mettendo in scena solo dei banalissimi omicidi che, quando non si risolvono con il fuori campo, si affidano ad una semplice pugnalata o risultano addirittura ridicoli se tentano la strada dell’originalità ( vedi il ragazzo morso dal serpente che gli è stato nascosto sotto il letto ). Se si passa poi all’aspetto tecnico-artistico non si migliora di certo, dal momento che alla grettezza di una sceneggiatura svogliata e all’incompetenza dell’intero cast, si aggiunge una fotografia televisiva e una regia blanda e anonima. “The Graveyard” è dunque un trascurabilissimo slasher che nulla aggiunge al genere, anzi, dove è possibile, non fa altro che copiare ai celebri antenati. Circola di peggio per i circuiti dell’home video, sia ben chiaro, ma questo film si posiziona comunque nei gradini più bassi della recente produzione horror d’oltreoceano.