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THE RING 2 (LA SEÑAL 2)

The Ring Two

2005 US
marzo 10, 2005

Seis meses después de los incidentes relacionados con una cinta de vídeo donde se aprecia la muerte de una joven a manos de sus padres, Rachel Keller decide mudarse con su hijo de Seattle a un lugar donde puedan sentirse más seguros y empezar una nueva vida. La cinta de vídeo un tanto siniestra que acabó misteriosamente con la vida de un niño no deja de preocupar a Rachel, que decide emprender una investigación sobre todos aquellos que desaparecieron y saber qué tipo de maldición esconde la cinta.

Directores

Hideo Nakata

Reparto

Naomi Watts, Simon Baker, David Dorfman, Elizabeth Perkins, Gary Cole, Sissy Spacek, Ryan Merriman, Emily VanCamp, Kelly Overton, James Lesure
Drama Terror Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

AC

Alessandro Carrara

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Rachel Keller e suo figlio Aidan sono sopravissuti a una terribile esperienza, e stanno cercando di rifarsi una vita: nuova città, nuovo lavoro e taglio netto con i fantasmi del passato. Nonostante questo, la leggenda urbana del videotape che uccide dopo una settimana continua ad espandersi, specie fra gli adolescenti della West Coast, e quando miete un'altra vittima nella piccola comunità di Asheville, Rachel ripiomba nell'incubo: teme per la vita del figlio, ma ben presto si accorgerà che ci sono destini a volte peggiori della morte… L'atteso seguito americano di "Ring" finalmente è arrivato: per questo progetto la Dreamworks ha deciso di affidarsi al regista giapponese responsabile del successo di "Ringu", Hideo Nakata, una scelta per certi versi azzardata (dato che in Occidente "Ring 2" made in Japan non era stato apprezzato) ma che infine si è rivelata azzeccata. In effetti il film non ricalca la trama di "Ringu 2" (dovremmo abituarci a chiamarlo così) anche perché molte idee del sequel giapponese erano state già utilizzate nel primo "Ring" americano (ricordiamo che "Ringu" dura circa mezz'ora in meno rispetto al remake americano), piuttosto ricerca una propria strada, quindi non si tratta di un remake del sequel bensì un sequel del remake, se si permette il gioco di parole… Confrontando "Ring Two" col suo sequel, si nota subito che Nakata è riuscito a dare la sua impronta alla pellicola, dandole un taglio meno "teenage horror" rispetto a quella di Gore Verbinski. Certamente la storia risulta più confacente al suo stile di regia, nonostante il film parli nettamente americano e non possa essere confrontato con i suoi lavori degli anni '90: è vero che il film comincia con una sequenza molto simile all'incipit di "Ringu" (nonostante in questo caso il ragazzo cerchi di mostrare il video a una sua compagna di scuola per liberarsi dalla maledizione) ma il ritmo è molto più alto rispetto a "Ringu" e "Ringu 2", con molta più azione e meno silenzi. E' importante notare anche una certa influenza di "Resen", il tanto vituperato primo sequel di "Ringu", dal quale si riprende l'idea che la maledizione "muti" e che il nuovo (o vecchio?) obbiettivo di Samara non sia quello di far conoscere la sua storia a più gente possibile bensì quello di ritornare in vita per "interposta persona": è vero che quest'idea è blandamente presente anche in "Ringu 2", ma in questo caso le analogie a "Resen" sono più evidenti: l'azione si sposta dalla cassetta (pare che venga distrutta l'ultima copia al mondo come nel libro di Suzuki) al tentativo di possedimento di Aidan. Nonostante la sceneggiatura sia in sé e per sé buona, sono evidenti notevoli incongruenze sia col film di Verbinski sia interne al film, molte buone idee risultano sprecate o non sufficientemente sfruttate, in particolare l'eccellente interpretazione dell'indimenticabile Sissy Spacek (i suoi occhi cerulei sono agghiaccianti come ai tempi di "Carrie") nel ruolo di Evelyn dura pochi minuti, nonostante sia la prestazione della Spacek, sia l'importanza del suo personaggio suggerissero di dedicarci più spazio. Alla fine i momenti di tensione sono limitati, fra tutti questi però svetta una delle migliori sequenze di "Ringu 2": l'arrampicata nel pozzo. In questa apparizione Samara risulta molto più terrorizzante soprattutto per il fatto che è stata probabilmente utilizzata la stessa tecnica di ripresa vista in "Ring 0: birthday", cioè la ripresa dell'azione al contrario e con la pellicola rivoltata in sede di montaggio, che rende i movimenti dell'attrice parecchio "innaturali". Certamente nel pozzo Samara si muove più velocemente di Sadako in "Ring 0", il che dà l'idea che il pozzo sia una specie di autostrada (d'altronde è un film americano!). Altra sequenza memorabile, in questo caso completamente originale, è la scena della vasca, forse non troppo terrorizzante ma estremamente suggestiva dal lato visivo, dove la CG è all'altezza della situazione. Purtroppo non accade lo stesso con l'animazione dei cervi, in particolare al momento dell' incidente stradale, dove gli animali paiono evidentemente fittizi. Il cast, a parte Sissy Spacek, risulta nella norma, ognuno fa il suo dovere: David Dorfman (Aidan) è odioso come nel primo capitolo; Naomi Watts risulta discreta ma non è certamente la sua interpretazione migliore. Nota importante è la mancanza di Daveigh Chase che ha rifiutato il ruolo di Samara che ricopriva nel primo capitolo, a quanto pare su suggerimento del suo agente; in questo sequel è stata sostituita da due attrici: Kelly Stables e Caitlin Mavrometes per quanto riguarda i feedback dove Samara è una neonata. In conclusione "Ring Two" è superiore al prequel americano soprattutto grazie alla regia di Nakata (anche se è stupefacente, specie in relazione al risultato finale, sapere che in realtà egli era la terza scelta dopo che altri due registi, Noam Murro e Richard Kelly, avevano rifiutato il progetto) ma non sarà ricordato nella storia del cinema horror: certamente dopo il risultato di "The grudge" si poteva temere il peggio ma avrebbe potuto meritare una zucca in più con un copione un po' più curato e meno spazio all'azione. Dato il successo della pellicola la probabilità di vedere un terzo capitolo è molto alta.

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