Carmilla, the Lesbian Vampire backdrop
Carmilla, the Lesbian Vampire poster

CARMILLA, THE LESBIAN VAMPIRE

2004
April 13, 2004

It's a face-off against two of the most evil supernatural forces: vampires fueled by bloodlust and zombies who've come back from the dead to prey on the living. The two camps are bent on proving their superiority, so it's a race to the gory finish. Whoever wins will decide the future of humanity.

Directors

Vince D'Amato

Cast

Bonny Giroux, C.S. Munro, Brinke Stevens, Maritama Carlson
Horror
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

L’umanità è sconvolta da un misterioso morbo che fa resuscitare i morti, rendendoli cannibali. I pochi sopravvissuti tentano di fuggire in un ipotetico luogo incontaminato, in cui sperano giungere anche un padre con la figlia che vagano sulla loro automobile su un’isolata strada di campagna. Durante il tragitto danno un passaggio ad una ragazza, Carmilla, inconsapevoli che in realtà si tratti di una vampira. Ora i due umani dovranno difendersi, oltre che dagli zombi, anche dalla passeggera assetata di sangue. Si fa perfino fatica a raccontarlo questo improbabile e imbarazzante film che mescola malamente due figure mitiche dell’immaginario horror. Il titolo del film, così come la locandina, citano esplicitamente il fortunato film di Ronny Yu “Freddy vs Jason”, ma in questo caso vengono chiamati in causa due mostri della tradizione classica: gli zombi e i vampiri. I morti viventi, che compaiono in pochissime occasioni, sono realizzati in maniera ridicola, con un make-up fintissimo; inoltre la storia del virus che risveglia i morti è appena accennata e risulta chiaramente posticcia. I vampiri, invece, sono molto più presenti sulla scena, anche se risultano fuori luogo con la “storia” narrata e il regista, anche sceneggiatore, si è preso addirittura la responsabilità di citare nel nome della vampira co-protagonista ( Carmilla ) il personaggio creato da Joseph Sheridan Le Fanu. La storia è quasi inesistente e la fotografia è pessima, così come la regia semi amatoriale e le interpretazioni da recita scolastica degli attori. I personaggi compaiono e scompaiono senza una logica, alcuni, tra l’altro, sembrano particolarmente inutili per l’economia dell’intreccio, così come risultano inutili alcuni passaggi del film ( vedi la lunga sequenza nella stazione di servizio ) probabilmente aggiunti nella sceneggiatura solamente con l’intenzione di allungare una pellicola che non ha assolutamente niente da dire. Unica menzione positiva va ad alcune scene semi splatter nella parte finale del film, realizzate in modo del tutto dilettantesco ma, tutto sommato, apprezzabili. Solamente un quesito sovviene nella mente dello sventurato spettatore che si imbatte in questo obbrobrio: ma per quale motivo il mercato italiano si prodiga ad acquistare i diritti di filmacci del genere? Considerando poi che sono ancora inediti nel nostro paese titoli di ben maggiore interesse; basti pensare al secondo capitolo della serie “Ginger Snaps” oppure a “Bubba Oh-tep” di Coscarelli. In conclusione, “Vampires vs Zombies” è un titolo, distribuito per il solo mercato dell’home video, da cui bisogna particolarmente stare alla larga; un film brutto, ma talmente brutto da far rivalutare perfino famigerate pellicole del calibro di “Paganini Horror” e “Non aprite quella porta 4”, aggiudicandosi uno dei primi posti nella classifica dei “film horror più brutti della storia”. Pessimo solo perché non esiste un voto inferiore!