Blue Velvet backdrop
Blue Velvet poster

BLUE VELVET

1986 US
septembre 19, 1986

Il se passe quelque chose d’étrange derrière les palissades blanches de Lumberton, Caroline du Nord. Après avoir fait la découverte d’une oreille humaine coupée dans un champ, Jeffrey Beaumont, un étudiant attiré par le mystère, est bien déterminé à enquêter. Avec l’aide de sa petite amie, Jeffrey pénètre dans l’univers sombre et dangereux de Dorothy Vallens, une chanteuse de boîte de nuit mystérieusement unie à Frank, un gangster sadique, autour d’une histoire de kidnapping.

Réalisateurs

David Lynch

Distribution

Isabella Rossellini, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern, Hope Lange, Dean Stockwell, George Dickerson, Priscilla Pointer, Frances Bay, Jack Harvey
Dramma Thriller Crime Mistero
HMDB

CRITIQUES (1)

AG

Alessio Gradogna

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Jeffrey trova un orecchio mozzato in un prato vicino a casa sua. Con l'aiuto di una giovane studentessa inizia ad indagare su questo curioso avvenimento, e finisce per trovarsi coinvolto in una spirale sadomasochista che vede protagonisti una cantante di night-club e un criminale psicopatico che le ha rapito il marito e il figlio. Tra i due c'è un morboso rapporto di amore e odio, e Jeffrey, affascinato dai pericoli che lo attorniano, ne subisce le conseguenze. Il capolavoro assoluto di David Lynch, la summa della sua poetica, uno dei migliori thriller di sempre. Gli elegantissimi colori dei titoli di testa ci immergono immediatamente in un mondo fantastico, in una cittadina apparentemente gaia e tranquilla, che in realtà (come “Twin Peaks”) nasconde storie terribili e perversioni oltre ogni limite. La sessualità violenta che vede protagonisti una mai più così bella Isabella Rossellini e un indemoniato Dennis Hopper è il punto focale che incastra Jeffrey (Kyle McLachlan, da qui in poi attore-feticio di Lynch) in un mondo allucinato, che viaggia senza sosta oltre i confini della follia, affogando tra ricatti e sangue, inganni e lacrime, doppie personalità e una realtà inconoscibile che scopriamo gradualmente dagli occhi dell'ingenuo protagonista. La Rossellini canta in maniera soave “Blue Velvet”, Hopper ci terrorizza con la sua ancestrale follia che va oltre ogni raziocinante illusione, il parossismo di Lynch assume tonalità estreme che non verranno più toccate bella sua carriera, sequenze cariche di bestiale violenza si intersecano con momenti di soave romanticismo ricalcanti i melodrammi americani degli anni '40, la fiaba e l'orrore si alternano in un perfetto gioco di specchi, e un finale smaccatamente gore spazza via ogni barlume di speranza nella distruzione completa di un mondo e dei meccanismi ordinari che lo regolano. Sceneggiatura impazzita, attori impazziti, messinscena impazzita. Cinema come sperimentazione, cinema senza regole, cinema come viaggio psicosomatico nei meandri più abietti della mente umana. L'insofferenza per le regole di genere al servizio della scrittura filmica come libera surrealistica rappresentazione di fobie e sogni infranti. In fondo, come ripetono più volte MacLachlan e Laura Dern, “è uno strano mondo”. Quando la follia diviene arte pura.

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