Stoker backdrop
Stoker poster

STOKER

2013 US
febrero 28, 2013

Cuando India Stoker (Mia Wasikowska), una adolescente algo excéntrica, pierde a su querido padre (Dermot Mulroney) en un trágico accidente de coche en el día de su 18 cumpleaños, su tranquila existencia en la apartada mansión familiar se hace añicos de golpe. Con una sensibilidad exquisita, India muestra un comportamiento impasible que enmascara los profundos sentimientos y los agudísimos sentidos que sólo su padre comprendía. India se ve arrastrada hacia el hermano perdido de su padre, Charlie (Matthew Goode), que aparece por sorpresa en el funeral y decide quedarse con ella y su inestable madre, Evie (Nicole Kidman). Aunque India al principio desconfía de su encantador y misterioso tío, pronto descubre que le fascina y se da cuenta de cuánto tienen en común... Debut en EEUU del director coreano Park Chan-wook (Old Boy).

Directores

Park Chan-wook

Reparto

Mia Wasikowska, Nicole Kidman, Matthew Goode, Dermot Mulroney, Jacki Weaver, Lucas Till, Alden Ehrenreich, Phyllis Somerville, Ralph Brown, Judith Godrèche
Drama Terror Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

skull skull skull skull empty skull
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, India Stoker viene a sapere dell’improvvisa morte di suo padre Richard causata da un incidente stradale. Per il funerale dell’uomo, arriva Charlie, fratello più giovane del defunto, di cui India non era a conoscenza e che si stabilisce nella casa di famiglia. Dopo un’iniziale antipatia che porta la ragazza a star lontana dal fascinoso zio, pian piano India comincia a sentirsi stranamente attratta dall’uomo, così come sua madre. Ma oltre alle dicerie che gravano sulla fama della famiglia Stoker, ora anche una serie di inquietanti morti e scomparse sembrano essere collegate alla morte di Richard e alla venuta di Charlie. Quante volte il cinema ha utilizzato una storia che si tinge di rosso e di nero, cioè di sangue e di tenebre, per raccontarci in modo più o meno metaforico il passaggio dall’adolescenza alla maturità del protagonista? Tante volte, penserete voi… e se stringessimo il cerchio per circoscrivere queste passaggio generazionale all’ambito della maturazione sessuale del protagonista? Beh, le cifre non cambiano di molto e ci ritroviamo sempre e comunque di fronte a una mole considerevole di storie su pellicola. “Stoker” non fa altro che aggiungersi al mucchio, raccontando la storia morbosetta di questa ragazza in piena tempesta ormonale che scatena tutto il suo lato oscuro… ma “Stoker” si distingue dal mucchio, sa farlo con caparbietà e prepotenza e brilla lì in mezzo lasciando un solco ben profondo nel cuore e nella testa dello spettatore. Perché “Stoker” ha una discriminante e questa discriminante si chiama Park Chan-wook. Sudcoreano, apprezzatissimo da critica e pubblico sia in patria che altrove grazie soprattutto all’ormai mitica trilogia della vendetta (“Mr. Vendetta”, “Old Boy”, “Lady Vendetta”), Park Chan-wook è chiamato ad esordire con un film di produzione americana, come spesso accade ed è accaduto a molti altri suoi colleghi. Ma come invece raramente accade, Park Chan-wook riesce a portare in un film “su commissione” tutta la sua poetica e soprattutto la potenza e l’eleganza visiva che contraddistingue le sue opere. “Stoker” è come una danza, un film coreografico in cui ogni singola scena è di una complessità registica incredibile, dietro ad ogni inquadratura c’è un evidente lavoro di costruzione e sincretismo, a partire dalle immagini che scorrono con freeze-frame sui titoli di testa. La mano del regista si nota subito, volteggia in numerosi colpi di stile che potrebbero anche apparire eccessivi, ma innegabilmente fanno davvero la differenza e danno un’identità specifica al film. Il soggetto in se non è nulla di innovativo, come si diceva in apertura, perché ci viene raccontata una storia di misteri familiari, omicidi e maturazione sessuale attraverso il linguaggio del thriller hitchcockiano, dunque un connubio ampiamente rodato che l’insospettabile Wentworth Miller, noto soprattutto come attore per il serial “Prison Break” e per aver dato corpo a Chris Renfield in “Resident Evil: Afterlife”, sceneggia abilmente prestando molta attenzione alla delineazione psicologica dei personaggi e alla costruzione dei colpi di scena che seppur non sorprendano più di tanto, arrivano puntuali ed efficaci. Alla fine, si ha la sensazione di guardare una versione acida e di classe di “The Stephfather – Il patrigno”, con un’attenzione particolare per la metamorfosi che durante la vicenda subisce il personaggio di India Stoker, interpretata da una bravissima e conturbante Mia Wasikowska (“Alice in Wonderland”), demone dormiente della morte e della lussuria, efficacemente ritratta come teen-outsider, vittima e carnefice al tempo stesso. Una ragazza in conflitto con se stessa (la repressione della pulsione sessuale), con il mondo esterno (i compagni di scuola, lo zio Charlie) e quello a lei più vicino (sua madre Nicole Kidman, di cui diviene rivale in amore). In “Stoker”, curioso titolo che sembra voler ammiccare al richiamo del sangue con l’inevitabile accostamento al cognome del ben noto Bram inventore di Dracula, non mancano neanche momenti forti, come la scena del collo spezzato o il sanguinoso finale, che gli danno un’apparenza decisamente sui generis, così elegante nella forma e dai ritmi dilatati, ma anche dannatamente pregno di voglia exploitativa. Per il suo esordio a stelle e strisce, Park Chan-wook confeziona, dunque, un ottimo compromesso tra forma e contenuto, tanto classico nell’impostazione narrativa quanto follemente stiloso e visionario nella messa in scena… e fa centro!

Dónde Ver

Alquilar

Apple TV Apple TV
Amazon Video Amazon Video
Rakuten TV Rakuten TV
Google Play Movies Google Play Movies
Timvision Timvision

Comprar

Apple TV Apple TV
Amazon Video Amazon Video
Rakuten TV Rakuten TV
Google Play Movies Google Play Movies
Timvision Timvision

Tráiler