Mutant assassin backdrop
Mutant assassin poster

MUTANT ASSASSIN

Bottom Feeder

2007 CA
avril 3, 2007

Une équipe d'agents d'entretien est envoyée dans un bâtiment désaffecté. Ces derniers ne se doutent pas une seule seconde qu'une horrible créature affamée hante les couloirs de la bâtisse...

Réalisateurs

Randy Daudlin

Distribution

Tom Sizemore, Wendy Anderson, Richard Fitzpatrick, Amber Cull, Martin Roach, James Binkley, Simon Northwood, Philip Akin, Tig Fong, Joe Dinicol
Horror Fantascienza
HMDB

CRITIQUES (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Charles Deaver è un eccentrico milionario rimasto orrendamente sfigurato a seguito di un incidente automobilistico. Per porre rimedio alle evidenti ustioni che ricoprono buona parte del suo corpo, Charles contatta lo scienziato Nathaniel Leech che sembra aver trovato un siero capace di rigenerare i tessuti umani. Ma il siero, come qualunque altro oggetto medico, può comportare effetti collaterali: se utilizzato in eccessiva quantità e senza il supporto di apposite microproteine finalizzate a soddisfare il crescente impulso nutritivo, il siero può causare un’accelerazione e una distorsione del processo metamorfico. Per testare l’efficacia del prodotto, Charles Deaver fa ignettare una considerevole quantità di siero nel dottor Leech per poi rinchiuderlo nei sotterranei di un ospedale abbandonato. Il risultato non sarà quello desiderato e Nathaniel Leech, ben presto, si trasformerà in una creatura famelica e ripugnante. Ludwing Feuerbach, fondatore dell’ateismo filosofico ottocentesco e figura di rilievo all’interno della Sinistra hegeliana, nel 1862 elabora una teoria degli alimenti profondamente filantropica al cui interno veniva espressa una massima destinata non solo a divenire il cardine di tutto il suo pensiero ma anche a segnare la storia della filosofia ottocentesca: “L’uomo è ciò che mangia!”. Mai ci fu affermazione più veritiera per Randy Daudlin che scrive e dirige questa gustosa opera pronta a trasformare in salsa horror il suddetto pensiero filosofico. La teoria di Feuerbach, infatti, fa da spunto narrativo per l’evoluzione di un gustoso monster movie vecchio stile che vede sfilare sulla scena una creatura coinvolta in una celere metamorfosi e costretta ad assumere le sembianze di ciò che fagocita durante tutto il lasso di tempo in cui il processo di trasformazione non è giunto a compimento. Avremo così modo di ammirare un interessante essere meticcio a metà strada tra un uomo, un cane ma soprattutto un topo. Già, perché quella che può essere tranquillamente considerata l’attrazione di punta del film non è altro che un sanguinario uomo-topo che si aggira nei sotterranei di uno stabile abbandonato con l’intento di nutrirsi di chiunque capiti a tiro. Ma dimenticatevi i simpatici roditori logorroici e con i calzoncini rossi che ci ha fatto conoscere Walt Disney, dimenticatevi quel topino dal nome Gigio che con il suo “Ma cosa mi dici mai!” ha incantato milioni di bambini, l’uomo-topo di “Bottom Feeder” è una repellente e viscida creatura che sembra uscita da qualche vecchia produzione di serie b degli anni ottanta e realizzata, per rendere il tutto ancora più affascinante, con ottimi effetti di make-up old style che mai cedono il posto agli scomodi ma tanto ambiti effetti in computer graphic. Al di là di intelligenti, quanto insoliti, riferimenti a concetti filosofici e al di là di un villan particolarmente ispirato, non si può dire che questo “Bottom Feeder” sia capace di distinguersi dalla massa per altri particolari meriti. Trattasi infatti di un comune horror di sopravvivenza con tanto di esiguo numero di malcapitati rinchiusi nei sotterranei dell’edificio e costretti a correre da un corridoio all’altro per sfuggire all’impietosa furia omicida della creatura. Una pellicola dalla struttura narrativa risaputa e non dissimile da molte altre, vero, ma non è questo un buon motivo per ignorare e/o snobbare la pellicola dato che riesce perfettamente a centrare quell’unico obiettivo che si era prefissata: intrattenere lo spettatore divertendolo per un’ottantina di minuti scarsi. Appare difficile distrarsi, annoiarsi e non essere coinvolti dall’iter narrativo del film dato che alla base del progetto è riscontrabile una sceneggiatura non certo di ferro (qualche stereotipo di troppo e qualche piccola banalità qui e lì) ma particolarmente scorrevole e farcita da qualche dialogo frizzante, intenzionato ad ammiccare con garbo alla commedia, capace di conferire un pizzico di brio in più a tutto il racconto. Convincente appare anche il reparto attoriale, tra cui è possibile riconoscere un Tom Sizemore (“Strange Days”, “Salvate il soldato Ryan”) in buona forma, così come la regia e il reparto grandguignolesco che non esita nel mostrare decapitazioni, mutilazioni ed estirpazioni mandibolari. Unica nota negativa può essere riscontrata da una poca cura nei confronti della fotografia che anziché privilegiare particolari cromatismi, che senz’altro avrebbero giovato al risultato finale, si abbandona a risoluzioni piuttosto piatte e tendenti al televisivo. Ma in conclusione questo “Bottom Feeder” risulta essere una gustosissima e spensierata produzione di serie b senza alcuna pretesa al di fuori dell’intrattenimento. Per noi l’obiettivo è centrato!

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