De plus en plus souvent, la petite Sharon rêve d'une ville abandonnée, Silent Hill. Sa mère, Rose, décidée à comprendre l'étrange mal dont souffre son enfant, décide de l'accompagner sur place. Alors qu'elles pénètrent dans cet univers lugubre, Sharon disparaît. Rose se lance à sa poursuite, mais se rend vite compte que ce lieu étrange ne ressemble à rien de normal. Noyée dans le brouillard, peuplée d'étranges créatures, hantée par des ténèbres vivantes qui dévorent littéralement tout ce qu'elles touchent, cette dimension va peu à peu livrer ses terrifiants secrets... Avec l'aide de Cybil, de la police locale, Rose se jette dans une quête éperdue pour arracher sa fille au monde de Silent Hill. D'indices en épreuves, elle va découvrir tout ce que Sharon risque et ce qu'elle représente dans une malédiction qui dépasse tout...
Réalisateurs
Christophe Gans
Distribution
Radha Mitchell, Sean Bean, Jodelle Ferland, Laurie Holden, Deborah Kara Unger, Kim Coates, Tanya Allen, Alice Krige, Nicky Guadagni, Maxine Dumont
Sharon soffre di una misteriosa malattia che la sta divorando lentamente; i medici non sanno cosa fare e l’unico rimedio sembra portarla a Silent Hill, città del West Virginia che inspiegabilmente Sharon pronuncia continuamente durante i suoi frequenti attacchi di sonnambulismo. Rose, madre di Sharon, decide così di partire verso lo sconosciuto paese, contro il volere di Christopher, suo marito; ma giunte all’entrata di Silent Hill, la macchina che trasporta Rose e Sharon ha un incidente e la donna perde i sensi: al suo risveglio, Sharon è scomparsa e Rose si ritrova a vagare sola in una città completamente disabitata e avvolta da una perenne nebbia. Ma c’è qualche cosa che vive tra le strade di Silent Hill, nei sui fatiscenti edifici e tra i vicoli bui, qualche cosa che potrebbe aver rapito Sharon e che è legata al funesto passato del paese.
Nel 1999 la celebre casa di distribuzione per videogames Konami, immette sul mercato “Silent Hill”, un survival horror che strizza l’occhio al suo celebre predecessore “Resident Evil”, ma riuscendo a creare un universo onirico e inquietante ben più di qualunque altro gioco fosse stato creato fino a quel momento. Il successo fu grande e nell’arco di quattro anni seguirono altri tre titoli, tutti di grande qualità artistica ed emotiva, in grado di catapultare il videogiocatore in un’esperienza terrificante unica per questo genere di videogames.
La fabbrica dei sogni, universalmente nota con il nome di Hollywood, ha fiutato già da tempo la possibilità di trarre da questa serie di videogiochi un lungometraggio, forti anche dell’ottimo successo di pubblico e critica che aveva riscosso il film “Resident Evil”. Ma questo progetto è rimasto in cantiere per molto tempo e, mentre sul grande schermo si susseguivano pellicole tratte da celebri videogames, quasi tutte di infima qualità, si lavorava su sceneggiatura e cast (artistico e tecnico) per trasportare “Silent Hill” su celluloide; fino ad oggi, 2006, anno fatidico, in cui il mondo dei videogames e il mondo del cinema si sono finalmente incontrati e fusi nel modo più funzionale e riuscito possibile.
E’ difficile poter parlare di “Silent Hill” per iscritto e riuscire a rievocare in modo efficace la ricca sequela di emozioni che è in grado di suscitare nello spettatore ex videogiocatore; uno spettatore che abbandona il joypad per sprofondare nella poltrona, al buio della sala per rivivere lì, sul grande schermo, le inquietanti atmosfere e il terrore panico che ore e ore di gioco erano
riuscite ad infondergli. Si può dunque tranquillamente affermare che “Silent Hill”, fino ad oggi, è il migliore e più fedele adattamento cinematografico di un videogioco: la geografia cittadina, la cura maniacale con cui sono stati riprodotti i luoghi (la scuola e l’ospedale su tutti), il senso di allucinate dispersione e dilatazione del tempo e dello spazio, la nebbia, le creature mostruose…insomma tutto ciò che “Silent Hill” era in pixel è ora anche su pellicola!
Ma “Silent Hill” non è solamente un’eccellente trasposizione di un videogioco, non è solamente un’ operina diligente capace solo di provocare orgasmi nei videogiocatori incalliti fans del videogioco: “Silent Hill” è anche uno splendido ritratto espressionista, una pellicola pressoché perfetta, capace di instillare nello spettatore inquietudine e meraviglia, disgustarlo per le soluzioni macabre e tenerlo a bocca aperta per le eccezionali soluzioni visive adottate. In questo film tutto funziona alla perfezione: dall’atmosfera di macabro straniamento alla costruzione della storia e dei personaggi, dalle splendide scenografie all’azzeccata colonna sonora (che comprende le musiche originali dei primi tre
capitoli della serie videoludica). Numerose sono le scene che fanno letteralmente rizzare i peli delle braccia, una volta tanto non sfruttando l’improvvisa alternanza dei piani sonori e repentine comparsate di flash visivi, ma utilizzando scene che riescono a creare una reale sensazione di pericolo e inquietudine nello spettatore (tra le scene memorabili sicuramente la prima discesa nell’oscurità di Rose, nei vicoli del paese e lo scontro nei bagni della scuola); inoltre vanno aggiunte anche numerose sequenze dall’impressionante violenza visiva e alcune incursioni nello splatter (vedi lo spettacolare finale).
La storia raccontata nel film forse per coloro che sono a digiuno dei capitoli in videogames, potrebbe risultare a tratti ostica, a causa della complessità e del ricco stuolo di simbologie che già i videogiochi presentavano, ma se si presta attenzione si potrà tornare facilmente a capo dell’intera vicenda. Meriti vanno anche alle
suggestive scenografie di Carol Spier, che, come detto, riescono a ricostruire in modo maniacale le locations del videogioco e hanno la capacità di infondere terrore nello spettatore grazie anche all’eccezionale fotografia desaturata e anti-naturalistica di Dan Laustsen. A tutto ciò aggiungiamo una regia curatissima ed elegante del francese Christopher Gans (grande fan del videogioco autocandidatosi alla conduzione della pellicola pregando letteralmente i vertici della Konami) e un cast di ottimi attori tra cui spicca Radha Mitchell (“Pitch Black” e “Man on Fire”), perfetta nel ruolo di Rose grazie ad una grande bravura e al fisique du role, Sean Bean (“Il Signore degli Anelli” e “The Dark”) nel ruolo del marito Christopher (in realtà personaggio aggiunto in un secondo tempo, non previsto nella prima stesura dello script) e un’inquietante Modelle Ferland nel ruolo della piccola Sharon.
“Silent Hill” è dunque un grande film, di quelli che raramente riusciamo ad incontrare nell’arco di molti anni; un film che sarà senz’altro apprezzato da coloro che hanno familiarità con il videogioco ma che sicuramente non lascerà indifferenti neanche tutti gli altri. La migliore opera tratta da un videogame e uno dei più emozionanti, terrificanti e stilisticamente impeccabili esempi di cinema dell’orrore degli ultimi 20 anni. Sicuramente farà scuola.