Timecrimes backdrop
Timecrimes poster

TIMECRIMES

Los cronocrímenes

2007 ES
novembre 1, 2007

Dopo aver assistito all'omicidio di una giovane donna nel bosco, Hector si troverà a fuggire dall'assassino, cercando rifugio in un laboratorio abitato da un curioso scienziato. La vita ordinaria di Hector sta per essere sconvolta da una serie di eventi da incubo che rischieranno di dar vita ad un vortice di paradossi temporali.

Cast

Karra Elejalde, Candela Fernández, Bárbara Goenaga, Nacho Vigalondo, Juan Inciarte, Libby Brien, Nicole Dionne, Philip Hersh
Thriller Fantascienza
HMDB

RECENSIONI (1)

AC

Andrea Costantini

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Hector, un uomo di mezza età appena trasferitosi con la moglie in una casa vicino al bosco, è comodamente seduto in giardino. Sta osservando i dintorni con un binocolo, quando nota una ragazza molto attraente che si sta spogliando nel bosco, mentre la moglie lo raggiunge e gli dice che sta per uscire. Hector, non appena la moglie ha lasciato la casa, si avventura nel bosco per cercare la ragazza. La trova completamente nuda, in stato incosciente. Mentre cerca di capire cosa è successo, un uomo con la faccia coperta da una benda rosa lo pugnala al braccio con un paio di forbici. Fuggendo dal maniaco, Hector si ritrova in una specie di laboratorio, nel quale c’è uno strano macchinario. Il tema dei viaggi nel tempo è caro alla fantascienza, tanto che le pellicole che trattano questo argomento sono molte. Inutile stare a citarle tutte perchè sarebbero davvero troppe. L'importante è avere ben chiaro in testa che cos'è il paradosso che sta alla base di questi film. Se ad un certo punto della nostra vita potessimo ritornare indietro nel tempo, potremmo correre il rischio di imbatterci in noi stessi del passato. Ora, è inutile cercare di dare teorie o spiegazioni fisiche riguardo al fenomeno anche perchè si entrerebbe in un circolo vizioso dal quale è impossibile uscirne vivi. Ci limiteremo a dire che il film “Timecrimes” (“Los cronocrimenes” in originale) si basa completamente su questo concetto di paradosso temporale. Vincitore di svariati premi in festival di tutto il mondo, il regista spagnolo Nacho Vigalondo qui alla sua prima prova dopo alcuni cortometraggi (tra cui "7.35 de la manana", nominato all'Oscar nel 2005) gira un film con un budget ridicolo, quattro attori (tra cui uno è il regista stesso nel ruolo dello scienziato) e una storia risicata praticamente all'osso. Sembra poco, ma il film è uno di quei rari esempi di cinema che ti lasciano a bocca aperta per lo stupore. La semplicissima storia è in realtà raccontata con una trama magistralmente intricata, alternando continuamente le varie sfaccettature del paradosso, depistando lo spettatore con le ripetute deviazioni e, soprattutto, facendo coincidere i dettagli che pian piano ci vengono svelati dalla trama. La sceneggiatura fila alla perfezione, sia per ritmo (solo qualche calo nel finale) che per coinvolgimento. Si resta incollati allo schermo per cercare di capire dove vuole arrivare Hector con il suo piano attuato per riparare i continui danni causati dai salti nel tempo. Visto che alcune scene sono ripetute più volte per necessità di trama, alcuni momenti risultano ridondanti e la tensione si stempera leggermente. Non mancano però alcune parti tese, come la (prima) fuga di Hector dall'uomo con la benda rosa, guidato dallo scienziato con il walkie-talkie. Nonostante l'argomento sia pressoché lo stesso narrato in film come Ritorno al futuro, qui si ha una sensibile attenzione ai dettagli ed è proprio di questo che il film vive. Sarebbe ottimale vedere il film due volte consecutive per apprendere a pieno tutti i segni seminati in giro per le scene e ci si accorgerà che il tutto è incastrato in un congegno ben oleato. Se ci sono difetti, questi sono abilmente camuffati. Una volta compreso il meccanismo, in alcune scene si arriva facilmente alla rivelazione dei colpi di scena prima che essi avvengano, ma nonostante questo non si può non ammirare il progetto nella sua complessità. Si potrebbe parlare per ore di “Timecrimes”, discutere sulla trama del tutto priva di linearità, perdersi tra quale degli Hector ha fatto cosa, ma la cosa migliore da fare è non dire nulla di più per non rovinare lo spettacolo. Sedetevi sul divano, inserite il disco nel lettore e immergetevi completamente (e senza nessun tipo di distrazione) in questo gioiellino, che nel resto del mondo ha la fama di cult. E come la maggior parte dei bei film, in Italia è conosciuto da pochi. Un'altra volta, i pochi mezzi del cinema iberico hanno stracciato i ricchi colleghi d'oltreoceano, i quali, ovvio, hanno risposto bisbigliando di un possibile remake.

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