RG
Roberto Giacomelli
•All’età di sette anni, Sara assiste all’omicidio dei genitori effettuato da due criminali appena evasi dal carcere. I due assassini lasciano vicino al corpo della madre di Sara le cifre 11:11 scritte con il sangue della donna, prima di essere uccisi dalla stessa bambina a colpi di pistola. Diciotto anni dopo Sara è al college ed è ancora perseguitata dal tragico evento che le viene rammentato dalla frequente apparizione del fantasma della madre. La comparsa di una misteriosa donna, che sembra aver vissuto tutto il tempo all’ombra di Sara, e il verificarsi di strani incidenti mortali ai danni di chi maltratta la ragazza, sono l’inizio di una catena di eventi collegati alle cifre 11:11 e ad una misteriosa profezia.
Si dice che alcuni soggetti sono frequentemente colti da un’alterazione della coscienza percettiva che si manifesta attraverso la comparsa frequente delle cifre 11:11, spesso materializzate su orologi digitali. Da questa premessa parte “11:11 – La paura ha un nuovo numero”, film canadese del 2004 ripescato dalla distribuzione italiana per una fugace apparizione nelle sale all’inizio del periodo estivo 2006, probabilmente per cavalcare (e anticipare sul tempo) il successo annunciato dell’altrettanto metafisico e paranormale remake di “Omen”.
Un film brutto e inutile, bastano questi due aggettivi per liquidare questo fiacchissimo lungometraggio diretto Michael Bafaro; un film in cui si tenta di intraprendere tantissime strade per poi non portarne a termine nessuna. Si parte, appunto, con la storia delle cifre 11:11, inquadrate in un contesto da thriller paranormale, ma non si approfondirà mai l’argomento
tralasciandolo completamente nell’ultima mezz’ora di film; si cerca di mettere su una storia di fantasmi, con le continue apparizioni della madre morta della protagonista, ma tutto ciò sembra non aver alcun senso per l’economicità narrativa del testo, venendo anch’essa tralasciata nell’ultima parte. Si tenta anche la strada dello slasher fantastico alla “Final destination”, mettendo in scena morti apparentemente dettate dalla sorte, anche se mai spettacolari o minimamente gore; dettaglio anche questo del tutto futile che si presenta come semplice orpello narrativo per destare di tanto in tanto l’attenzione dello spettatore. Nell’ultima fatidica mezz’ora di “11:11 – La paura ha un nuovo numero”, dopo che tutto ciò che era stato creato per più di un’ ora di film viene inspiegabilmente abbandonato, si intraprende la mai facile strada delle profezie apocalittiche, argomento che mal s’incastra con il resto della storia e che, naturalmente, viene anch’esso poco approfondito e lasciato in sospeso da un finale irritante e, se vogliamo, abbastanza idiota.
Non si salva davvero nulla in questo “11:11”, ne la fiacca regia molto televisiva di Bafaro, totalmente incapace di creare la minima tensione, ne le interpretazioni degli attori che vanno dalla mediocre protagonista Laura Mennel, al pessimo bamboccione Paul Dzenikiw nel ruolo del migliore amico di Sara. La sconclusionata sceneggiatura è opera di Pat Bermel, già autore dello script del poco riuscito slasher “Ripper – Lettere dall’inferno”.
Da evitare assolutamente.