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DELLAMORTE DELLAMORE

DellaMorte DellAmore

1994 IT
marzo 25, 1994

Francesco DellaMorte, guardiano del camposanto, assieme col suo aiutante muto Gnaghi, riceve delle strane visite nella sua casetta sgangherata all’interno del cimitero e si trova a fare un’amara scoperta: i morti entro, sette giorni dalla dipartita, tornano sulla terra e hanno come unico istinto uno spietato cannibalismo. L'horror italiano guarda all'immaginario del fumetto Dylan Dog.

Cast

Rupert Everett, François Hadji-Lazaro, Anna Falchi, Mickey Knox, Fabiana Formica, Clive Riche, Katja Anton, Barbara Cupisti, Anton Alexander, Pietro Genuardi
Horror Commedia
HMDB

RECENSIONI (1)

MC

Marco Castellini

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Francesco Dellamorte è il becchino del piccolo cimitero di Buffalora ed insieme al suo aiutante sordomuto Gnaghi, passa le notti ad ammazzare i morti, i “ritornanti” che dopo pochi giorni di permanenza nel cimitero, non si sa come, resuscitano. Quando però a morire sarà l’amante di Francesco, il giovane non se la sentirà di eliminarla e da quel momento cominceranno i guai... Probabilmente il film più personale di Soavi che, libero dall'egida influenza di Argento, dirige un'opera gotica, in cui hanno un ruolo centrale gli aspetti simbolici e metafisici (la Morte, il tunnel, l'ignoto..). Quella che poteva risolversi nell'ennesima storia di zombi diventa invece, grazie alla sensibilità artistica di Soavi, una vicenda surreale, una sorta di “horror romantico” ma, allo stesso tempo, anche un chiaro atto d’accusa nei confronti di una società che ci spinge a vivere come zombi, in una quotidianità in cui si fa sempre più fatica, come accade al protagonista del film, a distinguere i vivi dai morti. Il film presenta però anche un paio di clamorosi limiti: anzitutto alcuni effetti speciali non perfettamente riusciti (l’impersonificazione della Morte, la mosca di plastica che aleggia sullo scultoreo corpo della Falchi...) e poi la scelta del cast che, tolti i due ottimi protagonisti Everett e Hadji Lazaro, lascia alquanto a desiderare. La pellicola è la trasposizione cinematografica di un omonimo racconto di Tiziano Sclavi e non è basato, come spesso erroneamente si afferma, sul fumetto Dylan Dog dello stesso autore.. In definitiva un film da promuovere, se non altro anche perché è uno dei pochi horror diretti e prodotti in Italia negli ultimi anni!

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