Demonium backdrop
Demonium poster

DEMONIUM

2001 DE
août 25, 2001

Dans un lugubre château perché au fin fond de l'Italie, Arnold Berger, un savant ayant en sa possession un secret médical révolutionnaire, est brutalement assassiné. Afin de procéder à la lecture de son testament, sa famille et ses amis sont invités à se rendre dans la sinistre demeure. Dès leur arrivée, les membres du petit groupe apprendront à leurs dépends que le tueur sanguinaire erre toujours à l'intérieur même du manoir ! Coupés du reste du monde et prisonniers de l'antique demeure, les nouveaux occupants seront traqués dans les dédales du château sans qu'aucune issue de semble possible pour eux si ce n'est celle imposée par le tueur : une mort atroce précédée d'un lente agonie ! Les meurtres se succèdent alors à un rythme effréné, tous plus horribles les uns que les autres...

Réalisateurs

Andreas Schnaas

Distribution

Andrea Bruschi, Claudia Abbate, Giuliano Polgar, Emilia Marra, Maurizia Grossi, Paolo Di Gialluca, Erika Manni, Joe Zaso, Chiara Pavoni, Charlotte Roche
Horreur Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

ER

Emiliano Ranzani

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Una coppia viene massacrata da un misterioso omicida; un flashback ci riporta indietro di un anno, ovvero alla lettura del testamento di Arnlod Berger, eccentrico scienziato barbaramente ucciso nel suo castello. Ed è proprio in questo luogo che un gruppo di amici e parenti (del quale fanno parte le due vittime di cui sopra) si riunisce per conoscere le ultime volontà del defunto. Ma uno dopo l’altro cadono vittime della mano di un feroce assassino. Signore e signori, ecco a voi l’esordio in 35mm di Andreas Schnaas! Tanto per cominciare, c’è da dire che il film è stato girato in Super16, molto più economico e adatto ad essere “gonfiato” in 35, poiché non da l’effetto sgranato tipico degli ingrandimenti. Ma veniamo ai fatti, tanto per cominciare la storia. Scritta da Sonja Schnaas (la moglie del regista) e da Ted Geoghegan (un tempo facente parte dello staff del sito horror Diabolical Dominion, ora sceneggiatore e presto regista di film horror a basso budget), non si distingue certo per originalità ed è affetta da qualche buco di troppo. Sul lato tecnico, poco da dire: Schnaas, potendo contare su una troupe professionista e qualche mezzo in più rispetto alle sue produzioni più recenti, si balocca con steadycam e dolly (anche se in parecchie scene si ricorre alla macchina a mano), quindi il lato visivo sarebbe sufficiente, se non fosse per la fotografia un po’ troppo scura che rovina parecchie scene. Si avverte sicuramente l’influenza di Lucio Fulci (regista cult per l’autore) in più di una scena, ma l’atmosfera è lungi dall’essere paragonabile a quella dei film del maestro italiano. Diciamocelo chiaramente: di tensione ce n’è poca e quel poco che c’è non è sicuramente qualcosa di memorabile. Gli attori sono un punto ancora più dolente: poiché il film è stato girato in Italia si sono usati attori italiani, peccato però che la pellicola dovesse essere in inglese e questi poveracci, che ovviamente non hanno una pronuncia molto credibile, ci fanno una figura barbina, senza contare che già di loro non sono il massimo dell’espressività. E gli effetti splatter, chiederete voi? Beh, quelli ci sono. Contrariamente a quanti sostenevano che il film non fosse splatter per via dell’alto budget (poco meno di un milione di dollari…una cifra irrisoria per un film comune, ma una cosa da kolossal per Schnass, abituato alle produzioni squattrinate) e per lasciare spazio all’atmosfera (ma quale? Le scene che dovrebbero tenere incollati alla poltrona fanno venir voglia di sdraiarsi sul divano), il sangue qui scorre eccome, semplicemente si sono evitate cose eccessivamente parossistiche (come le varie efferatezze della trilogia di “Violent Shit”): tra forconi usati come sonde tracheali, accette e, soprattutto, una motosega i fan del gore possono urlare entusiasti, anche perché gli effetti speciali sono ben realizzati e fanno dimenticare quelli caserecci degli esordi del regista tedesco. Lo stesso non si può dire di quelli in Computer Grafica, curati da Sergio Stivaletti, che forse risentono un po’ troppo dei pochi soldi a disposizione. Se non fosse per questo e per qualche soluzione interessante (ogni tanto Schnaas ha dei lampi di genio), il film sarebbe proprio da buttare via. Peccato, perché da tutto ciò si poteva tirare fuori qualcosa di meglio.