Feed backdrop
Feed poster

FEED

2005 AU
May 11, 2005

A cybercrime investigator tracks a man suspected of force-feeding women to death.

Directors

Brett Leonard

Cast

Alex O'Loughlin, Patrick Thompson, Gabby Millgate, Jack Thompson, Matthew Le Nevez, David Field, Rose Ashton, David Will No, Sherly Sulaiman, Marika Aubrey
Thriller Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Il detective Philip Jackson, specializzato nella ricerca di criminali che operano su internet e di siti illegali, si imbatte in un sito di voyeurismo estremo in cui vengono esposte foto di donne obese. Jackson comincia così ad investigare sul mondo dei feeders, una categoria di cultori del “grasso” che si scambiano foto e commenti su donne che si fanno volontariamente nutrire fino all’eccesso. Il detective scopre però un sito particolare, il cui gestore apre delle scommesse sulla capacità di “sopportazione” al nutrimento dei corpi delle donne che sta nutrendo; ovviamente la capacità di sopportazione coincide con la morte delle donne. Malgrado le molte difficoltà e il morboso coinvolgimento, Jackson tenta di rintracciare il feeder killer e fermarlo. Fino a che punto il corpo umano può sopportare ed essere violato? E fino a che punto lo sguardo umano può soffermarsi sulla messa in scena di disgusto e perversione? Probabilmente queste sono due della domande a cui il regista Brett Leonard ha voluto trovare una risposta e “Feed” ne è il risultato. Datato 2005 e distribuito in Italia in un numero esiguo di copie solo nell’estate 2007, “Feed” si presenta come un thriller dall’impianto classico, che mette in scena una caccia al killer portata avanti da un tutore della legge. Se lo scheletro può essere considerato classico, il materiale trattato e la messa in scena non lo sono affatto, e l’intento principale del regista sembra essere la ricerca dello shock visivo ed emozionale, nonché un certo compiacimento per l’eccesso. La tematica della perversione sessuale e del voyeurismo estremo sono trattate con originalità e competenza, concedendo anche una piccola parentesi alla critica sociale e alla giusta costruzione psicologica dei personaggi. Il sottobosco della perversione che si nasconde nel web è qui dedicato al fenomeno del “feederism”, pratica sadomasochistica estrema in cui il “padrone” è chiamato “feeder” ed ha il compito di nutrire fino alla completa trasformazione fisica uno “schiavo”, qui chiamato “gainer”. Tra il feeder è il gainer viene così a istaurarsi un rapporto di reciproca dipendenza e soddisfazione psichica e sessuale, che, nel caso narrato da Leonard, si conclude con la morte del gainer. Quello analizzato in “Feed” è naturalmente un episodio estremo che sfocia nell’omicidio, ma si può comunque notare da parte della vittima un malsano piacere e completa accondiscendenza verso la situazione, portando lo spettatore a patire e provare empatia verso la donna-vegetale, ma allo stesso tempo a distaccarsene emotivamente. La figura del feeder, interpretato da un bravo Alex O’Loughlin (“Man-Thing”; “Invisibile”), anche autore del soggetto, è delineata con un esplicito senso della spettacolarizzazione: lo spettatore è morbosamente attratto dall’ambigua figura del feeder e lo sceneggiatore (Kieran Galvin) lo sa, dotando il Michael Carter di O’Loughlin di una personalità fortemente carismatica, con tanto di doppia vita e passato traumatico. Il poliziotto cacciatore, interpretato da un non molto convincente Patrick Thompson (“Man-Thing”), anch’esso autore del soggetto, è stato fornito di una personalità altrettanto ambigua: coinvolto morbosamente dal caso a cui sta lavorando, il detective Jackson si mostra come una persona violenta e dalle abitudini sessuali anomale, non discostandosi troppo da Carter. Anzi, il rapporto tra Carter e Deidre, la sua gainer, è descritto come più amorevole e “delicato” in confronto al rapporto sadico che Jackson intrattiene con la sua donna. Anche le due donne-vittime sono profondamente diverse, poiché Deidre (Gabby Millgate) è fedele (non potrebbe essere altrimenti!) e completamente dedita al suo uomo, provando per lui una tale fiducia da lasciarsi uccidere; Abbey (Rose Ashton), la donna di Jackson, è invece fredda, apatica, infelice e infedele, nonché fiera delle sue abitudini sessuali che prevedono rapporti promiscui e violenti. Leonard, insomma, si diverte a mischiare le carte, tanto che il confine che separa il bene dal male è decisamente labile. Si può leggere in “Feed” una neanche tanto velata critica al consumismo, poiché lo sbandierato “consuption is evolution”, inserito in un contesto in cui consumare (cibo) equivale a trasformarsi in una massa di carne flaccida e quasi informe, costretta a vivere in mezzo ai propri escrementi e destinata al collasso cardiaco, non può che assumere connotati sarcastici nonché critici verso una società che fa del consumismo dei cibi ipercalorici una vera e propria routine. L’australiano Leonard si è ritagliato un piccolo spazio nel cinema fanta-horror, realizzando buoni film di genere dal successo alterno (tra i più famosi “Il tagliaerbe”, “Premonizioni”, “Man-Thing”), ma probabilmente realizza il suo film più riuscito proprio con questo “Feed”, un anomalo thriller che sa farsi detestare a causa di una serie di scene decisamente “pesanti” che puntano tutto sul disgusto più esplicito, fatto di liposuzioni, cannibalismo, vomito, feci e sesso deviato. Non siamo di fronte ad un film imperdibile, anzi si può notare una sceneggiatura altalenante e una regia che, per causare lo shock, riesce anche a scadere nel grottesco e nello stucchevole, ma l’originalità e il gusto per l’eccesso fanno comunque di “Feed” un film da vedere almeno una volta. Vietato ai minori di 18 anni.