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フリーズ・ミー poster

フリーズ・ミー

2000 JP
mayo 27, 2000

Chihiro, timida impiegata a Tokyo, nasconde un segreto. Cinque anni prima è stata vittima di uno stupro di gruppo e ora uno dei suoi assalitori l'ha ritrovata. Lui l'aggredisce e le comunica l'intenzione di organizzare un festino insieme ai suoi due precedenti complici e pure al loro capo. Quindi racconta al ragazzo di lei dello stupro, facendolo scappare disgustato, e non contento la fa licenziare. Ma Chihiro ha smesso di subiro e trova finalmente come riempire il proprio freezer...

Directores

Takashi Ishii

Reparto

Harumi Inoue, Shingo Tsurumi, Kazuki Kitamura, Shunsuke Matsuoka, Daisuke Iijima, Ito Yozaburo, Naoto Takenaka
Drama Terror Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Chihiro è una ragazza felice: ha un buon lavoro, una vita sociale molto intensa e sta per sposarsi con il collega di lavoro Nogami. Un giorno però le piomba dentro casa Hirokawa, un suo ex compagno di liceo che la violentò insieme a due altri uomini. Chihiro non ha mai raccontato a nessuno della violenza subita, anzi ha cercato di dimenticare l’accaduto, ora però l’uomo la ricomincia a sottoporre a sevizie di ogni tipo e le annuncia che i suoi due amici stanno per giungere per spassarsela nuovamente in tre con il corpo della ragazza. Ad un primo momento di panico e difficoltà seguirà per Chihiro una fredda e lenta vendetta… Il freddo gelido dei congelatori che pian piano decorano la casa di Chihiro, la neve che nei flashback attraversa il fascio di luce generato dai lampioni, il “congelamento” a cui allude il titolo, sono tutti sinonimi della freddezza che si annida nel cuore della protagonista. Una ragazza fragile e forte allo stesso tempo, capace di affrontare un evento traumatico come uno stupro e rifarsi una vita come se nulla fosse accaduto. Ma allo stesso tempo si tratta di una ragazza che ha somatizzato la violenza ed è pronta ad espellerla e farne uso quando il momento lo richiede, in una fredda, anzi gelida vendetta. “Freeze me” è questo, un film di violenza e solitudine, di vendetta e compassione; è un rape & revenge ante litteram, fuori tempo e fuori i consueti confini geografici. Il filone rape & revenge, che la tradizione stabilisce come iniziatore “L’ultima casa a sinistra” craveniana, ha regole ben precise e dovrebbe attingere essenzialmente al mondo dell’exploitation, della sesazionalizzazione del sesso e della violenza. “Freeze me”, pur classificabile in questo filone, tende a distaccarsene per apparire più “alto”, più artistico e meno exploitativo dei suoi antesignani. Nella tradizione cinematografica orientale l’utilizzo dello stupro e della vendetta in effetti va oltre il semplice intento viscerale, spesso è utilizzato da veri autori per veicolare messaggi metaforici non proprio in sintonia con i bassi istinti che vogliono appagare i film exploitativi; e “Freeze me” si pone spesso su questa corrente, pur risultando, a conti fatti, un rape & revenge in piena regola. L’intento di Takashi Ishii, regista della pellicola, è mettere in scena il marciume della società nipponica odierna e la solitudine che spesso genera nell’individuo. La grande città in cui si svolge la vicenda non è più orrenda del paese di provincia in cui è avvenuto il primo stupro, così come i provinciali non sono persone peggiori degli abitanti della metropoli. I tre stupratori sono descritti come i lupi cattivi che sono pronti ad aggredire la loro preda, ma anche il personaggio di Nogami, il fidanzato di Chihiro, non è certamente descritto in maniera molto più positiva: si tratta di un egoista, incapace di relazionarsi con la sua ragazza nei momenti di vera difficoltà; non è troppo differente dai tre stupratori, poiché sembra che il suo affetto per Chihiro sia legato quasi esclusivamente alla prestazione sessuale, e non a caso i rari momenti in cui lo vediamo in compagnia della ragazza è nel mentre di un rapporto sessuale. Il personaggio di Chihiro è molto ben tratteggiato e anche ben interpretato da Harumi Inoue (impietosamente rovinata, però, dal doppiaggio italiano), capace di donare alla sua Chihiro una freddezza e distaccamento emotivo dagli eventi magistrale. Quello che magari funziona un po’ meno a livello narrativo è il troppo repentino cambiamento della protagonista da vittima a carnefice, sicuramente giustificabile a livello concettuale, ma poco efficace a livello figurativo. Non particolarmente riusciti sono però i tre stupratori, forse intrappolati nello stereotipo. Il primo a comparire, Hirokawa, rappresenta il ragazzotto di bell’aspetto sbruffone ed esageratamente sicuro di se; il secondo, Baba, è l’esatto opposto: frustrato, insicuro e complessato. Alla fine giunge Kojima, il leader del gruppo, criminale a tutto tondo appena dimesso dal carcere; questo personaggio è forse quello più approssimativo e macchiettistico, a tratti anche ridicolo nel suo appassionarsi ai videogame. La regia di Ishii è davvero molto valida ed elegante, capace di donare poesia alle scene più cruente, supportata anche da una buona fotografia che predilige un’alternanza di toni caldi e freddi per sottolineare la calura estiva che si respira nell’appartamento della protagonista (per mantenere i congelatori attivi deve staccare in condizionatore per non creare un sovraccarico) e il freddo che si respira nei momenti che hanno per protagonisti i congelatori. Pur essendo un rape & revenge, “Freeze me” preferisce suggerire e non mostrare mai troppo, dunque lo stupro attorno a cui ruota l’intera vicenda si vede solo attraverso fugaci flashback, e le violenze sessuali a cui è sottoposta Chihiro mostrano sempre il “prima” e il “dopo” e mai il “mentre”. Anche le scene di sangue rimangono quasi sempre fuori campo, risultando comunque efficaci e sufficientemente disturbanti. “Freeze me” è un film decisamente molto valido, probabilmente più orientato verso il genere “drammatico” piuttosto che verso il “thriller-horror”, capace di emozionare e coinvolgere malgrado la ripetitività della vicenda. In un ideale “breve storia del rape & revenge” il film di Ishii andrebbe assolutamente menzionato.