Halloween II backdrop
Halloween II poster

HALLOWEEN II

2009 US
août 28, 2009

Michael Myers est un tueur psychopathe. Depuis ses dix ans, il croupit dans un asile psychiatrique. Devenu adulte, il n’a qu’une obsession : retrouver sa sœur Laurie. Échappé de l’asile, plus sauvage et terrifiant que jamais, Michael entame une traque jalonnée de cadavres...

Réalisateurs

Rob Zombie

Distribution

Malcolm McDowell, Scout Taylor-Compton, Tyler Mane, Sheri Moon Zombie, Brad Dourif, Danielle Harris, Brea Grant, Howard Hesseman, Angela Trimbur, Mary Birdsong
Horror
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Laurie viene trovata armata di pistola e sporca di sangue mentre vaga per le strade buie e deserte di Haddonfield. La ragazza viene raccolta dalla polizia e ricoverata e la stessa cosa succede al Dott. Loomis e Annie Brackett, gravemente feriti. Il corpo Michael Myers invece viene trasportato in obitorio, ma l’ambulanza su cui il killer è trasportato ha un incidente e Michael si risveglia da quella che era solo morte apparente. Un anno dopo. Laurie è andata ad abitare insieme alla sua amica Annie e a suo padre, lo sceriffo Brackett, ma è continuamente tormentata da incubi in cui vede Michael. Nel frattempo il Dott. Loomis è diventato uno scrittore di successo grazie a un libro in cui racconta i retroscena della vicenda Myers. Ma Michael fa ritorno ad Haddonfield dopo un anno di vagabondaggio ed è pronto a reclamare la vita di Laurie, sua sorella. Ripercorriamo un po’ di storia recente. Nel 2007 Rob Zombie riporta sullo schermo il mitico killer mascherato Michael Myers in un prequel/remake al film di Carpenter. I fan del cantante/regista si spaccano a metà: da una parte gli entusiasti del restyling fornito all’assassino, dall’altra i delusi per aver visto l’eccentrico regista piegato alle logiche del recente mercato hollywoodiano. Zombie totalizza con il suo “Halloween – The Beginning” l’incasso più alto che la saga abbia mai visto (oltre 80 milioni di dollari nel mondo) e, malgrado le richieste dei produttori, il regista si dice assolutamente contrario a tornare per un eventuale sequel. Notizia presto smentita, visto che Zombie accetta di dirigere “Halloween II” dicendo che ci tiene a portare avanti la “sua” creatura piuttosto che lasciarla in mano di altri. La lavorazione di “Halloween II” comincia immediatamente nel dicembre 2008 con un periodo di pre-produzione di appena due mesi, un mese di riprese e poi una corsa in post-produzione per un’uscita nelle sale Americane ad Agosto. La filiera produttiva che ha coinvolto “Halloween II” fa pensare immediatamente a due cose: contraddizione e frettolosità. La contraddizione sta nel repentino ripensamento che il regista ha avuto in merito alla sua partecipazione al film, ma stimiamo Zombie per tutto quello che rappresenta e ha fatto nella sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo e se anche fosse stato il laudo compenso a spingerlo di nuovo tra le braccia di Michael Myers a noi piace pensare che la sua voglia di completare un discorso già iniziato sia la vera motivazione. Però riguardo la fretta produttiva da cui è nato “Halloween II” non ci sono scusanti: il film è stato realizzato in poco tempo e il risultato lo da molto a vedere. Il film è un patchwork di idee confuse e mal assemblate che si annullano tra di loro, e il livello a dir poco approssimativo della sceneggiatura non fa altro che rendere “Halloween II” un prodotto difficilmente salvabile. Zombie era partito dall’idea di trasformare il suo Michael da mostro sovrannaturale in psicopatico da suburbia, con tanto di genesi “realistica” alla sua violenza, e in questo sequel tenta di proseguire su questa strada. Michael mangia, esprime la sua ira anche verbalmente, sembra provare sentimenti, ha la barba lunga da eremita, insomma è un essere umano a tutti gli effetti. Però è sopravvissuto a un colpo di pistola a bruciapelo in pieno volto, il che non ci viene minimamente spiegato (strano…), e il suo quasi contatto psichico con la sorella ha un che di sovrannaturale. La tangibilità del male elaborata nel primo film, dunque, ha qui qualche poco chiaro ripensamento. Altro elemento inedito è l’interesse per il mondo della psicanalisi e del sogno in generale. Michael sogna ad occhi aperti la madre, spettrale ed elegante come una fata delle favole, che lo esorta a riunire la famiglia; inoltre sogna un cavallo bianco, che il regista ci tiene a render noto con una didascalia a inizio film che rappresenta la voglia di libertà e l’impeto. Anche Laurie sogna, ma se l’attività onirica del killer è paradossalmente “angelica”, quella della ragazza è costellata da orribili incubi in cui lei è carnefice e vittima delle nefandezze del fratello e della sua famiglia. L’introduzione dell’elemento onirico, al di là della ridicola presenza dello stallone e del fin troppo urlato richiamo alle teorie psicanalitiche sull’inconscio, poteva essere un elemento interessante, anche perché inedito per la saga, ma purtroppo è stato gestito malissimo. L’idea è di grande approssimazione e superficialità, data la mancanza di reali motivazioni che legherebbero questo elemento onirico all’unitarietà della narrazione, nonché la cadenza – fin troppo frequente – con cui il regista ne fa ricorso, tende anche ad appesantire lo sviluppo dell’azione. Alla fine le numerose scene oniriche appaiono semplicemente come delle gratuite dimostrazioni del talento di Zombie, che sembra essere tornato ai tempi in cui dirigeva i videoclip delle sue canzoni, e la via più semplice per riportare in scena la sempre splendida consorte Sheri Moon. Purtroppo questi tocchi di mal gestita visionarietà, che comunque ci fanno riconoscere il regista di “La casa dei 1000 corpi”, sono accompagnati da una scrittura davvero disarmante che punta allo stravolgimento dei personaggi principali e all’assoluto vuoto narrativo. Il plot potrebbe essere riassunto con un semplice bodycount e, se è pur vero che “Halloween” nasce e cresce come slasher, si poteva comunque aspirare a una complessità narrativa maggiore, vista anche la ragguardevole durata di quasi due ore e i nobili intenti dell’autore, piuttosto che ridurre il tutto a semplice alternanza di scene di sogno e ammazzamenti a manetta. Il film gira spesso su se stesso, sembrando quasi una sterile celebrazione dell’omicidio; alla lunga il meccanismo stanca, annoia, e si ha l’impressione che alcuni ammazzamenti siano davvero superflui (su tutti quello dei cacciatori sul pick-up per non parlare della lunga scena nell’ospedale). Altra nota dolente, come anticipato, è lo stravolgimento – in peggio – di tutti i personaggi principali. Si apprezzano le buone intenzioni di Zombie (anche sceneggiatore) di voler cambiare le carte in tavola, ma spesso la caratterizzazione appare o troppo approssimativa o del tutto incredibile. Tralasciamo il Michael Myers che, seppur dotato di un look inedito e davvero apprezzabile, comincia a somigliare in tutto e per tutto al cuginetto Jason (qui entra in ballo anche la mamma istigatrice!), perdendo così di personalità, e concentriamoci su Laurie Strode e il Dott. Loomis. La prima ci viene descritta un po’ superficialmente come una punk isterica che urla-si arrabbia-piange mancando totalmente di un appiglio al background dato dal film precedente, è quasi una altra-Laurie irreale e poco credibile che presenta come unico punto di interesse l’ambiguo contatto mentale con il fratello, seppur l’idea sia stata ampiamente utilizzata nei capitoli 4-5-6 della saga originale (lì era la nipotina Jamie). Loomis poi ne esce come un personaggio completamente nuovo (ed è lui stesso a dirlo ad inizio film!), un arrivista un po’ dandy, al limite del ridicolo, che non può più essere visto come la storica nemesi del mostro, vista la sua stessa connotazione negativa. E tutti noi sappiamo come ogni cattivo abbia bisogno di una controparte, altrimenti la perdita di efficacia è dietro l’angolo. Se preso per singole scene, dunque, “Halloween II” può presentare qualche punto d’interesse, ma la sua visione d’insieme non rende giustizia alla saga di cui fa parte ne allo stesso Rob Zombie, che con questo film confeziona la sua peggiore opera fino ad ora. I fan dell’ultra violenza avranno però di che godere.