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Roberto Giacomelli
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Un gruppo composto da sette ragazzi di ritorno da un rave party, si accingono ad attraversare il polveroso deserto del Nevada a bordo di un camper per far ritorno nelle rispettive case. Ma la notizia ( appresa al rave party ) che in quei paraggi c’è una piantagione nascosta di marijuana, li spinge ad allontanarsi dalla strada principale per cercare l’ambita erba. Un incidente, causato dalla presenza di una bambina nel mezzo della strada ( che poi si dileguerà senza lasciar traccia ), metterà fuori uso il camper e costringerà i ragazzi a separarsi per cercare aiuto. Ma, all’insaputa degli sventurati protagonisti, quelle zone sono abitate da una popolazione di minatori resi cannibali dagli effetti di alcune misteriose scorie radioattive che hanno contaminato la zona. Come si può facilmente intuire dalla trama, questo film ha molti punti in comune con il ben più nobile “Le colline hanno gli occhi” , diretto da Wes Craven nel 1977; ma, neanche a dirlo, il film di Taylor non si avvicina minimamente al risultato ottenuto dal cannibal movie di Craven. Questo “Hell’s highway” è un prodotto “direct to video” e si nota moltissimo dalla scarsa performance recitativa degli “attori”, dalla piattissima regia di Taylor e dalla fotografia televisiva. I giovani protagonisti sono quanto di più odioso e stupido si possa trovare in una produzione di questo genere: non hanno il più minimo delineamento psicologico ( ma nessuno avrebbe mai osato chiederlo ) e rappresentano il classico stereotipo dei teen agers libertini presenti nei film horror: la coppietta che pensa solo ad appartarsi, la ragazza dark piuttosto introversa, le ragazze oche che amano mettersi in mostra, il buffone del gruppo con gli ormoni a mille e via dicendo. La popolazione di cannibali risulta piuttosto deludente sia per la loro caratterizzazione fisica ( sembrano dei semplici barboni ) che per il rilievo che gli viene dato nella storia ( compaiono solo nel secondo tempo e sempre di sfuggita ). Unica nota positiva risulta essere una discreta dose di gore che annovera arti mozzati, corpi impalati e torture varie. In conclusione, “Hell’s highway” è uno scadente prodotto per l’home video che ricalca in parte il plot di “Le colline hanno gli occhi” senza avvicinarsi minimamente al risultato ottenuto da Craven. Attori incompetenti, regia dilettantesca e dialoghi ridicoli. Apprezzabili solo alcune scene gore. Da evitare. Curiosità: conosciuto anche con il titolo “Cannibal highway”; in Italia è stato distribuito con il titolo “Hell’s highway” che sarebbe il titolo adottato in fase di lavorazione e poi sostituito con “Detour”.