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LOS DEPREDADORES DE LA NOCHE

Faceless

1988 ES
enero 31, 1988

Un reputado cirujano concentra todos sus esfuerzos para recomponer el destrozado rostro de su hermana. Para ello, raptará a bellas modelos para utilizar su hermoso rostro

Directores

Jesús Franco

Reparto

Helmut Berger, Brigitte Lahaie, Telly Savalas, Christopher Mitchum, Stéphane Audran, Caroline Munro, Christiane Jean, Anton Diffring, Tilda Thamar, Howard Vernon
Horror
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Il dottor Flamand ha subito un’aggressione da parte di una paziente delusa, durante la quale sua sorella Ingrid è rimasta orribilmente sfigurata in volto. Ora il dottore, proprietario di una clinica privata in Francia, rapisce, con l’aiuto della sua assistente e amante Nathalie, delle giovani donne che usa per effettuare dei trapianti di volto per sua sorella. Tra le vittime di Flamand c’è anche una modella americana, ma suo padre, quando viene a sapere della scomparsa della ragazza, manda un investigatore privato a cercarla. Nel cinema di Jesus Franco sembra particolarmente ricorrente la figura del mad doctor, dello scienziato pazzo, coinvolto in orribili piani di manipolazione chirurgica su belle e ignude fanciulle e aiutato da esseri deformi e ritardati. Insomma, personaggi da cinema gotico rappresentati con il linguaggio tipico dell’exploitation anni ‘70. Franco ha esordito nell’horror proprio con una storia che raccontava di uno scienziato pazzo impegnato nell’asportare volti a giovani donne per ricostruire quello della sua compagna; era il 1963 e il film si intitolava “Il diabolico Dott. Satana”, un grezzo ma efficace phamplet orrorifico che rubacchiava idee dal bellissimo “Occhi senza volto” di Franju, distribuito solo tre anni prima. Con “Faceless” Franco compie un’operazione di auto-omaggio, torna su una storia molto simile a quella raccontata nel suo primo horror e la aggiorna agli anni ’80, aumentando la violenza e la carica erotica. Nella lunga carriera del regista, composta da film di ogni genere e dai risultati più disparati, “Faceless” si pone come opera altalenante, priva del tocco registico molto personale dell’autore ma allo stesso tempo riconoscibile per le tematiche e il modo in cui queste sono state trattate. La scelta di utilizzare un’invasiva canzoncina pop (probabilmente imposta dai produttori in fase di post-produzione) e lo squallore di alcune scenografie e della fotografia non giovano alla pellicola, ma fortunatamente un uomo di mestiere come Franco sa rendere il film interessante sotto altri aspetti. Innanzitutto la scelta degli attori appare più che azzeccata e se nel ruolo del protagonista dottor Flamand abbiamo Helmut Berger e nel ruolo dell’eroe positivo troviamo Christopher Mitchum, ancora più azzeccati appaiono alcuni ruoli di contorno affidati a caratteristi come Telly Savalas, nella parte del padre della modella scomparsa, Howard Vernon nel ruolo del dottore nazista e Florence Guérin nel ruolo di se stessa. Anche se la presenza di maggior spicco è Brigitte Lahaie, celebre per la fruttuosa carriera nel cinema hard tra la fine degli anni ’70 e i primi ‘80, qui ancora in splendida forma. In “Faceless” la Lahie interpreta l’amate e assistente del dottore, una donna seducente e perfida, assolutamente apatica verso l’interesse scientifico e interessata solo a saziare la sua avidità e la sua lussuria. Ciò in cui il film appare sicuramente vincente è proprio la forte carica exploitativa esplicitata dalla massiccia dose di violenza che sfocia in gustosi effetti splatter, di cui sono protagonisti trapani, motoseghe e cesoie usate in maniera poco ortodossa. Naturalmente non mancano scene di disgustosa chirurgia e anche un inusuale siparietto necrofilo. Anche l’aspetto erotico è fortemente presente, anche se stavolta più contenuto in confronto agli standard a cui ci aveva abituati Franco. L’inserimento di alcuni siparietti comici, di cui è protagonista un fotografo gay, sono l’apoteosi del trash e, anche se realmente comici, appaiono decisamente intrusi in questo film. Anche il finale così aperto potrebbe far storcere il naso a qualcuno, risultando quasi fastidioso per la sua irrisolutezza, ma in un certo senso appare quasi originale. “Faceless” è il titolo usato per i paesi anglofoni per sostituirsi all’originale “Les predateurs de la nuit”; in Italia il film fu inizialmente distribuito con una traduzione quasi fedele dell’originale, “I violentatori della notte”, alleggerito però di alcune scene violente e in seguito recuperato integrale con il titolo “Faceless”. Questo film non rappresenta l’apice della carriera del regista, anzi se paragonato ai suoi film migliori appare perfino brutto, ma tra i titoli prodotti sul finire degli anni ’80 risulta tra i più riusciti. Infatti quello fu un periodo un po’ difficile per il cinema di genere spagnolo: malgrado il regime franchista fosse appena caduto, la nuova legge Mirò causò nuovi problemi destinando ai circuiti a luci rosse tutti i film che avessero anche solo elementi erotici, costringendo così all’insuccesso e all’invisibilità molti film di genere. Per queste ragioni Jesus Franco, dopo un piccola parentesi “alimentare” nel cinema porno, fu costretto ad andare a lavorare all’estero (in questo caso in Francia) per continuare a bazzicare il suo genere prediletto. Voto attotondato per eccesso.