The Crow backdrop
The Crow poster

THE CROW

1994 US
mai 11, 1994

Eric Draven et sa fiancée sont brutalement assassinés chez eux par un gang de criminels notoires. Un an plus tard, un mystérieux corbeau sort Eric de sa tombe et le ramène sur les lieux de l'assassinat. Désormais doté d'une vision exceptionnelle et de pouvoirs surnaturels, Eric va se venger de ses agresseurs qui mettent la ville à feu et à sang.

Réalisateurs

Alex Proyas

Distribution

Brandon Lee, Rochelle Davis, Ernie Hudson, Michael Wincott, Bai Ling, Sofia Shinas, Anna Thomson, David Patrick Kelly, Angel David, Laurence Mason
Fantastique Action Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

MC

Marco Castellini

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Eric è un musicista rock che vive con la fidanzata Shelley in un fatiscente palazzo. Una notte un gruppo di balordi penetra nel loro appartamento e dopo aver violentato la ragazza uccide entrambi. Un anno dopo quella terribile notte l’anima di Eric, come narra un’antica leggenda, viene riportata da un corvo sulla terra per permettere al ragazzo di vendicarsi dei suoi aguzzini che puntualmente, uno ad uno, verranno eliminati… È stato definito “il film maledetto per antonomasia” e questo non tanto per l’ambientazione, lo stile o l’argomento della pellicola quanto sopratutto per il tragico incidente avvenuto sul set durante le riprese: il giovane protagonista Brandon Lee (figlio dell’arcinoto Bruce Lee) venne ucciso da un colpo di pistola caricata accidentalmente (o per lo meno così è stato detto) con pallottole vere. A causa della tragica fatalità le sequenze che dovevano ancora essere girate da Brandon furono completate con l’aiuto della computer grafica, in grado di far “resuscitare” (almeno nella finzione cinematografica) l’attore. È indubbio che il film ebbe così modo di godere di una grande pubblicità “gratuita”, attirando la morbosa attenzione dei media e la curiosità del pubblico. Detto questo non vanno comunque taciuti i diversi pregi della pellicola: a partire da una grande colonna sonora (con brani che vanno dai Cure agli Stone Temple Pilots), ma anche un’ottima sceneggiatura, un soggetto più che originale (la storia è tratta dall’omonimo fumetto di James O’Barr) e la regia sorprendentemente sicura e particolarmente ispirata del semiesordiente Alex Proyas. Insomma tutto gira al meglio in questa pellicola “maledetta” e siamo sicuri che dopo la visione del film, ognuno di voi sentirà il desiderio di vestire, al meno per una volta, i panni del vendicatore nero. Unica pecca qualche battuta fastidiosamente moralista, di stile “biblico”, fatte pronunciare al protagonista della storia; decisamente fuori luogo per un film che di morale ha ben poco.

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