Pan's Labyrinth backdrop
Pan's Labyrinth poster

PAN'S LABYRINTH

El laberinto del fauno

2006 MX
October 11, 2006

In post–civil war Spain, 10-year-old Ofelia moves with her pregnant mother to live under the control of her cruel stepfather. Drawn into a mysterious labyrinth, she meets a faun who reveals that she may be a lost princess from an underground kingdom. To return to her true father, she must complete a series of surreal and perilous tasks that blur the line between reality and fantasy.

Directors

Guillermo del Toro

Cast

Ivana Baquero, Sergi López, Maribel Verdú, Ariadna Gil, Doug Jones, Álex Angulo, Roger Casamajor, Manolo Solo, César Vea, Ivan Massagué
Fantasy Drama War
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Spagna, 1944. La guerra è appena finita. Ofelia va ad abitare insieme alla madre incinta Carmen nella residenza del patrigno, il Capitano Vidal, un dispotico militare che comanda un distaccamento franchista. La notte stessa del suo arrivo, Ofelia si imbatte in una fata che chiede alla ragazzina di seguirla fino ad un labirinto situato nel giardino dell’abitazione; qui Ofelia fa la conoscenza di un Fauno, una creatura mitologica che le rivela di essere il guardiano di un mondo fantastico e che la ragazzina stessa è la principessa di questo mondo, però per essere riconosciuta tale, Ofelia dovrà affrontare e superare tre prove. Nel frattempo, mentre Ofelia si appresta ad eseguire gli ordini del Fauno, un gruppo di ribelli antifranchisti tenta in ogni modo di penetrare nell’abitazione di Vidal. Presentato in concorso a Cannes 2006 e candidato ai prossimi Oscar come miglior film straniero, “Il Labirinto del Fauno” si presenta come ultima fatica del talentuoso messicano Guillermo del Toro, autore ormai affermato del cinema fata-horror, capace di alternare piccoli ma incisivi film prodotti in Patria ( “La spina del diavolo” ) a megaproduzioni hollywoodiane ( “Hellboy” ), non mancando il bersaglio neanche una volta. “Il Labirinto del Fauno” è il secondo capitolo di una personalissima trilogia che Del Toro ha voluto dedicare alla Guerra Civile spagnola e di cui il primo capitolo è stato “La spina del diavolo” e l’ultimo sarà “3993”. Come nel film precedente, anche qui il punto di vista del film è quello di un bambino, come per voler sminuire l’orrore della guerra, filtrata attraverso gli occhi innocenti di un individuo sicuramente più interessato ad albi a fumetti o libri di fate, anche se immancabilmente destinato a confrontarsi con la sofferenza e con la morte. Però, se nel suo precedente film Del Toro metteva in atto una crescita interiore del giovane protagonista, facendo dell’intera vicenda la metafora della perdita dell’innocenza, in “Il Labirinto del Fauno” procede nella direzione contraria, sottolineando l’importanza dell’immaginazione infantile e incitando a non lasciarsi trasportare dagli eventi drammatici e, dunque, non perdere l’innocenza, poiché solamente questo stato di purezza può salvare l’anima. La giovane Ofelia è subito presentata come una ragazzina perennemente con la testa fra le nuvole, capace di immaginare storie di fate ed elfi in ogni occasione e, grazie alla sua vivida fantasia, sarà in grado di distrarsi dall’orrore che la circonda, dalle talpe vogliose di vendetta insinuate nel palazzo di Vidal e soprattutto da Vidal stesso, uomo egoista, superbo e di una crudeltà quasi inumana, preoccupato solamente di eseguire gli ordini di Franco e assicurarsi una progenie che possa portare il suo nome e quello del suo stimato padre. Il film si sviluppa su due piani paralleli, apparentemente antitetici ma del tutto funzionali l’uno all’altro: da una parte abbiamo il mondo reale, sporco di sangue e carico d’odio; dall’altro abbiamo il mondo fatato con cui interagisce Ofelia, popolato da mostri legnosi, orchi mangia bambini, rospi giganti e fate-insetto; un mondo quest’ultimo che può assicurare alla bambina una vita felice lontano dalle persone che possono farle del male. I due piani più volte tenderanno a confondersi e fondersi, insinuando il dubbio nella mente dello spettatore su cosa sia reale e cosa non lo sia, in una perfetta sincronia di generi che va dal fantasy al bellico. E’ doveroso precisare che “Il Labirinto del Fauno” non può essere considerato un vero e proprio horror, ma più che altro una fiaba nera, che segue ( e omaggia ) in più punti l’ “Alice nel Paese delle meraviglie” di Carroll, anche se non lesina in scene crude al limite dello splatter ( in Italia il film è stato vietato ai minori di 14 anni ) e in sequenze realmente spaventose, come accade nella splendida scena del banchetto, in cui Ofelia farà la conoscenza di un Orco con gli occhi sul palmo delle mani, affamatissimo. La regia di Del Toro è come al solito impeccabile, qui avvalorata poi da una buona fotografia di Guillermo Navarro e da alcune suggestive scenografie. Anche gli effetti speciali ( sia di make-up che in digitale ) sono di ottimo livello, così come le interpretazioni di tutti gli attori, tra i quali spiccano per bravura e caratterizzazione dei personaggi, la piccola Ivana Baquero, nei panni di Ofelia ( incredibilmente somigliante ad Asia Argento da piccola ) e Sergi Lopez, nel ruolo del sadico e spietato Capitano Vidal. Una menzione a parte va per il bravo e truccatissimo Doug Jones che qui interpreta sia il Fauno che l’Orco, sottoponendosi a ore e ore di estenuati sedute di trucco, proprio come aveva già fatto in “Hellboy”, in cui interpretava il mostro anfibio Abe Sapien. In conclusione, “Il Labirinto del Fauno” è un film da vedere assolutamente, capace di appassionare, spaventare, commuovere e far pensare; una grande sorpresa per il pubblico e una conferma di bravura per Del Toro.

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