Odd Thomas (Anton Yelchin) è un giovane cuoco di una tavola calda in una piccola città nel deserto americano, prescelto dagli esseri ultraterreni quale intermediario tra i due universi. Odd, che è perdutamente innamorato della bella Stormy Llewellyn (Ashley Sommers) cerca in tutti i modi di aiutare le anime senza pace che si mettono in contatto con lui. Anime che vogliono giustizia e che, a volte, lo aiutano a risolvere casi e crimini di ogni tipo. Tutto scorre sereno, fino all’arrivo nella cittadina di Pico Mundo di un uomo misterioso circondato da un gruppo di ombre che lo seguono ovunque vada. Neppure i fidi informatori di Odd sono in grado di capire chi sia. L’unico indizio è una pagina strappata da un calendario giornaliero, quella del 15 agosto…esattamente 24 ore dopo il giorno in cui si svolge la vicenda.
Registi
Stephen Sommers
Cast
Anton Yelchin, Addison Timlin, Willem Dafoe, Gugu Mbatha-Raw, Nico Tortorella, Patton Oswalt, Kyle McKeever, Melissa Ordway, Leonor Varela, Shuler Hensley
Odd Thomas è un ventenne come tutti gli altri con un lavoro umile da cuoco in un fast food, un passato familiare tormentato e una ragazza, Stormy, con cui ha una bellissima storia d’amore predetta da una cartomante fin da quando erano piccoli. Tutto lascerebbe pensare ad un’esistenza nella norma e spensierata se non fosse per una strana capacità che il giovane possiede dalla nascita: comunicare con le anime delle persone uccise per aiutarle a vendicarsi contro quelli che hanno commesso un’ingiustizia nei loro confronti. Un’abilità che gli permette di collaborare con la polizia locale nella prevenzione dei crimini e arrestare i malintenzionati. Tutto scorre sereno nella tranquilla cittadina di Pico Mundo fino all’arrivo di un uomo misterioso circondato da un gruppo di ombre simili a iene che lo seguono ovunque vada. Segnali poco incoraggianti e forieri di eventi funesti sui quali il giovane protagonista inizia ad indagare fino a scoprire la data designata per un massacro senza precedenti….il 15 Agosto. Ha così inizio la classica lotta fra bene e male per evitare che ciò accada.
Stephen Sommers fa parte di quella nutrita schiera di registi che, seppur dotati di indubbia padronanza del mezzo cinematografico e ammirevoli capacità visionarie, non sono mai riusciti a trovare una sua giusta dimensione e hanno vissuto carriere il cui andamento è simile a quello delle montagne russe. Era il 1999, infatti, quando il suo “La mummia” spopolava nelle sale facendo incetta di consensi di pubblico e critica e creando un franchise che avrebbe portato a sequel e spin-off accompagnati da ottimi incassi ai botteghini.
L’ascesa di Sommers sembrava dunque inarrestabile, ma qualcosa non è andato per il verso giusto e così, dopo l’horror d’azione “Van Helsing” e “G.I Joe : La nascita dei Cobra”, le luci della ribalta si sono spente e i lavori sono diminuiti. A circa cinque anni di distanza dal suo ultimo film, l’autore statunitense riprova ancora una volta a tornare in pista con “Il luogo delle ombre”, un fantasy-horror, tratto dal romanzo “Odd Thomas”di Dean R. Koontz, che ha vissuto numerose peripezie di carattere legale ed economico (pare che alcuni finanziatori si siano tirati fuori proprio nel momento in cui avrebbero dovuto cacciare ben 35 milioni di dollari !) prima della sua uscita nelle sale con due anni di ritardo. Il risultato è una pellicola godibile, non scevra di difetti e punti deboli ma dalla resa tutto sommato positiva e una veste piuttosto accattivante in grado di attirare il pubblico anche in un periodo poco favorevole alle sale cinematografiche come l’estate, da sempre considerata adatta per frequentare posti all’aperto.
Horror? Fantasy? Action? Scorrendo i precedenti lavori di Sommers, appare lampante come la sua prerogativa principale sia la commistione di generi e riuscire a classificare questa sua ultima opera all’interno di una categoria ben precisa sia un’impresa assai ardua, ma anche riduttiva e limitativa ai fini di un giudizio completo.
“Il luogo delle ombre”, infatti, si fa forte proprio delle diverse anime di cui si avvale e di questo mix di generi che solo in apparenza promette niente di positivo in quanto con lo sviluppo della storia ci si accorge di come ogni elemento, o quasi, riesca a incastonarsi in maniera appropriata, anche se questa caratteristica evapora nelle seconda parte in maniera inesorabile. L’inizio sembra incanalarsi sui binari di una commediola sentimentale per ragazzi con personaggi stereotipati e la solita coppietta di turno che vive in una cittadina soleggiata e lontana dal caos delle metropoli. Ma proprio partendo da questa situazione banalissima, Sommers riesce a costruire un plot che si evolve e sviluppa un gusto per l’intrattenimento esaltato dalla sua conclamata maestria nella realizzazione degli effetti speciali e numerose scene di azione frenetica che conferiscono alla pellicola un ritmo frizzante e addirittura spasmodico in alcuni punti. Anche le parti più vicine all’horror fanno la loro degna figura grazie ad una discreta gestione della tensione e la capacità di creare atmosfere oscure e dalla velata vena macabra, anche se senza esagerare per rimanere in linea con lo spirito di un film che non si prende mai troppo sul serio.
Quando in precedenza si parlava di un film godibile e non bello, lo si faceva in considerazione del fatto che le cose che non funzionano ci sono e come. Il plot, ad esempio, presenta numerose falle e buchi di sceneggiatura con alcuni tasselli inseriti nel puzzle con approssimazione e senza tener conto di una coerenza narrativa ben presto sacrificata sull’altare delle ricerca di colpi di scena continui a tutti i costi.
A questo va aggiunta una caratterizzazione dei personaggi molto superficiale e un cast nel quale, eccezion fatta per il bravo Anton Yelchin, troviamo una Addison Timlin impalpabile nei panni di una fidanzatina poco utile alla storia e Willem Dafoe ormai molto simile a quelle ex star del calcio che, giunte a fine carriera, accettano di lavorare in qualsiasi squadra pur di racimolare l’ultimo contratto cospicuo della carriera.
Insomma, il ritorno di Sommers non è così negativo come ci si aspettava ma questo “Luogo delle ombre” di certo non gli permetterà di rilanciarsi come egli sperava.